LE FINESTRE PER QUOTA 103

Durante la conferenza stampa di presentazione della Legge di bilancio 2023, Matteo Salvini ha detto che verrà dedicato a Roberto Maroni “l’avvio della riforma delle pensioni”. Come riporta Ansa, “chi ha i requisiti per l’accesso a Quota 103, ovvero almeno 62 anni di età e 41 di contributi, a fine 2022 dovrà attendere per l’uscita il mese di aprile 2023 se lavoratore privato e il mese di agosto se lavoratore pubblico. Secondo quanto si apprende, infatti, la manovra prevede una finestra mobile di tre mesi per i lavoratori privati e di sei mesi per i pubblici ma solo per chi raggiunge i requisiti entro dicembre l’attesa sarà di 7 mesi”, Inoltre, “per la misura si prevede uno stanziamento di 510 milioni per il primo anno, 1.528 per il secondo e 498 per il terzo”, mentre “la platea degli interessati è di 48mila persone”. Vedremo poi se il tetto posto all’importo dell’assegno che si incasserà fino ai 67 anni (5 volte il minimo) ridurrà il numero di quanti utilizzeranno questo canale di pensionamento.



IL MESSAGGIO DI GIORGETTI IN VISTA DELLA RIFORMA PENSIONI “STRUTTURALE”

Secondo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in questa Manovra 2022-2023 «Abbiamo tagliato la spesa previdenziale per investire su quella previdente». Con l’introduzione di Quota 103 che di fatto anticipa la Quota 41, il titolare del MEF anticipa alcuni dei temi che andranno poi discussi nel prossimo anno con la formazione di una nuova legge previdenziale a tutto tondo. Non nasconde che sono state fatte anche «scelte impopolari», sebbene sia comunque stato evitato il ritorno della Riforma Fornero dal 1 gennaio, ma prova a spiegare quale deve essere il viatico del Governo nei prossimi anni.



«La più grande riforma pensioni è sostenere i giovani che un domani dovranno sostenere con il proprio lavoro i pensionati», lo ha spiegato ancora Giorgetti in conferenza stampa, intervenendo dopo la Premier Meloni che aveva appena spiegato nel dettaglio la misura scelta dal Governo sulle pensioni nel 2023. Opzione Donna e Ape Social rinnovate, rivalutazioni (con ritocco sulle minime) e Quota 103: questi i punti di partenza per formulare già nei prossimi mesi una riforma strutturale che prenda il posto in pianta stabile della legge Fornero.

ACLI CHIEDE DI RAFFORZARE L’APE SOCIAL

Emiliano Manfredonia, Presidente delle Acli, intervistato da Avvenire spiega che “serve una riforma strutturale delle pensioni. Non possiamo continuare a ragionare solo sulle quote di uscita per superare la legge Fornero. Bisognerebbe rafforzare strumenti come l’Ape sociale. E incrementare le politiche attive del lavoro aiutando davvero l’inserimento di giovani e donne. Per loro esiste davvero il rischio di non ricevere nemmeno una pensione di garanzia, visto i bassi stipendi che vengono offerti”. Silvio Berlusconi, invece, intervistato dal Giornale, in tema di pensioni ricorda che “ci siamo impegnati ad aumentarle per garantire a tutti di vivere dignitosamente. Cominciamo ad agganciarle al costo vero della vita, aumentandole in linea con l’inflazione”. Il Presidente di Forza Italia aggiunge quindi: “Mano mano, di qui fino alla fine della legislatura, arriveremo al nostro obbiettivo: nessuno dovrebbe avere una pensione inferiore ai mille euro”.



LE SCELTE DEL GOVERNO

Con Legge di bilancio 2023, il Governo interviene sulla riforma delle pensioni. Nel comunicato stampa di palazzo Chigi si legge che: “Si avvia un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi decide di restare a lavoro decontribuzione del 10%. Opzione donna – Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Confermata anche Ape sociale per i lavori usuranti”. In conferenza stampa, Giorgia Meloni ha anche spiegato che la rivalutazione delle pensioni sarà del 120% per le pensioni al minimo e del 100% per gli assegni fino a 2000 euro al mese, andando poi a calare fino al 35% per le pensioni oltre 10 volte il minimo. La Premier ha anche spiegato che chi accederà a Quota 103 avrà un tetto all’importo della pensione pari a 5 volte il minimo fino a quando non maturerà i requisiti per la pensione di vecchiaia.

RIFORMA PENSIONI, IL POST DI CHIARA APPENDINO

In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Chiara Appendino spiega che “anche sulle pensioni questo Governo ha imboccato una strada sbagliata. L’ipotesi a cui Meloni sta lavorando per la prossima legge di Bilancio prevede infatti che nel 70-80% dei casi siano solo gli uomini ad usufruire del pensionamento con 41 anni di contributi e 62 o 63 anni di età. Detto altrimenti, siamo alle prese con un sistema che si preannuncia estremamente penalizzante per le donne, che a causa di carriere discontinue e vuoti contributivi usufruiranno marginalmente di questa misura. Parliamo di quelle lavoratici che sono spesso precarie e che sovente fanno le veci dello Stato a causa di lacune nel sistema di welfare” e che “sono pagate fino al 30% in meno rispetto ai colleghi uomini”.

LA MANCATA TUTELA DELLE DONNE

Secondo l’ex Sindaca di Torino, “sarebbe opportuno che la Presidente Meloni passasse dalle parole ai fatti poiché la tutela delle donne non dipende da dichiarazioni di facciata ma da atti concreti. E proprio a questo proposito è imbarazzante che dal dibattito sulle pensioni sia completamente sparita la proposta, lanciata dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale, di istituire un fondo per finanziare la pensione di garanzia per i giovani, che a causa del precariato e dei bassi salari rischiano di avere in futuro assegni al di sotto della soglia di povertà”. Dal suo punto di vista, quindi “bisogna intervenire subito, lavorando sin da ora per costruire le fondamenta di questo passaggio decisivo per il futuro delle nuove generazioni”.

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