Il governo pro tempore ancora per poco sostenuto da Mario Draghi lascerà presto le redini al governo che verrei letto dopo il 25 settembre 2022, durante le lezioni politiche. Per questo il tema della riforma pensioni appaltato ai partiti che restano, tra cui La Lega Nord di Matteo Salvini che, dal palco del meeting di Rimini 2022, ha rilanciato le proposte economiche in vista delle elezioni del 25 settembre si tratta di un evento moderato dal direttore del Corriere della Sera, Lucio Fontana e che ha visto al confronto Giorgia Meloni, Enrico Letta e Matteo Salvini.
Riforma pensioni 2022: quota 41 non risolverà il problema
Il leader della Lega ha sottolineato che è necessario intervenire visto che l’Italia è il paese con l’età pensionabile più alta di tutte. Dopo quota 100 che è stata bocciata, la lega ha proposto quota 41, incassando anche il sostegno della CGIL.
Il costo di questa misura di un miliardo e 10 milioni di euro, non tantissimo e la dice lunga sul fatto che quota 41 in realtà non contribuirà abbassare direttamente le tradizionali pensionabile a 62 anni, come era in programma all’inizio di marzo.
Infatti sono otto i milioni di lavoratori che saranno interessati da quota 41 che serve ad evitare tutti i costi il ritorno della legge Fornero appunto infatti in assenza di riforma pensioni 2022 si tornerà alla legislazione precedente, vale a dire alla Riforma Fornero.
Riforma pensioni 2022: altre proposte per il mondo del lavoro
Leader della Lega poi proposto nuovamente la reintroduzione del voucher che era stato inserito prima dal governo Renzi: “meglio un lavoro vero e ben pagato rispetto a una non lavoro e al lavoro nero. Inoltre la proposta di detestare gli straordinari e i premi a dipendenti e collaboratori oltre al fatto di criticare anche il reddito di cittadinanza, ma non per coloro che hanno un disabile in famiglia perché a costoro non va toccato nemmeno un euro.
La detassazione del costo del lavoro è uno dei capisaldi del programma di centrodestra e quindi anche la detassazione in questo senso viene proposta non soltanto dalla Lega ma anche da altri partiti, come Fdi e Forza Italia.
L’unica certezza è che quota 41 non soddisferà certamente coloro che si aspettavano un anticipo sulla pensione a 62 anni.