IL MALUMORE DEGLI INDUSTRIALI
In un articolo su Repubblica viene raccontato il malumore di molti industriali per il fatto che i partiti, impegnati nella campagna elettorale, non si stiano preoccupando delle difficoltà già presenti e in vista per il mondo delle imprese.
“Ma quale Quota 41, flat tax, bonus a tutti, condoni, sovranismi. Qui abbiamo bisogno di gente seria e autorevole, in grado di andare in Europa per discutere una politica industriale ed energetica comune”, è l’incipit dell’articolo, nel quale si riportano le parole di Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, il quale nota che “il lavoro è scomparso dai programmi, si parla solo di pensioni, ma in pensione ci deve andare chi fa lavori usuranti: tutti gli altri a lavorare”. Massimiliano Cipolletta, Ceo di Scai, azienda di servizi digitali con 1.500 dipendenti di cui 400 a Torino, osserva che “si litiga su tutto, non sul lavoro: il tema lavoro è sparito dai radar della politica”, “eppure tutto ruota attorno al lavoro: il fisco, le pensioni, l’assistenza, anche l’evasione”.
LA “RISPOSTA” DEI SINDACATI ALLA PROPOSTA DI RIFORMA PENSIONI DELLA LEGA
Non sarà forse da subito entro la fine del 2022, eppure la riforma pensioni immaginata dalla Lega di Salvini – qualora il Centrodestra vincesse le Elezioni 2022 – non sta trovando opposizione tra i sindacati nazionali. Dopo gli ultimi messaggi lanciati da Matteo Salvini (i paragrafi qui sotto, ndr), secondo l’analisi di Valentina Conte su “La Repubblica” vi sarebbe una sorta di “sponda positiva” tanto in Cisl quanto in Cgil e Uil.
I conti fatti dalla Cgil sembrano dare pieno sostegno ala proposta di Quota 41 per i prossimi anni: 1,3 miliardi, dato che solo il 40% degli aventi diritto la chiederebbe, con la parte contributiva dell’assegno pensioni tolta in quanto «non è un costo per lo Stato, solo un anticipo dei contributi che hai versato». Dai sindacati giungono poi richieste per una nuova flessibilità per tutti a 62-64 anni, eliminando i criteri fisati dalla riforma Fornero, e chiedono anche di «rendere strutturali Ape Sociale e Opzione Donna, allargando l’Ape ad altre categorie di mestieri usuranti: proposta trasversale a tutti i partiti», riporta “LaRepubblica”. Proposte che, con diverse sfumature, sono state tutte accettate e introiettate dai partiti principali alle Elezioni 2022 (Agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SALVINI
Come riporta Adnkronos, Matteo Salvini, ospite stamane di Rtl 102.5, ha detto: I primi messaggi di questa mattina li ho mandati al segretario della Cgil, della Cisl e della Uil per invitarli a trovarci, parlare di Quota 41 e confrontarci”.
Il leader della Lega sembra quindi confermare quanto evidenziato dalla Repubblica di oggi: “Pensioni, la quota della Lega strizza l’occhio ai sindacati”. Secondo il quotidiano romano, “da tempo la Lega corteggia i sindacati, usando il suo uomo più vicino a quel mondo, l’ex Ugl Claudio Durigon. Si spiega anche così Quota 41, la proposta regina nel programma elettorale leghista che nei calcoli di Durigon dovrebbe costare 5 miliardi all’anno, in media nel triennio”. Tra l’altro, per la Cgil i costi sarebbero addirittura inferiori, “ipotizzando che solo il 40% degli aventi diritto la chiederebbe (come per Quota 100)”. Resta pertanto da capire se possa davvero crearsi una sorta di asse tra Lega, da una parte, e Cgil, Cisl e Uil, dall’altra. Quanto meno sul fronte della riforma delle pensioni.
LE PAROLE DI GHISELLI
In un’intervista Repubblica, Roberto Ghiselli spiega che ogni proposta in materia di riforma delle pensioni “va fatta con equilibrio. Però quando si valuta l’impatto di misure come Quota 41 o l’anticipo a 64 anni si deve prevedere che solo una quota degli aventi diritto poi aderisce: per Quota 100 è stato il 40%.
E le adesioni agli anticipi saranno sempre meno in futuro perché i lavoratori hanno una quota contributiva più ampia e maggiore convenienza a restare al lavoro. Inoltre per la componente contributiva di ogni anticipo non si tratta di spesa extra, ma solo di un anticipo di spesa”. L’ex Segretario confederale della Cgil, ora nominato Presidente del Civ dell’Inps, evidenzia che il bilancio dell’Istituto nazionale dei previdenza sociale non è a rischio, “nel 2021 la spesa previdenziale è cresciuta dell’1,2% in modo fisiologico, allineata all’inflazione. Il bilancio è solido, anche se viene da anni di emergenza che Inps ha affrontato con un organico molto ridotto: siamo a 24 mila, ma dovremmo essere a 30 mila dipendenti”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SALVINI SU QUOTA 41
Come riporta Il Tempo, dal palco della festa della Lega a Pinzolo, in Trentino, Matteo Salvini è tornato a ribadire la sua proposta in tema di riforma delle pensioni. “Azzerare la legge Fornero si può, basta volerlo”, ha detto l’ex ministro dell’Interno, evidenziando che “per il 2023 Quota 41 costa 4 miliardi di euro. Sono tanti? Sì, ma è meno della metà di quello che costa il reddito di cittadinanza. Allora preferisco dimezzare il reddito di cittadinanza e mandare qualcuno in pensione dopo 41 anni di fabbrica”. Salvini ha anche criticato chi mette in discussione la proposta di Quota 41, spiegando che “a sinistra dicono che è un privilegio andare in pensione dopo 41 anni di lavoro in fabbrica o in casa di riposo. Chi lo dice non ha mai lavorato”.
LE DICHIARAZIONI DI TEOTINO
Di elezioni e pensioni, oltre al leader del Carroccio, parla anche Stefano Teotino, candidato di Potere al Popolo a Pisa nelle liste di Unione Popolare con De Magistris per il collegio uninominale n° 4 di Pisa per la Camera dei Deputati. Secondo quanto riporta gonews.it, Teotino ha spiegato che “nelle piazze, nei posti di lavoro, nei quartieri popolari e nel prossimo Parlamento ci batteremo per un salario minimo di almeno 10 € l’ora, per pensioni minime a 1.200 euro, per il ritorno alla scala mobile in difesa di salari e pensioni dall’inflazione, per lo stop immediato alle spese militari e all’invio di armi in Ucraina, per la difesa coerente dell’ambiente, contro ogni ritorno al nucleare, al carbone e all’uso irrazionale degli idrocarburi”.
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