LE PAROLE DI TRIDICO
Come riporta Ansa, Pasquale Tridico ha ricordato che “nel modello contributivo le pensioni dipendono dai salari. Tanto più i salari sono bassi, tanto più le pensioni saranno basse. C’è un legame molto forte a cui bisogna guardare con molta serietà”. Il Presidente dell’Inps ha parlato anche delle ipotesi di riforma delle pensioni per il 2023, spiegando che “la riforma Fornero esiste anche oggi, ma esistono anche altri canali di anticipazione, come ‘Quota 102’ fino al 31 dicembre”. Quindi ha evidenziato che con il sistema contributivo, anticipando l’età di uscita, si potrebbero avere “rate pensionistiche più scarse, più povere”. In questo senso, “l’esempio è Opzione donna che consente un’anticipazione molto importante per le donne tra 58 e 59 anni con una riduzione in media del 20-25% della pensione perché si anticipa di più. E oggi nelle analisi di regressioni abbiamo illustrato che uno dei principali rischi di povertà pensionistica sono l’età di accesso e il sesso e quindi donne e anticipazione”.
LE PAROLE DI PAGLIARO
In un incontro tenutosi a Pescara, Michele Pagliaro, Presidente nazionale del Patronato Inca-Cgil, come riporta rete8.it, ha parlato anche di riforma delle pensioni, ricordando che sul tema “abbiamo manifestato tutte le nostre perplessità perché non conosciamo il merito delle questioni. C’è un’aspettativa molto profonda, c’è il tema che riguarda le donne fortemente penalizzate dalla riforma Fornero. Credo che su questi problemi qualche risposta debba arrivare”. Sulla possibilità che un vero e proprio intervento di riforma delle pensioni arrivi solo dal 2024, Pagliaro ha detto: “Questo non lo sappiamo. C’è tuttavia la necessità di dare risposte anche a una platea, come quella dei pensionati, in un Paese nel quale le spinte inflattive, provocate dal conflitto russo-ucraino, stanno mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie”. Vedremo se ci sarà qualche intervento “extra” da parte del Governo per i pensionati, oltre all’indicizzazione per legge degli assegni che scatterà a partire dal 1° gennaio.
IL PROBLEMA NELLA SANITÀ
L’edizione barese di Repubblica spiega che tanti medici di base andranno in pensione e non verranno sostituiti in numero sufficiente. “Secondo un calcolo sui pensionamenti previsti per il 2023, mancheranno un centinaio di professionisti. La situazione riguarda tutte le province. Non ci sono medici a sufficienza per sostituire coloro che andranno in pensione. Una carenza numerica rispetto alla popolazione. Una problematica diffusa su tutto il territorio nazionale, che dal prossimo gennaio richiede un intervento tempestivo per poter garantire l’assistenza primaria ai cittadini. Molti dei quali resterebbero scoperti dopo il pensionamento dei medici”. Il dipartimento regionale Salute, guidato dall’Assessore Rocco Palese, ha deciso di di aumentare da 1.500 a 1.575 per ricongiungimenti familiari o per continuità assistenziale il numero massimi di assistiti per ogni medico. Secondo Palese, “bisognerebbe modificare le norme contrattuali prevedendo per esempio l’abolizione del tetto massimo per lo straordinario o il pagamento delle ferie, così da trattenere maggiormente il personale in servizio prima della pensione”.
L’ALLARME DELLA CIA (AGRICOLTORI) SU ADEGUAMENTO PENSIONI
Lo scorso 9 novembre il Governo Meloni, con decreto firmato dal Ministro dell’Economia Giorgetti, ha posto il primo step per una più ampia riforma pensioni 2022-2023 firmando i decreto che dispone adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini a partire dal 1° gennaio 2023. Il tema però non può essere esaurito qui, dice la Cia-Agricoltori Italiani nella sua sezione pensionati di Cuneo: «L’assegno pensionistico minimo erogato oggi di 524 euro mensili, che in Italia riguarda un cospicuo numero di anziani, – spiega Varrone, direttore provinciale Cia – fra i quali gli ex agricoltori, non solo è inadeguato per tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà, ma è moralmente e socialmente ingiusto. I pensionati al minimo sono stati dimenticati da tutti i numerosi provvedimenti del Governo durante l’emergenza Covid, nonostante per loro siano aumentati disagi e bisogni materiali».
La richiesta è per una riforma pensioni che introduca maggiore equità alle pensioni “minime”, come del resto garantito dal programma di Governo del Centrodestra: «introdurre una pensione di equità portando l’assegno ad almeno 780 euro mensili: lo stesso importo pagato per il reddito di cittadinanza», spiega ancora la Cia nel suo comunicato, aggiungendo che come categoria «Continueremo a sollecitare al Governo un adeguamento degli importi, perché gli attuali sono lesivi della dignità della persona». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SBARRA
Come riporta Ansa, secondo Luigi Sbarra sulle pensioni “dobbiamo restituire al sistema profili di equità, di flessibilità, di inclusività e di sostenibilità sociale. Dobbiamo far partire subito un tavolo di confronto politico per cambiare e migliorare la legge Fornero”. Ospite di Rainews24, il Segretario generale della Cisl ha anche ribadito quelle che per i sindacati sono le priorità in tema di riforma delle pensioni: “Negoziare una pensione di garanzia per i giovani e le donne, aprire una nuova fase di silenzio assenso sulla previdenza complementare tagliando le tasse per chi aderisce ai fondi pensione, dare strutturalità e allargare il perimetro dell’Ape sociale e contrattare misure di flessibilità in uscita: 41 anni di contributi a prescindere dall’età e anche una finestra a partire dai 62 anni”.
LA BUSSOLA PER I SINDACATI
Come già aveva avuto modo di dire in precedenza, il sindacalista ha evidenziato che le pensioni “non sono né un lusso, né un privilegio, né una gentile concessione dei governi o del parlamento. Ma sono un diritto perché rappresentano salario differito”. Sbarra ha anche risposto a una domanda relativa all’unità del sindacato, ricordando che le piattaforme unitarie di Cgil, Cisl e Uil, su pensioni, fisco e sicurezza sul lavoro, “rimangono per noi una bussola. È un patrimonio di unità che dobbiamo consolidare e valorizzare. Molte volte la nostra diversità è sulla lettura e sul giudizio che diamo ai risultati. Per noi la prospettiva è quella del confronto” con il Governo. Vedremo a quali risultati effettivi porterà nelle prossime settimane.
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