Il governo ormai dimesso non è riuscito a varare una nuova riforma pensioni 2022, magari prendendo spunto dalla proposta di Pasquale Tridico, Presidente dell’Istituto Nazionale previdenza sociale, che aveva proposto una riforma pensioni a due velocità in cui percepire un assegno mensile ridotto fino ai 67 anni e poi un assegno mensile pieno dai 67 anni in poi. Una proposta che avrebbe fatto felice anche coloro che non vogliono sacrificare il sistema contributivo che, peraltro, dovrebbe entrare a pieno regime a partire dal 2030.



Riforma pensioni 2022: la situazione in cui siamo

Per cui, l’incertezza politica ed economica, l’assenza del governo e la possibilità che la riforma pensioni non venga assolutamente introdotta all’interno della nota di aggiornamento di Economia e Finanza prevista per fine settembre 2022, con le lezioni fissate al 25 settembre infatti potrebbe essere spostata la nota di aggiornamento direttamente ad ottobre o anche a novembre prima dell’ultima legge di bilancio 2022, ma in tutti i casi la possibilità che venga riproposta una riforma pensioni entro quella data è una possibilità assai remota.



L’ipotesi più probabile dunque è che potrebbe tornare in vigore la riforma pensioni della Fornero entro il 2023, per poi promuovere una nuova riforma pensioni che però entrerà in vigore dall’anno successivo, quindi dal 2024. Tutto ciò dunque che potrebbe accadere sul fronte delle pensioni 2022 non interesserà coloro che hanno già compiuto 63 anni, perché nel peggiore dei casi andranno in pensione fra due anni.

Riforma pensioni 2022: come fare per salvarsi dalla Fornero

Attualmente esistono due modi per potersi salvare dalla legge Fornero, cioè per coloro che possono ancora sfruttare quota 100 potrebbero andare in pensione adesso integrando anche opzione donna e ape sociale. Si tratta di due misure che il ministro Orlando voleva rendere strutturali e quindi inserirle all’interno di una riforma pensioni, senza doverle riconfermare di anno in anno ma integrarle a livello legislativo. Il ministro Orlando infatti ha più volte dichiarato l’importanza che le donne hanno non solo nel mondo del lavoro ma anche all’interno della famiglia, un doppio lavoro in alcuni casi che deve essere riconosciuto dal legislatore.



E invece con quota 100 a rimetterci erano soprattutto le donne che molto spesso perdevano anche il 30% sull’assegno mensile.

Tuttavia il centrodestra ha intenzione di rottamare letteralmente la riforma pensioni della Fornero in favore di misure ad altissimo costo nel breve termine e a bassissimo rendimento per i pensionati come quota 100.