LO STOP CHE NON AIUTA I PRECARI DELLA SCUOLA

In un articolo pubblicato su Repubblica è stato ricordato che secondo il ministero dell’Istruzione nel prossimo anno scolastico ci saranno 123.000 studenti in meno e questo creerà dei problemi anche a docenti fuorisede che vorrebbero rientrare a casa e e per i precari della scuola “che sognano la cattedra fissa”. Problemi accentuati dal fatto che “con la riforma delle pensioni rimasta al palo per il sopraggiungere della guerra in Ucraina e per il caro bollette, il turn over renderà disponibili sempre meno cattedre”. Il quotidiano romano evidenzia che “fino all’anno scorso i docenti stanchi del loro lavoro hanno potuto fruire della possibilità di uscita anticipata offerta da Quota cento: in pensione con 38 anni di servizio e 62 di età. Ma dal prossimo anno si tornerà ai limiti imposti dalla legge Fornero: 67 anni di età. E anche per i precari della scuola che aspettano l’occasione buona per stabilizzare la propria condizione lavorativa le possibilità si ridurranno con il taglio delle cattedre all’orizzonte”.



RIFORMA PENSIONI 2022, LE PRIORITÀ DI ORLANDO

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Governo sta lavorando a diversi dossier e uno di questi, la riforma delle pensioni 2022, è stato “messo in agenda direttamente il ministro Orlando; ed è quello della tutela del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni”. Il ministro del Lavoro nei giorni scorsi ha ricordato che “sulle pensioni un intervento per il recupero del potere d’acquisto è stato fatto nella legge di bilancio di quest’anno e sappiamo non sarà sufficiente a fronte di un’inflazione che si è messa a correre, quindi sarà importante riflettere contemporaneamente su pensioni, servizi e strumenti di intervento sul fronte della cura. Tutti capitoli che credo debbano essere urgentemente messi al centro della discussione”.



LE PAROLE DI LETTA SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI 2022

Una discussione che secondo Orlando dovrebbe sviluppata “con le forze sociali, perché ci sono soluzioni che vanno ricercate insieme e perché dobbiamo avere attenzione al fatto che gli effetti della guerra e delle transizioni non siano pagati dalle fasce più deboli della popolazione”, tra cui i pensionati.

Un obiettivo che sembra essere condiviso anche dal Segretario del Pd Enrico Letta che, come spiega l’Agi, ha incontrato sindacati e Confindustria, spiegando che “dare forza ai salari e alle pensioni è ‘la priorità massima’ per il Pd. A Confindustria l’ex Premier ha rivolto un appello a “uno sforzo comune” in quella che “sembra sempre di più una corsa contro il tempo per evitare la terza recessione in dieci anni. Per farlo, Letta chiede di procedere il più velocemente possibile per mettere un tetto al prezzo del gas”.



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