Ancora incertezze sulla formulazione delle proposte concernenti la legge di riforma delle pensioni 2022. Il governo Draghi infatti non ha inserito all’interno del documento economia e finanza le proposte delle parti sociali e dei sindacati concernenti tutte le trattative che si sono svolte fino a febbraio all’interno del Ministero del lavoro.
Riforma pensioni 2022: le proposte fallite
A seguito della bocciatura di quota 100 e del post quota 102 infatti c’è chi si chiede quale delle proposte avanzate potrebbe essere candidata alle nuove trattative propedeutiche all’introduzione della nota di aggiornamento del Def che sarà presentata a settembre 2022. Tuttavia attualmente le discussioni sono in una fase di stallo dopo la querelle tra Tridico e Salvini su quota 41 è la proposta di quota 104. Secondo Tridico infatti qua 41 sarebbe costata troppo, circa 9 miliardi di euro, ma per Matteo Salvini bastavano 400 milioni. Assodato che quota 104 e quota 41 non avrebbero concesso agli italiani di poter andare in pensione a 62 anni, proposta avanzata dalle parti sociali e dai sindacati nel mese di marzo, resta la probabilità sempre più tangibile di una riforma che non può essere effettuata.
Riforma pensioni 2022: le intenzioni del governo
Il ministro Orlando infatti ha dichiarato di voler rendere struttura abile operazione donna attraverso una riforma delle pensioni che superasse la riforma pensioni della Fornero, ma volendo restare con i piedi per terra la riforma pensioni 2022 è un po’ difficile da attuare.
Perché venga rivoluzionata la legge sull’uscita dal lavoro è necessario infatti che le parti sociali, i sindacati è il ministro si incontrino e sviluppino insieme un piano di proposte. Attualmente però le trattative sono in una fase di stallo e quindi è probabile che nella Nadef di settembre non venga affrontato nuovamente l’argomento. Questo porterà quasi certamente al ritorno della legge Fornero entro gennaio 2023.