LE PENSIONI MINIME SARANNO PORTATE A 1.000 EURO?

Con la scomparsa di Silvio Berlusconi c’è chi comincia a chiedersi che fine farà la promessa, a lungo ripetuta dall’ex Premier, di alzare l’importo delle pensioni minime a 1.000 euro al mese per tutti. Un impegno che è stato ribadito anche dopo il varo, con la Legge di bilancio 2023, di un primo incremento, a 600 euro, per gli over 75. Berlusconi ebbe occasione di ribadire, nella sua ultima intervista, che si trattava di un impegno di legislatura. Tuttavia, per onorare tale impegno servirebbero ingenti risorse e, dunque, c’è da chiedersi se realmente le pensioni minime avranno un tale incremento o se invece verrà apportato un nuovo ritocco senza però raggiungere l’ammontare indicato dal Presidente di Forza Italia. Probabilmente molto dipenderà proprio anche dal futuro del partito ora rimasto senza il suo fondatore che lo ha sempre guidato. Considerando che mancano più di tre anni alla fine della legislatura, non sarà facile vedere realmente le pensioni minime salire a 1.000 euro al mese.



ARRIVA LA QUATTORDICESIMA ANCHE SULLE PENSIONI: COME FUNZIONA

Mentre il tavolo tra Governo e sindacati prevede nelle prossime settimane diversi interlocuzioni per strutturare le prime ipotesi di riforma pensioni, sono in arrivo le quattordicesime anche per il mondo pensioni (anche se non per tutti). La quattordicesima mensilità – erogata a luglio – spetta sulle pensioni sino a circa 1.130 euro lordi al mese: lo spiega l’INPS nel messaggio 2178/2023 pubblicato oggi, dove vengono comunicate le nuove fasce reddituali annuali.



Il trattamento minimo (provvisorio) per il 2023 è pari a 563,74 euro al mese, ecco che il beneficio della quattordicesima, spiega l’INPS, «è erogato ai pensionati che non abbiano superato un reddito personale (non conta quello del coniuge) di 14.657,24€ annui». (agg. di Niccolò Magnani)

LA PRIORITÀ PER LA CISL

Ospite di Agorà, la trasmissione in onda su Rai 3, Luigi Sbarra ha ricordato che per la Cisl la priorità è mettere in campo “provvedimenti, misure, azioni finalizzate a contrastare l’inflazione che galoppa, nella prospettiva di salvaguardare i redditi dei lavoratori , dei pensionati e delle famiglie. Ed è la ragione per la quale abbiamo chiesto alla Presidente Meloni  di attivare  un luogo di coordinamento  a Palazzo Chigi nella prospettiva di fare  un lavoro finalizzato a monitorare  e calmierare prezzi e tariffe, ad arginare la speculazione, ad orientare i comportamenti  delle famiglie,  ad agevolare i rinnovi dei contratti  pubblici e privati, a ridurre la tassazione  che pesa enormemente  soprattutto su lavoratori, pensionati  e famiglie”. Il Segretario generale della Cisl ha anche ricordato che il 26 giugno ci sarà l’incontro con il Governo sulla riforma delle pensioni e “penso che il sindacato debba cogliere questa sfida del confronto, conquistare risultati per le persone che noi rappresentiamo e alla fine esercitare una valutazione senza fare sconti a nessuno”.



LE PAROLE DI MARELLA

Secondo Domenico Marella, “il Governo Meloni deve essere più sensibile alla questione del salario minimo perché dobbiamo uniformare questi benedetti salari. Oggi c’è un’opposizione inconsistente che non è unita quindi la palla ce l’ha il governo e la premier Giorgia Meloni”. Il Segretario generale della Confael, come riporta Agenparl, aggiunge che l’Europa “dice che il salario c’è, le parti sociali ci sono, abbiamo fatto delle battaglie e auspichiamo che venga applicato intanto sul lavoratore privato per poi essere esteso anche a livello pubblico perché sull’equiparazione tra salari pubblici e privati siamo notevolmente indietro. Noi, se il governo vuole – prosegue il sindacalista -, siamo pronti ad essere convocati e auditi per parlare in maniera più concreta dell’introduzione di questo benedetto salario perché questa è la chiave di volta per rimettere in moto il mercato del lavoro, avere più entrate e più gettito, avere più copertura previdenziale, mettere mano alle pensioni”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BOMBARDIERI

Sulla sua pagina Facebook, Pierpaolo Bombardieri ricorda che “abbiamo iniziato mesi fa un confronto con il Governo sulle pensioni che si è subito interrotto. Dove sono finiti gli impegni ascoltati in campagna elettorale? Noi abbiamo fatto proposte unitarie concrete: la mancata perequazione per le pensioni sarà un danno che si porterà avanti nel tempo; è necessario pensare già da ora alle future pensioni dei nostri giovani, vittime di lavori precari; bisogna riportare Opzione donna alle condizioni iniziali. Quanto è stato fatto nei loro confronti è una vergogna! Noi non ci siamo mai tirati indietro al confronto, ma servono risposte urgenti!”. Il post del Segretario generale della Uil è accompagnata da un’immagine in cui viene ricordato che “per Opzione donna 20mila donne attendono risposte!”.

IL CAMBIAMENTO PER LA CASSA GEOMETRI

Nel corso di un convegno organizzato dalla Cassa geometri, il Presidente Diego Buono, come riporta Il Sole 24 Ore, ha ricordato che a novembre è stata deliberata una riforma delle pensioni, al vaglio ora dei ministeri vigilanti, che dall’anno prossimo porterà l’aliquota del contributo soggettivo dal 18 al 20% “per poi arrivare al 22% a regime”. Contemporaneamente, però, crescere anche (dal 2% al 3%) “la quota del contributo integrativo che la Cassa retrocede agli iscritti”. In questi modo i geometri “potranno contare su un tasso di sostituzione (ovvero il rapporto tra ultimo reddito prima della pensione e assegno pensionistico) che passerà dall’attuale 52% al 61%, a regime”. Buono ha evidenziato che “tra gli enti privatizzati eravamo tra quelli con alcune criticità, ma con i vari interventi di riforma, compreso quello in arrivo, saremo pienamente sostenibili”.

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