Il governo ha già in caldo il decreto lavoro che, come si sarà, sarà approvato proprio in occasione della festa del 1 maggio. Si sa già cosa bolle in pentola: tra taglio al cuneo fiscale per i redditi più bassi, eliminazione del reddito di cittadinanza, non c’è l’ombra di una bocca di riforma pensioni 2023.
Riforma pensioni 2023: come il decreto lavoro incide negativamente sul sistema previdenziale
E proprio in quei giorni i sindacati hanno già affermato che intenderanno pensare a mobilitazioni di piazza per protestare contro l’immobilismo del ministero. Ma possiamo parlare realmente di immobilismo? Il ministro Marina Calderone ha infatti istituito un osservatorio proprio per raccogliere dati alla base della bozza della riforma pensioni 2023, ma si tratterà unicamente di un osservatorio che dovrà valutare l’impatto socio-economico delle proposte da attuare. Immaginiamo che questo osservatorio stia cercando di elaborare dunque il minor impatto sulle casse statali tra le proposte avanzate fino a questo momento. Ma in nessun caso potrà accadere che il governo acconsenta l’abbassamento dell’età pensionabile in quanto questa scelta potrebbe mettere a rischio i conti dello stato.
Riforma pensioni 2023: perché il decreto aumenta la precarietà?
Tuttavia il decreto lavoro è stato molto criticato: per molti potrebbe aumentare la precarietà anche perché, tagliando le tasse per gli stipendi medio bassi, questi saranno incentivati. E cosa centrano gli stipendi con la riforma pensioni 2023? Indirettamente questi finirebbero per incidere anche sul sistema previdenziale perché oltre a costituire la base su cui calcolare il montante contributivo su cui si baserebbero le pensioni del futuro, finiscono anche per costituire la qualità della vita dei lavoratori di oggi. Incentivare il taglio delle tasse per i redditi medio bassi, benché si tratti di una cifra irrisoria che va dai 10 ai 16 euro al mese, e benché questa possa garantire un netto in tasca al lavoratore di circa 160-180 euro all’anno, finirebbe per lanciare un pessimo segnale proprio in occasione della festa dei lavoratori.
I sindacati dunque si auspicano che il governo possa riprendere i tavoli di trattative non appena il lavoro dell’osservatorio sarà a buon punto e che possano essere accolte le richieste di abbassamento dell’età pensionabile.