OPZIONE DONNA, LE PAROLE DI MALAVASI (PD)

Continua a far discutere la bocciatura delle mozioni su Opzione donna alla Camera. Ilenia Malavasi evidenzia che “alla prova dei fatti, le maschere cadono: la destra non ha nessuna intenzione di restituire il diritto alla pensione a 20 mila esodate”. La deputata del Pd, come riporta globalist.it, sottolinea che “parliamo di donne private del diritto di anticipare la pensione a 58 o 59 anni con 35 di contributi perché il Governo Meloni ha stravolto la storica norma in legge di bilancio, rendendo quasi impossibile accedervi a causa di paletti incrociati talmente stringenti da aver ridotto la platea della potenziali interessate a meno di 3000 euro quest’anno. “La verità è che hanno fatto cassa con Opzione donna pur sapendo che si tratta di un anticipo che le donne si pagano da sole, rinunciando fino a un terzo dell’assegno con il ricalcolo contributivo. Con il no pronunciato oggi da governo e maggioranza il nostro sistema previdenziale resta senza una misura specifica a favore delle donne. L’unica che c’era, di fatto, è stata abolita senza appello”, aggiunge Malavasi.



M5S CONTESTA LA MOZIONE DEL GOVERNO SULLA RIFORMA PENSIONI OPZIONE DONNA

Dall’allarme lanciato dal Presidente Inps in scadenza Pasquale Tridico, alla riforma pensioni di Opzione Donna che rimarrà per il momento così com’è: le critiche al Governo continuano sul tema previdenza e da ultimo vi sono le parole della ex sindaca di Torino Chiara Appendino in merito alla mozione approvata ieri alla Camera sulla riforma riguardante le pensioni femminili.



«Ancora oggi, su Opzione Donna il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno mostrato il loro vero volto», attacca la deputata grillina, sottolineando poi come «La bocciatura della nostra mozione, con la quale avevamo chiesto di ripristinare la misura con i vecchi requisiti, non è che l’ultimo atto di una serie di prese in giro che vanno avanti da mesi sulle spalle di oltre 20mila donne». Secondo Appendino, la mozione del Governo che lascia pressapoco intatta l’attuale schema di Opzione Donna è inaccettabile: «Donne che avevano maturato il diritto di andare in pensione e che ora non possono più, perché quello stesso esecutivo che ha paura di tassare gli extra profitti milionari delle banche, del settore energetico e farmaceutico ha deciso di usarle come un bancomat. In questi mesi abbiamo ben compreso che non basta essere presidente del Consiglio donna per fare politiche a favore delle donne: anzi qui vediamo il fenomeno opposto». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI TRIDICO

Come riporta Ansa, Pasquale Tridico ha detto che “scontiamo già quest’anno un gap di 22 miliardi a fronte di un esborso deciso con la Legge di bilancio e di mancati incassi contributivi. Per quanto tempo possiamo permetterci questo accumulo di gap? Abbiamo indicizzato le pensioni anche se in modo decrescente per una spesa di 22 miliardi, i salari non sono stati indicizzati. Bisogna rinnovare i contratti e introdurre il salario minimo”. gruppotv7.com riporta anche le dichiarazioni del Presidente dell’Inps all’inaugurazione delle sede ristrutturata di Trieste: “I pensionati sono sempre di più perché, soprattutto in questi anni, dal 2023 in poi, pensioniamo i nati nel 1960, quando nasceva un milione di persone all’anno. Oggi ne nascono meno di 400 mila: entrano nel mercato del lavoro persone a un tasso che è meno della metà di chi esce. Questo qualche problema di sostenibilità in prospettiva lo pone”.

OPZIONE DONNA, LE PAROLE DI ROGGIANI E GRIBAUDO

Silvia Roggiani, deputata del Partito democratico, su Twitter scrive che “condizionandola a requisiti troppo rigorosi di fatto il governo cancella ‘Opzione donna’”. Sulla stessa linea Chiara Gribaudo, che evidenzia che “il Governo smantella, di fatto, Opzione donna, continuando la sua politica contro le donne”. La deputata del Partito democratico spiega che “gli stessi che in campagna elettorale dicevano di volerla potenziare, con il voto di oggi ne decretano la fine. Fanno riferimento a generiche, e non precisate, altre prestazioni pensionistiche, di fatto lasciando tutto com’era in legge di bilancio. Uno schiaffo per migliaia di lavoratrici ed esodate, l’ennesimo voltafaccia nei confronti delle donne, un ulteriore perdita di credibilità per la destra di governo”. Gribaudo aggiunge che “continueremo a lottare per veder ripristinata una misura che si è dimostrata, negli anni, giusta, utile e che ha contribuito a sostenere economicamente migliaia di donne”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MARRELLA (CONFAEL)

Il Segretario generale della Confael Domenico Marrella, commentando il mancato aumento delle pensioni, in una nota evidenzia che “la verità è che sulle pensioni i Governi hanno sempre fatto cassa, mettendo strumentalmente i giovani contro gli anziani, mentre in realtà hanno privato le generazioni dopo il 1995 di una prospettiva previdenziale dignitosa”. “Nemmeno sui lavori usuranti e gravosi si è mai trovata una soluzione. Non c’è nessuno che non sia consapevole di questo. Ma in questi decenni Cgil, Cisl e Uil non si sono opposte davvero, basti pensare alle sole 3 ore di sciopero nel 2012 contro l’approvazione della Fornero e questo la dice lunga sul ‘filo rosso’ che ha sempre unito il sindacato e la politica, di fatto emarginando l’autonomia sindacale”, aggiunge il sindacalista.

LA RICHIESTA SULLE MINIME

Dal suo punto di vista “occorre aumentare le pensioni minime con riferimento ai contributi versati e aumentare le pensioni di chi ha le retribuzioni più basse. In particolare, va difesa la condizione delle donne, sia delle attuali pensionate (generalmente più povere), sia di quelle future, senza meccanismi penalizzanti, come è stata Opzione donna. Bisogna rivendicare l’integrazione contributiva e retributiva dei periodi di maternità e i congedi parentali”. Marrella spiega anche che “nel nostro direttivo nazionale del 15 e 16 maggio a Fiuggi affronteremo il tema del sistema pensionistico e della denatalità perché le entrate non coprono le uscite e le pensioni sono troppo basse e vanno adeguate a quelle dell’eurozona”.

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