DONNO CONTRO SALVINI
Leonardo Donno replica a stretto giro alle dichiarazioni di Matteo Salvini: “Consiglio al ministro Salvini di leggere meno Topolino e più la legge di Bilancio: eviterà di ripetere menzogne come quella secondo cui con la stessa manovra non c’è alcun peggioramento della legge Fornero, che nella Nadef il ministro Giorgetti ha definito un modello virtuoso. Proprio così”. Il deputato del Movimento 5 Stelle aggiunge: “Salvini parla di 50mila persone che usciranno il prossimo anno con Quota 103 ma, se per l’appunto avesse letto la relazione tecnica, avrebbe scoperto che si parla di appena 17mila persone: praticamente un terzo. Non solo. Con l’assegno ricalcolato interamente con il contributivo, un pensionato rischia di perdere fino a 475 euro al mese: un vero e proprio salasso. E ancora: sempre al fine di fare cassa, peggiorando Ape sociale e cancellando, di fatto, Opzione donna il Governo ha condannato migliaia di lavoratrici e lavoratori che avevano programmato di andare in pensione prima a restare al lavoro. Caro Salvini, le chiacchiere stanno a zero. Menti sapendo di mentire. Studia, che è meglio”.
SALVINI ATTACCA NUOVAMENTE LA RIFORMA PENSIONI FORNERO
A margine dell’inaugurazione della fiera EICMA a Milano, il Ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini torna sul tema della riforma pensioni sottolineando il piano a lungo termine del Governo per il resto della legislatura. Quanto anticipato in Manovra, «è un ulteriore passo in avanti verso lo smantellamento di quella schifezza che è la legge Fornero».
Per il leader della Lega, con le ultime modifiche adottate in Manovra, «si guadagnano almeno tre anni di vita rispetto a quello che la signora Fornero prevedeva». Salvini non accetta la lettura data da giornali e opposizioni circa un ripensamento sulla riforma pensioni targata ancora Fornero: «C’è qualche giornale che in maniera totalmente infondata e falsa parla di peggioramento della legge Fornero», rileva il vicepremier, «Ricordo a chi ignora che la legge Fornero prevedeva l’età di pensionamento a 66 o 67 anni». Oggi con il provvedimento del Governo sulle pensioni si ha quel passo verso quota 41 che resta l’obiettivo della Lega e dell’esecutivo, «permetteremo nei prossimi mesi di andare in pensione a circa cinquantamila lavoratrice e lavoratori con un’età media sui 63 anni», ha concluso Salvini dall’EICMA. (agg. di Niccolò Magnani)
LE RASSICURAZIONI DI SCHILLACI
I consiglieri regionali veneti del Pd, come riporta cafetv24.it, evidenziano che “il taglio sulle pensioni previsto dalla Finanziaria, sta già producendo i suoi effetti, come paventato: si registrano infatti richieste di fuoriuscita anticipata e questo non fa altro che aggravare la situazione di una sanità pubblica già falcidiata da abbandoni a favore del privato”. Anna Maria Bigon aggiunge: “Tagliare le pensioni, già risicate visto il livello inadeguato degli stipendi, la dice lunga sulla volontà della destra, a ogni livello, di smantellare la sanità pubblica. Il ministro della Salute Orazio Schillaci, tuttavia, come riporta quotidianosanita.it, ospite della trasmissione 24 Mattino in onda su Radio 24 spiega di ritenere che “il Governo stia lavorando per trovare una soluzione” alla norma che taglia le pensioni dei medici “vista anche la carenza di professionisti e sono fiducioso. Una carenza che si farà sentire soprattutto nei prossimi tre anni vista la gobba pensionistica. Troveremo un accomodamento per la norma”.
LE PAROLE DI RONGHI
Come riporta Ansa, Salvatore Ronghi evidenzia che “grazie al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, sarà corretta, nella manovra di Bilancio, la norma che taglia gli adeguamenti delle pensioni sia per i medici che per le altre categorie di personale della Pubblica amministrazione interessato”. Dal suo punto di vista, si tratta di “un atto di giustizia e di salvaguardia doveroso nei confronti di questi lavoratori che si fonda sul principio giuridico dei diritti acquisiti sul quale ogni lavoratore e ogni cittadino deve poter contare”. Il Presidente di “Sud Protagonista” esprime inoltre l’auspico che “anche i cosiddetti ‘millennials’, ovvero coloro che, avendo iniziato a lavorare dopo il 1993, vedranno la propria pensione calcolata interamente calcolata con il sistema contributivo, vengano salvaguardati eliminando ogni possibilità che aggravi l’eventuale raggiungimento della pensione anticipata e, in generale, che si affronti il capitolo pensioni, come sta facendo il Sottosegretario Durigon, uscendo dalla logica delle ingiuste penalizzazioni, e puntando, invece, a recuperare risorse dal taglio e dalla razionalizzazione di altre spese”.
RIFORMA PENSIONI, LE SIMULAZIONI SULL’ANTICIPO A 64 ANNI
Tra le misure di riforma delle pensioni contenute nella Legge di bilancio c’è anche la modifica del vincolo per la pensione anticipata interamente contributiva a 64 anni, che passa 2,8 a 3 volte la pensione sociale. Secondo le simulazioni fatte da Andrea Carbone, fondatore di Smileconomy, per Repubblica, questo traguardo è raggiungibile per “un lavoratore dipendente che guadagna 46 mila euro lordi per 25 anni e un lavoratore autonomo che ne prende 63 mila euro. Prima ad entrambi “bastavano” 43 mila euro e 59 mila euro: traguardi ora riservati alle mamme lavoratrici con un figlio. Se i figli sono due, servono 40 mila euro alla lavoratrice dipendente e 55 mila euro all’autonoma”. Senza dimenticare che fino ai 67 anni la pensione non potrà superare i 2.800 euro al mese.
LA PROTESTA DELLA UILP
Intanto la Uilp, in una lettera consegnata ai parlamentari, esprime “la ferma contrarietà al taglio della rivalutazione delle pensioni contenuto già nella precedente legge di bilancio e confermato in questa manovra. La rivalutazione delle pensioni all’inflazione non è un aumento, ma l’unico strumento che hanno i pensionati per conservare il proprio potere d’acquisto nel tempo”. Il Segretario generale Carmelo Barbagallo ricorda anche che il sindacato, contro il blocco parziale delle rivalutazioni, ha “avanzato ricorsi all’Inps ora la pratica andrà direttamente in Tribunale per fare le cause”, con l’obiettivo poi di arrivare a un pronunciamento della Corte Costituzionale. Resta da capire quali saranno poi le tempistiche per arrivare a tale sentenza.
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