LE PAROLE DI BUONOMO (UIL)
Vera Buonomo evidenzia che “ancora una volta, il Governo fa cassa sulle pensioni e sulla pelle dei pensionati. Le nostre richieste sono state completamente disattese: tra tutte, il superamento della Legge Fornero, tanto richiamato in campagna elettorale; invece, si introducono condizioni di accesso alle pensioni perfino peggiori. Non c’è alcun cenno a una pensione di Garanzia per le future generazioni, né all’introduzione di una vera flessibilità. Inoltre, si mantiene Opzione Donna, ma a condizioni estremamente restrittive. Stessa linea per Ape Sociale”. La Segretaria confederale della Uil aggiunge che “a spese dei lavoratori del Pubblico impiego, in particolare, è stata fatta una delle ‘operazioni di cassa’ più grande di sempre, al pari di quanto avvenne nel 2011, decurtando la loro pensione per somme tra il 20 e il 30% e ledendo un diritto maturato in anni di lavoro. Un insieme di misure, queste, che penalizza i più fragili e chi purtroppo non ha avuto la fortuna di intraprendere un lavoro stabile e continuativo”.
LO SCONTRO SULLA RIFORMA PENSIONI IN MANOVRA: PARLANO SALVINI E DURIGON
Non si placa la polemica tra sindacati e opposizioni per la riforma pensioni inserita nella prossima Manovra di Bilancio, in particolare modo il rinnovo della Quota 103 con modifiche sostanziali non è stato gradito dai detrattori del Governo. Rispondendo alle critiche mosse da Cgil e Uil, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini giudica come «buona mediazione» quanto ottenuto in termini di risorse per il Ponte sullo Stretto e la Quota 103, anche se riconosce come l’attuale situazione economica «non sia rosea».
Entro la fine della legislatura, conclude Salvini nell’intervista al “Corriere della Sera”, «confidiamo di raggiungere tutti gli obiettivi». Raggiunto da “La Stampa” il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon conferma quanto sottolineato dal suo segretario di partito, aggiungendo «abbiamo voluto dare un’impronta politica alla nostra riforma: è vero che siamo intervenuti sul sistema retributivo, ma sapendo che ogni anno che passa il contributivo sarà sempre più prevalentemente nel calcolo degli assegni pensionistici. Già oggi pesa per i tre quarti mentre un quarto è basato sul retributivo». La Quota 41 per tutti resta l’obiettivo di fine legislatura per cancellare la riforma pensioni Fornero: «per tutti sempre col calcolo contributivo, in maniera tale da rendere questa misura sostenibile dal punto di vista economico-finanziario e come livelli di uscita». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI LANDINI E CONTE
La Stampa ha raccolto due voci critiche sulle misure di riforma delle pensioni contenute nella manovra. Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, evidenzia che il Governo ha confermato Quota 103, ma con il ricalcolo della “componente retributiva, cosicché se uno va in pensione perde mediamente il 15 per cento. Se non bastasse, il settore pubblico subisce la revisione delle aliquote, che è pure incostituzionale, perché tocca diritti acquisiti. E per giovani e donne si aggrava la situazione”. Giuseppe Conte, Presidente di M5s, rincara la dose spiegando che “si fa cassa su 700mila dipendenti pubblici, tra cui medici, infermieri e insegnanti, esaltati a parole e puniti nei fatti. Quello che stanno facendo nel comparto pensioni è una vergogna: meno flessibilità in uscita, Opzione donna diventa sempre più ‘discriminazione donna’ e Quota 103 è un fallimento, lo dicono i numeri dell’Inps”. Infine, “con il taglio delle rivalutazioni si colpiscono ancora pensioni tutt’altro che d’oro, 4 o 5 volte la minima. Persino Fornero dice che il trio Meloni-Salvini-Tajani è stato più duro di lei”.
IL “PROMEMORIA” DELL’ANIEF
In una video-intervista a Teleborsa, Marcello Pacifico ricorda che “il sistema delle pensioni quest’anno cambia, non ci sarà più Opzione Donna ed è importante dichiarare all’Inps tutto il servizio per il ruolo svolto entro il 31 dicembre, al fine dell’accredito nell’estratto contributivo, perché potrebbe essere perso”. Diventa quindi fondamentale far valere tutti i servizi di lavoro svolti, anche quelli precedenti all’immissione in ruolo, controllando che siano presenti nel proprio estratto contributivo Inps. Il Presidente nazionale dell’Anief sottolinea anche che una distrazione in questo senso potrebbe comportare la perdita di risorse “pari circa un terzo degli stipendi ricevuti dai precari durante la loro carriera da supplenti”. Pacifico spiega, infine, l’importanza di recuperare con apposito ricorso il salario accessorio, la Carta del docente e non per ultimo l’assegno una tantum dell’indennità di vacanza contrattuale. Questi emolumenti servono anche per farli conteggiare a livello contributivo e quindi per avere una pensione maggiore”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano evidenzia che “la Legge di bilancio, al di là delle promesse elettorali di ‘cancellazione della legge Fornero’, mai avvenuta, va nella direzione opposta: in pensione si andrà più tardi e con assegni più magri. Non viene neanche mantenuto lo ‘status quo’. Vale per Quota 103, per l’Ape sociale e per Opzione Donna ma, cosa più grave, vale soprattutto per i giovani”. L’ex ministro del Lavoro ricorda, infatti, che viene alzata la soglia relativa al futuro assegno attualmente prevista per andare in pensione a 64 anni con il sistema contributivo pieno pari da 2,8 volte a 3 volte la pensione minima. Tra l’altro, “per le lavoratrici rimane a 2,8 se hanno un figlio e a 2,6 se ne hanno due. Un copia incolla della bruttura fatta l’anno scorso con Opzione Donna”.
IL COMMENTO DI FURLAN
Restando in casa Pd, partito cui appartiene Damiano, Annamaria Furlan, ex Segretaria generale della Cisl e ora Senatrice dem, spiega che “ogni giorno emerge un nuovo dettaglio sulla manovra finanziaria del governo Meloni, ogni giorno è più chiaro che fa cassa sugli attuali pensionati e su quelli futuri. Il quadro che emerge è drammatico: si allunga l’età pensionabile, i pensionati sono sempre più poveri, e si registra un accanimento speciale per le lavoratrici ed i lavoratori pubblici, i giovani disoccupati e i precari”. L’ex sindacalista sottolinea che vi sono “tagli all’indicizzazione delle pensioni, penalizzazioni economiche per Quota 103, 8 miliardi di tagli alle future pensioni dei lavoratori pubblici, un ulteriore peggioramento di Opzione donna”.
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