LE PAROLE DI MELONI, SAVINO E LANDINI
Come riporta Ansa, Giorgia Meloni spiega che le “scelte strategiche” per la manovra sono “sostenere i redditi, sanità, famiglie che mettono al mondo dei figli e se possiamo rafforzare ancora di più le pensioni più basse”. Di priorità per la manovra parla anche Sandra Savino, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze. “Partiremo con il taglio del cuneo fiscale per incrementare i salari netti dei lavoratori, difendendone il potere d’acquisto, per poi proseguire con le altre emergenze del nostro Paese come una sanità più efficiente abbattendo le liste d’attesa, interventi sulle pensioni minime e misure a favore della natalità per contrastare la crisi demografica”, sono le sue parole riportate da Teleborsa. Intanto Maurizio Landini, Segeretario generale della Cgil, come riporta Adnkronos, fa sapere che “se la legge di bilancio seguirà la logica della Nadef e cioè tagli alla Sanità, riforma fiscale che non esiste, taglio delle pensioni, un peggioramento, allora chiederemo anche alle altre organizzazioni anche di arrivare a uno sciopero generale”.
STOP ALLE PENSIONI D’ORO IN PORTOGALLO PER GLI STRANIERI
Mentre in Italia si aggiungono ipotesi alle “canoniche” vie di riforma pensioni 2023 con l’ultima Quota 84, dal Portogallo giungono notizie pessime per i pensionati stranieri che negli ultimi anni avevano sfruttato le particolari agevolazioni fiscali imposte dallo Stato portoghese per attrarre immigrazione previdenziale.
Dal 1 gennaio 2024 termina in Portogallo infatti il regime fiscale agevolato per i residenti non abituali: francesi, tedeschi, inglesi e soprattutto italiani negli ultimi dieci anni si sono trasferiti tra Lisbona e le località balneari dell’Algarve utilizzando esenzioni e prezzi speciali. Come spiega “La Repubblica”, è di duplice motivazione la scelta fatta dal Premier Antonio Costa “contro” le pensioni dall’estero: «le pressioni di Bruxelles che raccoglie i rilievi dei paesi membri Eu che si vedono sottratte fette consistenti di entrate fiscali», dall’altro hanno pesato anche le proteste della sinistra estrema portoghese, a disagio per un trattamento che considera «discriminatorio rispetto al resto della popolazione portoghese». (agg. di Niccolò Magnani)
LE IPOTESI PER LE PENSIONI DELLE DONNE
Come riporta Il Messaggero, il Governo sta lavorando a Quota 84 per le donne. Di fatto non si tratta di una nuova Quota, dato che già oggi è possibile andare in pensione a 64 anni, con almeno 20 di contributi, nel sistema contributivo pieno. Tuttavia, per farlo è necessario aver maturato una pensione almeno 2,8 volte quella minima. L’idea dell’Esecutivo sarebbe di abbassare tale soglia a 2-2,5. Il quotidiano romano ricorda anche che si sta lavorando a una Ape rosa, per consentire di lasciare il lavoro già a 60-61 anni. Tuttavia, questa forma di Ape sociale “avrebbe le stesse limitazioni che oggi valgono per ‘Opzione donna’. Quindi sarebbe riservato alle ‘caregiver’ (chi si prende cura dei familiari) e a chi ha un’elevata percentuale di invalidità”. Dunque non ci dovrebbero essere molti canali di ingresso in più alla pensione anticipata per le donne, a meno di non aspettare di aver compiuto almeno 64 anni e di far ricalcolare il futuro assegno pensionistico con il sistema contributivo, con una penalizzazione che dovrebbe essere inferiore a quella prevista per Opzione donna.
POCHI CAMBIAMENTI PER LA SCUOLA
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore viene ricordato che “il cantiere previdenziale avviato dal ministro del Lavoro, Marina Calderone in vista della Legge di bilancio non impatterà, almeno per il momento, sugli insegnanti”. I quali, entro il 23 ottobre, dovranno presentare domanda per la cessazione dal servizio che avrebbe effetto dal 1° settembre 2024. “Sempre entro il 23 ottobre 2023, va presentata la domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale per il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola che non ha raggiunto il limite di età, ma di servizio, con contestuale riconoscimento del trattamento di pensione”, spiega il quotidiano di Confindustria, ricordando anche che “non è più previsto il trattenimento in servizio oltre il compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo d’ufficio, ma è possibile restare in servizio fino al limite massimo di 71 anni di età per maturare i requisiti contributivi minimi richiesti per il pensionamento di vecchiaia”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON
Intervistato da Repubblica, Claudio Durigon spiega che l’intervento sulle indicizzazioni delle pensioni “fatto l’anno scorso vale due anni. In questo momento escludiamo di tornarci e pensiamo ai giovani, alle donne e ad alzare le pensioni minime”. Il sottosegretario al Lavoro evidenzia anche che Opzione donna “così com’è non funziona. La stretta ha ridotto le adesioni, poco sopra il migliaio. Stiamo valutando l’Ape rosa, di inserire cioè una speciale categoria dell’Ape sociale che comunque vogliamo ampliare. Valutiamo anche altre strade. A 62 anni le donne in media hanno solo 28 di contributi. Il problema esiste”. Per quanto riguarda i giovani, l’obiettivo è cambiare “quel requisito che impedisce a chi è totalmente contributivo di uscire a 64 anni con 20 di contributi perché deve avere una pensione 2,8 volte l’assegno sociale. Cambieremo il 2,8”.
FLESSIBILITÀ SOSTENIBILE DOPO QUOTA 41
Quanto alle misure di riforma delle pensioni e al superamento della Legge Fornero, l’esponente della Lega sottolinea che verrà confermata “Quota 103 per un altro anno, una misura tutt’altro che flop: a settembre 25 mila domande, di cui 15 mila accolte. Siamo quasi al 70% di tiraggio, molto alto. Poi faremo Quota 41. E infine arriverà la nostra flessibilità sostenibile”, che consiste nel “puntare a uscire prima, ad esempio a 64 con 20 di contributi. Potendo conteggiare nella contribuzione più cose: riscatto della laurea, agevolazioni delle aziende, rendita da pensione integrativa”. Riguardo la manovra, Durigon spiega di non aspettarsi “una bocciatura né dall’Europa, né dai mercati, né dalle agenzie di rating. Non siamo un Governo spregiudicato. E infatti lo spread è già sceso”.
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