In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo, Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro della Lega ha rilasciato delle dichiarazioni che tradiscono il punto in cui il governo sarebbe arrivato in vista prima dei due incontri di settembre e poi della nota di aggiornamento al DEF (la NaDef). Ecco come ha spiegato le riforme che il Ministro del Lavoro sta tentando di apportare.



Riforma pensioni 2023: Durigon ha le idee chiare su quota 41

Per Durigon la riforma strutturale sulle pensioni deve necessariamente passare dal paletto dell’età contributiva: non si può prescindere dai 41 anni di contributi, anche se questo paletto ha creato moltissimi disagi soprattutto alle classi più giovani ma anche agli over 50 che hanno dovuto pagare il prezzo dell’assenza di una politica previdenziale in decenni di governi.
Eppure Quota 103 (l’uscita a 62 anni e 41 anni ndr) è la “certezza minima”: sarà cioè “rinnovata per un altro anno”. Ed in effetti della misura ponte c’è bisogno perch éil governo è ancora alla conta delle risorse per comprendere se e come realmente rendere strutturale una legge previdenziale e, ammesso che ci riesca, quanto potrebbe durare la normativa approvata? Sicuramente fino al 2030, perch époi il sistema contributivo sarà diffuso a tutto il corpo dei lavoratori. E quanto costa quota 103? A beneficiarne nel 2022 sono stati solo 20 mila lavoratori e ciò dimostra che i costi per lo stato non sono stati così onerosi.



Riforma pensioni 2023: l’obiettivo è sempre lo stesso, superare la Fornero

Poi Durigon chiarisce sulla legge Fornero: “Il percorso per raggiungere l’archiviazione definitiva della legge del governo Monti è ancora lungo. Ma il primo punto fermo minimo e la conferma, anche se sono in valutazione altre forme di uscita, che la quota 103 sarà estesa anche nel 2024. Non solo. L’altro tema è quello di un ampliamento della platea di soggetti che accede all’Ape social. Stiamo pensando a diverse alternative e l’Inps sta lavorando per calcolare il costo delle varie ipotesi”.

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