LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon, rispondendo a una domanda di Libero sul fatto che con le misure di riforma delle pensioni contenute nella manovra vi sarà meno gente che potrà andare in quiescenza, spiega che “su questo è intervenuto anche Salvini che, come del resto ho dichiarato anche io, ha affermato che chi dice che abbiamo peggiorato il sistema previsto dalla Fornero sbaglia. I fatti, d’altra parte, parlano chiaro: con quota 103 potranno andare in pensione 17mila persone nel 2024 e altre 25 mila nel 2025. Tutti lavoratori che con la riforma Fornero non potevano farlo. Inoltre, attraverso l’Ape social si stimano altre 13mila possibili uscite. Il che significa che abbiamo un pacchetto di flessibilità che garantisce una via di uscita secondaria rispetto all’iniqua legge Fornero. Se poi si dice che c’è stato un restringimento delle platee rispetto all’anno precedente, questo è vero. Ma non rispetto alla Fornero, che noi vogliamo superare”. Il sottosegretario al Lavoro evidenzia quindi che “quest’anno è un periodo ponte verso una riforma complessiva. Abbiamo mantenuto con alcuni paletti la possibilità di andare in pensione prima rispetto a quanto previsto dalla Fornero”.



IL SINDACATO DEI MEDICI FVM: “SUBITO VIA LA NORMA SULLE PENSIONI”

Aperti al dialogo con il Governo come promesso dal Ministro della Salute Schillaci e come garantito da diversi esponenti della maggioranza, il tema della riforma pensioni sul fronte medici continua a tener banco tra le sigle sindacali della categoria sanità: in una nota diffusa questa mattina sul Quotidiano Sanità, il Presidente di FVM (Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari) Aldo Grasselli chiede l’immediato stralcio della norma sul taglio delle pensioni ai medici.



«Abbiamo chiesto un confronto con il Governo tramite il Ministro della salute Schillaci che ha promesso di incontrarci», spiega il sindacato, sottolineando di essere comunque aperti «al dialogo ma l’esito del confronto dipende dalle decisioni del Governo sui temi che abbiamo rappresentato più volte per ciò che riguarda il finanziamento del Ssn, su ciò che riteniamo necessario in termini di finanziamento extracontrattuale della massa salariale mediante un aumento dell’indennità di specificità medica, veterinaria e sanitaria e, cosa ancora più recente e più grave, sulla trasformazione della pensione degli eroi in un bancomat». Il Sottosegretario al Lavoro Durigon ha ragione – conclude Grasselli – «la norma sulle pensioni va cassata in toto. Se così non sarà le proteste e gli scioperi saranno molto più numerosi e frequenti di quanto non si sia mai visto prima». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI SALVINI E MARI

Come riporta Ansa, Matteo Salvini, intervenendo al convegno “Future cities”, ha detto che sulle misure in manovra che riguardano le pensioni e su eventuali emendamenti “ci stiamo già lavorando”, non solo per quanto riguarda i medici. In particolare,”ci sta lavorando il ministero dell’Economia. Ascolteremo tutte le proposte che arrivano. Io però faccio il ministro dei Trasporti”. A stretto giro è arrivato però il commento di Franco Mari, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Lavoro della Camera, che evidenzia: “Possono fare tutti i correttivi che vogliono, la flessibilità in uscita, proprio perché è penalizzante per lavoratori e lavoratrici e perché rappresenta un costo per lo Stato, è sempre una conferma del sistema pensionistico vigente, cioè della legge Fornero. Si tratta semplicemente dell’eccezione che conferma la regola”. La Uil Pensionati Sardegna, intanto, si prepara alla grande mobilitazione nazionale del 17 novembre programmata da Cgil e Uil ricordando il peso del blocco parziale delle rivalutazioni sugli assegni.

LA CRITICA DI AIELLO AL GOVERNO

Domani le Acli di Bologna hanno organizzato una conferenza stampa in cui, tra le altre cose, si affronteranno le novità di riforma delle pensioni previste nella Legge di bilancio 2024 che ha iniziato il suo iter parlamentare. A Caltanissetta, invece, si terrà un’assemblea indetta dal sindacato Cisal e dalla federazione Siad-Csa per raccogliere le firme a supporto della proposta di legge di iniziativa popolare per il riscatto dei contributi figurativi per i lavoratori socialmente utili, in modo da evitare che abbiano pensioni molto basse. Intanto Davide Aiello, deputato del Movimento 5 Stelle, come riporta Ansa, promette battaglia per cancellare l’articolo 33 della manovra, con il quale si interviene sull’aliquota di rendimento della quota retributiva delle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici. Secondo Aiello, il Governo “già dalla scorsa legge di Bilancio usa le pensioni degli italiani come un bancomat” e questo non va assolutamente bene.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon spiega che “piaccia o non piaccia, la riforma della professoressa Fornero è erosa. In via di superamento, come la Lega ha promesso. Entro la legislatura, manterremo un’altra promessa: la realizzazione di quota 41”. “Questa finanziaria non sarà quella della riforma pensionistica che noi vorremmo. Però è certamente quella che crea il percorso per arrivarci”, aggiunge il sottosegretario al Lavoro intervistato dal Corriere della Sera, evidenziando che “sulla flessibilità in uscita, semplicemente siamo di fronte alla possibilità di avere più pensioni al termine dell’anno. Nel 2024 saranno 17 mila, l’anno dopo 25 mila, pur avendo mantenuto la flessibilità. Una possibilità che prima non c’era”.

IL FOCUS SULL’APE SOCIAL

L’esponente leghista ricorda anche che l’Ape social “è stata mantenuta. Abbiamo aggiunto 5 mesi per la sostenibilità della spesa. Ma tutto questo ci dice che molti punti fondanti della Fornero sono in corso di superamento, l’Ape social nasce appunto per dare una flessibilità alla iniqua legge del Governo Monti. Non dimentichiamo anche la possibilità di riscattare 5 anni di contributi per formazione o per i periodi di discontinuità nel lavoro”. Sulla pensione contributiva anticipata a 64 anni sottolinea che “abbiamo alzato il requisito per gli uomini, 3 volte la minima, ma abbiamo abbassato a 2,6 volte la minima il requisito per le donne con figli. Un fatto di equità, dato che loro avevano più difficoltà a raggiungere la quota anche a causa dei contributi figurativi. Abbiamo offerto comunque una prospettiva di diminuzione”.

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