LE PAROLE DI PEDRETTI E PAPALEO

Nel corso dell’inaugurazione della sede dello Spi-Cgil di Benevento, Ivan Pedretti, Segretario generale del sindacato, ha detto, come riporta anteprima24.it, che “la riduzione del cuneo fiscale sono gli stessi pensionati a pagarla. Si fa tanta propaganda, ma si fa poco per le persone in difficoltà. Le pensioni al sud al massimo raggiungono gli 800 euro. Non c’è possibilità di guardare la futuro né per giovani, né per i pensionati”. Rosamaria Papaleo, Segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, intervistata dal Resto del Carino evidenzia invece che in questo momento i rapporti tra sindacati e Governo sono ai minimi storici: “Dopo la rottura delle trattative per quanto riguarda la riforma delle pensioni, sì. Peraltro, siamo, anche a livello nazionale, in un momento di forte mobilitazione proprio per questo”. La sindacalista ha anche spiegato che l’aumento dell’inflazione che riguarda in particolare i beni alimentari “va a pesare maggiormente sui redditi medio-bassi di famiglie e pensionati, quindi è quella fascia reddituale lì che deve essere soggetta alle attenzioni maggiori e protezioni adeguate”.



BOMBARDIERI (UIL) E L’ATTACCO AL GOVERNO SULLA RIFORMA PENSIONI OPZIONE DONNA

Dopo il leader della Cgil Maurizio Landini anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri prende posizione molto critica nei confronti del Governo Meloni dopo gli interventi attuati nel Decreto Lavoro, e quelli “mancati” sulla riforma pensioni. «Per parlare di lavoro, bisogna conoscerlo ed essere qui con i lavoratori delle cave è davvero importante per comprendere i problemi reali delle persone. Venissero qui, dunque, i rappresentanti del Governo che parlano di pensioni e sicurezza, ma che decidono senza tener conto delle effettive esigenze della vita reale», spiega il leader Uil intervenuto in assemblea con i lavoratori delle cavi del marmo di Carrara.



Se il taglio del cuneo fiscale è stato salutato positivamente, per i sindacati non basta specie se si tradurrà in strutturale: «nulla si è mosso sul fronte della previdenza né per opzione donna né per la pensione di garanzia per i giovani, men che meno per la flessibilità in uscita. La riforma fiscale, poi, prevede una sorta di condono preventivo: allora, chiediamo che ai lavoratori dipendenti e ai pensionati venga tolto il sostituito d’imposta e venga lasciato tutto in busta paga, successivamente pagheranno il 15% come le altre categorie», conclude Bombardieri. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, IL RINVIO DEL GOVERNO

Come spiega Il Sole 24 Ore, “nonostante il pressing di Lega e Fi non c’è stato spazio per un ulteriore ritocco verso l’alto delle pensioni minime. Ed è rimasto al palo anche l’allentamento della stretta su Opzione donna, scattata con la prima legge di bilancio targata Meloni, al quale fin dall’inizio dell’anno il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha cercato di aprire un varco. Ma la partita deve essere considerata soltanto sospesa”. Con la Legge di bilancio, infatti, bisognerà tener fede alla risoluzione sul Def approvata dal Parlamento, in cui sui chiede “un intervento per alzare l’importo dei trattamento più bassi. E sempre alla legge di bilancio spetterà il compito di indicare la configurazione di Opzione donna per il 2024 e di tracciare la rotta per il ‘dopo Quota 103’. Che potrebbe anche essere prorogata, magari con un parziale restyling, visto che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore in edicola il 29 aprile scorso ha confermato che al momento non esistono spazi per una riorganizzazione del sistema previdenziale”.

LE PAROLE DI LANDINI

Il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini, come riporta controradio.it, a margine di un’iniziativa della Filcams a Firenze ha detto che “se vogliono aprire davvero un confronto con noi, abbiamo avanzato proposte su tutto, e piattaforme per la salute, la sicurezza, le pensioni, gli investimenti nelle infrastrutture. Però il Governo deve decidere: se vuole fare vetrine e propaganda noi siamo stanchi, e non ne abbiamo bisogno. Se vuole confrontarsi con noi deve iniziare a rispondere alle cose che abbiamo chiesto, e capire se prima di prendere le decisioni vuole sentire anche il nostro parere ed è disponibile a trovare delle intese, cosa che finora non sta facendo”. Intanto Maurizio Acerbo, Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, polemizza con la scelta dell’Ue di aumentare la spesa per munizioni da fornire all’Ucraina: “Ci chiedono da anni di tagliare la spesa per sanità, scuola, stato sociale, pensioni e poi vengono a dirci che dobbiamo comprare le munizioni?”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Intervistato dalla Stampa, Claudio Durigon, oltre a spiegare che Quota 41 per tutti resta un obiettivo di legislatura, non esclude “la possibilità di migliorare fin da subito l’attuale Quota 103”. Il sottosegretario al Lavoro si dice fiducioso, “perché come sappiamo il sistema pensionistico dal ’96 in poi ci sta indirizzando sempre più sul sistema contributivo e questo va a incidere in maniera significativa sul calcolo delle pensioni rendendo più facile l’adozione di una Quota 41 per tutti”. Durigon confessa anche “di non essere un estimatore di Opzione donna, perché credo che un taglio del 30% dell’assegno per uscire a 58 anni non faccia impazzire. È vero che la nuova modalità prevista per quest’anno purtroppo ha avuto poche adesioni, però oggettivamente visto che siamo di fronte a una riforma strutturale credo che dovremo cercare di trovare qui una risposta al problema”.

L’ANALISI DI FAROLFI

Edgardo Farolfi, in un articolo pubblicato su leggilanotizia.it, spiega invece che “servono risposte immediate per lavoratori e pensionati su tutti i punti che i sindacati confederali rivendicano”, tra cui “l’aumento reale di salari e pensioni”. Dal suo punto di vista, “vanno previsti investimenti sulla sanità, la scuola, l’università, la ricerca e la formazione, servono risorse per una riforma strutturale delle pensioni, insieme a strumenti adeguati per favorire un’occupazione stabile e qualificata. Tutto ciò comporta relazioni sindacali forti e strutturate. I provvedimenti che il Governo sta mettendo in campo non vanno in questa direzione né nel metodo né per il merito, le Organizzazioni Sindacali sono di fatto escluse da un confronto preventivo e vengono solo e semplicemente informate delle decisioni assunte di volta in volta dal Consiglio dei Ministri”.

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