LA CONVOCAZIONE DEI SINDACATI

Come era stato stabilito nel corso dell’incontro tra Governo e parti sociali del 30 maggio, da questo mese di giugno partiranno dei tavoli specifici di confronto e, come riporta Ansa, la ministra del Lavoro Marina Calderone, ha convocato per il 22 giugno quello relativo alla sicurezza sul lavoro e per il 26 giugno quello riguardante la riforma delle pensioni. “Alle riunioni, che saranno presiedute dalla ministra Elvira Calderone, sono stati invitati a partecipare Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal e Confprofessioni. Entrambi i tavoli si terranno nella sede del ministero di Via Flavia”. Intanto, come riporta Il Sole 24 Ore, il ministero del Lavoro ha anche comunicato che sono terminati i fondi stanziati per i prepensionamenti legati ai contratti di espansione, che potranno essere, quindi, comunque sottoscritti, ma senza poter usufruire di contributi pubblici da parte delle imprese per finanziare parte degli scivoli pensionistici dei dipendenti che si trovino ad almeno 5 anni dal requisito per l’ingresso in quiescenza.



I DIVARI TERRITORIALI

In un articolo pubblicato su iltquotidiano.it, viene ricordato che “le pensioni in Italia mostrano un divario tra nord e sud, con le regioni del sud che presentano una media pensionistica inferiore rispetto a quelle del nord. Secondo i dati del ministero del Lavoro, l’importo medio della pensione nel 2020 è stato di €1.269, con le regioni del Trentino Alto Adige e della Lombardia che presentano le pensioni medie più elevate (rispettivamente €1.537 e €1.519) e le regioni del sud che presentano le pensioni medie più basse (la Calabria con €1.023 e la Sicilia con €1.062). Più specificamente in Trentino Alto Adige è presente una differenza tra le due province, con una pensione media maschile di €1916 al mese in Trentino e €1661 in Alto Adige. La disuguaglianza tra i generi è influente anche nel campo delle pensioni, con una pensione media femminile di poco più di €800 per entrambe le regioni. Questi dati evidenziano la necessità di riformare il sistema pensionistico italiano per garantire un’equa distribuzione delle risorse e ridurre le disuguaglianze economiche tra le diverse regioni del Paese”.



TRIDICO SULLA PROSSIMA RIFORMA PENSIONI: “TENERE CONTO DEGLI IMMIGRATI”

L’ormai ex Presidente INPS e tornato nei ranghi del M5s, Pasquale Tridico, nella sua lunga intervista a “Fanpage” traccia un bilancio di questi anni alla guida dell’Istituto e ragiona su quella che potrà essere la prossima riforma pensioni dal 2023 in poi. Lanciando l’allarme sulla nuova ondata di potenziali precari nel mercato del lavoro – tema caro a Conte nella sua contestazione al Governo Meloni – l’ex n.1 INPS sottolinea come gli immigrati saranno decisivi per sostenere il sistema previdenziale.



«Tutti i Paesi ricchi hanno immigrati. Non possiamo prescindere da questo, se vogliamo essere un Paese ricco. È necessario avere flussi di migrazione regolari, anche per sostenere le nostre pensioni. Gli immigrati partecipano al sistema pensionistico per 11 miliardi di euro e prendono, in termini di prestazioni e pensioni, circa 4,5 miliardi l’anno. Abbiamo un avanzo di oltre 6 miliardi e mezzo. La maggior parte di loro, inoltre, lascia le pensioni in Italia, perché non raggiunge i requisiti minimi», rileva Tridico a “Fanpage”. Sulla specifica riforma pensioni, il professore vicino al M5s ritiene che il sistema contributivo sia un vero «pilastro del nostro sistema», ma «si basa sull’aspettativa di vita, che è diversa da lavoratore a lavoratore. Tra un operaio e un dirigente ci sono quattro anni di differenza in aspettativa di vita a cinquant’anni. Non tutti i pensionati sono uguali e soprattutto i ricchi muoiono dopo i poveri, che spesso fanno lavori gravosi. Perciò dovremmo pensare per i poveri, e soltanto per loro, a canali di anticipazione pensionistica». (agg. di Niccolò Magnani)

I RENDIMENTI DEI FONDI PENSIONE

Su Libero vengono ripresi alcuni dati interessanti contenuti nella relazione presentata dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione. In particolare, “in media nel 2022 il rendimento è stato negativo per il 9,8% per i fondi negoziali per il 10,7% per i fondi aperti e dell’11,5% e per i nuovi Pip (i piani individuali pensionistici). Nello stesso periodo il Tfr si è invece rivalutato dell’8,3%, un valore comunque inferiore all’aumento dei prezzi (11,3%). Se si considerano gli ultimi dieci anni però, periodo più adatto per valutare la performance del risparmio previdenziale, il rendimento netto medio annuo dei fondi pensione negoziali è stato positivo e pari al 2,2%, quello dei fondi aperti del 2,5% e quello dei Pip del 2,9%. Nello stesso periodo la rivalutazione del Tfr media annua è stata pari al 2,4% mentre l’inflazione è stata in media dell’1,7% annuo. Gli iscritti alle forme di previdenza complementare restano inoltre una minoranza dei lavoratori. A fine 2022, il totale degli iscritti è di 9,2 milioni, in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente, per un tasso di copertura del 36,2% sul totale delle forze di lavoro”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon ribadisce che “la riforma delle pensioni e il superamento della Fornero resta una priorità per la Lega e per questo Governo. Lo abbiamo detto, lo faremo. Abbiamo cinque anni davanti a noi. Il percorso è già partito con Quota 103 che resterà in vigore fino alla fine dell’anno. Il nostro obiettivo resta quello dei 41 di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Presto capiremo su quante risorse possiamo contare. Sarà allora che riconvocheremo i sindacati per far ripartire i tavoli tecnici e analizzare le proposte che sono state presentate”. Il sottosegretario al Lavoro, intervistato da pensioniperutti.it, aggiunge che “Quota 41 si farà entro la fine della legislatura ma sono fiducioso sul fatto che potremo portare a casa la riforma anche prima”.

IL NODO DELLE RISORSE

Durigon evidenzia anche che occorre “consentire a chi ha lavorato una vita di poter andare giustamente in pensione, specie chi svolge un lavoro usurante. Allo stesso tempo, investire sui nostri giovani e aiutarli ad entrare nel mercato del lavoro”. A tal proposito, Durigon ricorda che “a breve arriverà in Parlamento il disegno di legge per promuovere l’occupazione delle nuove generazioni nella consulenza finanziaria, con una misura di defiscalizzazione”. “Aspettiamo di valutare la quantità di risorse che abbiamo a disposizione per il prossimo anno, ma la Riforma delle pensioni non è in discussione e andrà avanti, nel solco del lavoro che abbiamo avviato dal momento in cui ci siamo insediati. È un impegno che abbiamo preso con i nostri elettori e non intendiamo fare nessun passo indietro”, è la sua conclusione.

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