Riforma Pensioni 2023: 57 opzioni per andare in pensione

Il sistema pensionistico italiano è molto intricato, costringendo i lavoratori pronti ad uscire dal mondo del lavoro a conteggi contributivi piuttosto complicati. Questa situazione è il frutto dei troppi interventi che si sono succeduti nel corso degli anni, portando gli esperti del settore a districarsi per fornire ai propri assistiti la soluzione migliore per poter godere del calcolo pensionistico più adeguato. Potrebbero però ora profilarsi nuovi interventi nell’ambito delle pensioni secondo quanto dichiarato da Durigon.



Sarebbero ben 57 ad oggi le opzioni attraverso cui andare in pensione, frutto della combinazione tra soluzioni anticipate, vecchiaia e invalidità. E il tutto differenziato anche in base all’iscrizione ad un determinato fondo previdenziale piuttosto che ad un altro.

In questo marasma ogni nuovo governo porta con sé la nuova proposta di riforma, e ora ci si aspetta un intervento anche dal Governo Meloni. A tal proposito delle scorse ore è stato l’intervento a Il Tempo del sottosegretario del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon, che ha fornito alcune anticipazioni.



Riforma Pensioni 2023: da quota 41 all’Ape social. Silenzio su Opzione donna

Durigon si è mostrato particolarmente positivo sulla riforma delle pensioniannunciata dal governo, pronta entro la fine della legislatura nelle intenzioni, oltre che sulla base delle risorse a disposizione.

Secondo il sottosegretario ci potrebbero essere le basi anche per poter anticipare le tempistiche, e tra le priorità ci sarebbe l’introduzione di quota 41, l’opzione con cui andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

Ma in cantiere non sarebbe l’unica idea. Durigon ha anche parlato di un possibile ampliamento del novero di beneficiari di Ape Social, con un’estensione delle categorie usuranti che permetterebbero di uscire dal lavoro anticipatamente.



Quanto ad Opzione Donna invece il sottosegretario non si è voluto sbilanciare. Allo stato attuale infatti non sarebbe in previsione un ampliamento dei requisiti per poter godere di questa forma pensionistica, nonostante l’attenzione da parte della premier Meloni nei confronti del mondo femminile.