Fra due giorni il ministro Marina Calderone e Giorgia Meloni, dovranno incontrarsi a Palazzo Chigi per stabilire in che modo mettere nero su bianco la legge strutturale sulle pensioni.

Riforma pensioni 2023: le ipotesi di riforma da introdurre in legge di bilancio

Ma il governo, oltre a dover trovare le risorse per strutturalizzare gli ammortizzatori previdenziali come Ape sociale che, pare, possa essere estesa inglobando dentro di se anche Opzione donna e con una pausa su quota 41 per tutti che, oltre ad essere costosa per lo stato è anche un problema per i giovani e gli over ’50.
Ma pare che nella nuova legge di Bilancio 2024 e forse anche nella Nadef, venga posta una nuova normativa sulle pensioni medio-alte per trovare le risorse per la riforma previdenziale e finanziare gli assegni minimi.



Infatti il sistema basato sull’indice perequativo, fa riferimento anche alla differenza tra le ultime due retribuzioni, in relazione all’aumento del costo della vita (inflazione). Le fasce di reddito dei pensionati si dividono in quattro fasce: una corrisponde al quadruplo del trattamento minimo, pari a 2.101,53 euro lordi nel 2022.



Riforma pensioni 2023: quanto verranno rivalutate le minime?

Per fare un esempio, nella legge di Bilancio 2023, a fronte di un tasso di inflazione rilevato dall’Istat del 7,3%, queste fasce avevano visto aumentare le pensioni del 100%. Questa percentuale è andata scendendo sulla base dell’aumento della retribuzione. Quindi fasce pensionistiche più alte avranno un diverso adeguamento calcolato sulla base dell’indice perequativo.

Così, la fascia successiva da 4 a 5 volte il trattamento minimo (da 2.101,53 a 2.627,00 euro lordi) prende un aumento dell’85% rispetto al tasso di inflazione, pari al 7,3%. Il dato definitivo dell’aumento dei prezzi, peraltro, è stato calcolato pari all’8,1%: la differenza dello 0,8% sarà recuperata nel cedolino di gennaio 2024 con relativi arretrati del 2023.