La riforma pensioni 2023 dopo un periodo di stallo da parte del governo che ha preferito nominare una commissione speciale per poter valutare gli effetti sulle scelte legislative da adottare, è giunta finalmente un punto di svolta: il primo incontro con i sindacati, dopo lo studio inerente il tessuto socio economico dei potenziali beneficiari della legge strutturale sulle pensioni. Vale a dire, una volta strutturato l’impatto di alcune bozze di riforma sia sui conti dello Stato, sia per i cittadini che stanno agognando una nuova legge, i risultati dello studio vengono proposti ai sindacati CGIL, CISL, UIL e UGL che si riuniranno il 30 maggio alle ore 15:45 a palazzo Chigi.
Riforma pensioni 2023: il 30 maggio sarà un buco nell’acqua?
Con ogni probabilità il governo Meloni cercherà di incassare l’approvazione dei sindacati, così da avere un maggior appoggio da parte di altre forze politiche in Parlamento sul tema delle pensioni e del lavoro. Ma la riforma sulle pensioni 2023 potrebbe non arrivare immediatamente. Prima che ciò infatti posso accadere di incontri con i sindacati se ne dovranno organizzare parecchi perché la materia del contendere è ardua. Da una parte il taglio del cuneo fiscale che non è piaciuto a tutti e che recentemente ha incassato la bocciatura da parte della Commissione Europea, dall’altra l’impatto della riforma pensioni e la redazione di una bozza sulla legge strutturale che non penalizzi i lavoratori, che piaccia i sindacati e che non mandi in fumo i conti pubblici. E infine che piaccia anche all’Europa.
Ma cosa bisogna aspettarsi il 30 maggio? Quel giorno si discuterà anche di riforma fiscale, recentemente bocciata dalla Commissione Europea, di inflazione, sicurezza sul lavoro e produttività. La riforma delle pensioni avrà una presentazione soltanto marginale, propedeutica ad un incontro ancora più strutturato.
Riforma pensioni 2023, Giorgetti: “Non ci sono riforme possibili”
È chiaro che il 30 maggio sarà l’incontro più importante perché sarà il primo incontro con i sindacati dopo lo studio della commissione nominata dal Ministero del lavoro e dal Ministero dell’Economia e delle finanze. Vale a dire tutti gli argomenti che saranno posti sul tavolo avranno avuto un’analisi concreta relativamente all’impatto sul tessuto socio economico del corpo dei lavoratori. Ma il 30 maggio i punti all’ordine del giorno sono diversi, per questo motivo l’argomento che scotta di più, quindi la riforma pensioni 2023, potrebbe essere rimandata a data da destinarsi.
Il ministro Giancarlo Giorgetti però ha dichiarato che “non ci sono riforme possibili per la situazione demografica del paese“. Una frase enigmatica che se da una parte pone l’accento sugli investimenti relativi alla natalità, unico baluardo di salvezza per il sistema previdenziale italiano del futuro, dall’altra ci fa pensare che attualmente e per i prossimi anni a venire, la tanto agognata riforma sulle pensioni strutturale che anticipi l’età pensionabile prevista dalla riforma Fornero non potrà essere attuata.
Al di là di cosa è possibile ancora fare adesso, il problema fondamentale è che una legge sulle pensioni andrà comunque fatta entro il 2024 e i sindacati sicuramente cercheranno di incalzare il ministro del lavoro e la premier Giorgia Meloni per comprendere che intenzioni hanno: saranno infatti disposte a recuperare l’idea di una quota 41 universale? Oppure l’analisi sui costi di questa proposta ha già fatto cambiare idea all’esecutivo?
Riforma pensioni 2023: tutto rimandato al Def 2024?
Se in molti pensano che la proroga di quota 103 possa essere una soluzione in quanto il governo ha per forza necessità di approvare una misura ponte in modo da non rischiare di dover ripristinare la riforma Fornero, una cattiva pubblicità se pensiamo a tutte le campagne contrarie a questa riforma fatte da Matteo Salvini.
In molti inoltre si stanno convincendo che la riforma pensioni 2023 non potrà confluire nella nave di settembre così da entrare in legge di bilancio per l’anno 2024. Molto probabilmente il tavolo di lavoro sulle pensioni che comincerà in una nuova veste proprio il 30 maggio 2023, sarà destinato a proseguire per quasi 10 mesi in modo da organizzare una proposta sulla legge strutturale che confluirà nella Nadef 2024 come già precisato dà ilsussidiario.net.