La bozza sulla legge delega che mira a ridisegnare il sistema fiscale italiano, punta a ridisegnare anche l’imposta sui redditi con una IRPEF progressiva che miri a definire il concetto di equità orizzontale, quindi l’equiparazione delle imposte tra i contribuenti, indipendentemente dall’attività che svolgono e dal reddito.
Ciò che ne deriva è anche una riduzione delle tasse per i pensionati e per i lavoratori autonomi.
Riforma pensioni 2023: rinviata a fine 2024?
Anche dopo la riforma fiscale 2023, sarà più facile ridefinire la legge strutturale sulla riforma pensioni che il governo potrebbe rinviare alla fine del 2024 per poi renderla attiva nel 2025. Dopo aver accantonato infatti l’idea di varare la legge strutturale sulle pensioni quest’anno, il governo ha passato il tempo a definire nuovi tavoli di incontro al Ministero del lavoro che non hanno sostanzialmente portato a nulla di fatto. Dal momento che il governo non si schioda dall’idea di voler varare una legge strutturale che riconfermi quota 41 universale per tutti, senza il limite dell’età anagrafica, nonostante questa proposta generis moltissimi altri problemi a livello socio-economico soprattutto a coloro che non hanno avuto una continuità contributiva.
E mentre c’è chi non si ferma a ricordare al governo che è l’unica proposta attuabile che possa in un qualche modo attenuare i problemi socio-economici e la riforma Tridico, pur considerando una ridotta spesa per il sistema previdenziale, il sistema economico continua ad arrancare tra l’inflazione dilagante e la novità della crisi del sistema bancario europeo e occidentale.
Riforma pensioni 2023: cosa cambia con la riforma fiscale?
dal momento che la riforma pensioni 2023 è giunta ad un punto di stallo, si analizza almeno il risparmio sulle detrazioni che potrebbe avere un pensionato se venisse attuata la legge delega volta a riformare il sistema fiscale.
Intanto arriva la novità della riforma fiscale attuata attraverso la legge delega 2023. Il cosiddetto bonus degli 80 euro introdotto da Renzi è stato parzialmente inglobato nel meccanismo delle aliquote a scaglioni di cui godono anche i pensionati. Inoltre sempre la categoria dei pensionati gode anche di detrazioni d’imposta differenziata sulla base del reddito: ad esempio un reddito di 10.000 euro all’anno per i dipendenti comporta 1200 euro di bonus i pensionati con lo stesso guadagno ne pagano 442 mentre gli autonomi 1188.
Quindi il primo intervento sull’Irpef prevede la progressività dell’esenzione fiscale e del carico compositivo indipendentemente dalla natura del reddito prodotto.
Si tratta di generare maggiore equità soprattutto per i redditi più bassi oltre a creare un meccanismo di recupero delle spese sostenute attraverso specifiche norme per la deduzione fiscale che verrà potenziata anche per i redditi più bassi.
Un esempio classico sono i lavoratori autonomi che possono dedurre contributi previdenziali e che non vanno ad abbattere il reddito complessivo usato come parametro di applicazione di ulteriori detrazioni.