LE PAROLE DI LANDINI

Maurizio Landini, partecipando a Prato a un’iniziativa, ha detto: “Andiamo in piazza il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano, il 20 a Napoli. Chiediamo al governo di cambiare le politiche economiche e sociali che sta facendo”. Come riporta il sito del Mattino, il Segretario generale della Cgil ha spiegato: “Noi vogliamo una vera riforma fiscale che combatta l’evasione fiscale, che riduce il peso sul lavoro dipendente e sui pensionati, che allarghi la base imponibile, che tassi molto di più le rendite finanziaria e immobiliare e che introduca un contributo straordinario di solidarietà sui profitti per redistribuire per la tenuta dei salari e per creare lavoro”. Intanto, il Presidente dell’Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, ha spiegato che “per i pensionati e gli anziani, oggi, libertà e giustizia vuol dire anche il diritto a pensioni dignitose, a una sanità pubblica e universalista a cui tutti possono accedere senza discriminazioni né sociali né territoriali, alla promozione di politiche e azioni per l’invecchiamento attivo”. Per queste ragioni, Anp-Cia aderisce come sempre ai valori e alle manifestazioni indette per il 25 aprile su tutto il territorio nazionale.



LA RICHIESTA DI SBARRA

Come riporta Ansa, Luigi Sbarra, durante la trasmissione Coffee Break in onda su La7, ha detto che “Negli ultimi mesi il rapporto con il Governo è andato via indebolendosi. I tavoli sulle pensioni e sulla salute e sicurezza sul lavoro sono arenati, stiamo chiedendo la disponibilità di riprendere il confronto. Bisogna riconvocarli subito”, a partire dalle pensioni. “Il Governo conosce nel merito le nostre rivendicazioni”. Il Segretario generale della Cisl ha spiegato che occorre “riprendere la discussione anche sul tema della salute e sicurezza, che continua ad essere una grande emergenza nazionale e bisogna affrontare il tema della delega fiscale” e che “la grande priorità oggi da affrontare a Palazzo Chigi è il tema dell’inflazione, che continua ad erodere stipendi e pensioni- Serve una nuova politica dei redditi. Chiediamo di attivare un confronto per mettere sotto controllo prezzi e tariffe, arginare la speculazione, aiutarci a rinnovare i contratti e per tagliare le tasse soprattutto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione”.



LE PAROLE DI VARRONE (CIA)

Igor Varrone, Direttore provinciale della Cia di Cuneo, evidenzia, come riporta cuneo24.it, che “l’assegno minimo erogato oggi sotto i 600 euro mensili, che in Italia riguarda un cospicuo numero di anziani, fra i quali gli ex agricoltori, non solo è inadeguato per tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà, ma è moralmente e socialmente ingiusto. Già lo scorso anno avevamo proposto al Governo di introdurre una pensione di equità portando l’assegno ad almeno 780 euro mensili: lo stesso importo che veniva pagato per il Reddito di cittadinanza. Per quanti hanno un’invalidità civile del 100% e ai quali serve l’assistenza continua perché non possono svolgere le normali mansioni quotidiane, tra assegno di pensione e indennità di accompagnamento arrivano a malapena, con entrambe, a 1.000 euro al mese. Come può vivere una persona con un importo del genere, se deve pagare la badante o essere accolta in una residenza sanitaria?”.



LE PAROLE DI BONAFÈ E PAGNIELLO

La deputata del Pd Simona Bonafé evidenzia che “il Governo Meloni sulla gestione dei migranti continua ad essere in stato confusionale: se nel Def per il Governo gli immigrati vengono considerati una risorsa indispensabile, le scelte propagandistiche fatte fino a oggi, dalla criminalizzazione delle Ong alla cancellazione della protezione speciale, causano soltanto tragedie in mare e incentivano l’immigrazione irregolare. Servono al contrario politiche serie ed efficaci anche per andare incontro alla richiesta delle imprese di manodopera in settori strategici dell’economia e per garantire con il lavoro regolare la sostenibilità del sistema pensionistico alle nuove generazioni”. Intanto don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, in un’intervista al Sir spiega che “anche se gran parte degli italiani percepisce i migranti come una minaccia noi diciamo con forza che il futuro si sta proponendo con forza alla nostra attualità. Altrimenti problemi come la denatalità o le pensioni, senza il contributo dei migranti, non si risolveranno”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FERRARI (CGIL)

“L’annuncio della ministra Calderone del rinvio del tavolo attivato all’inizio dell’anno a settembre e la mancanza di risorse nel Def dimostrano che non c’è alcuna volontà, non dico di fare interventi di riforma strutturale, ma nemmeno di confermare quelle poche misure, che abbiamo comunque considerato sempre insufficienti e parziali, contenute nell’ultima Legge di bilancio”. Così Christian Ferrari fa il punto della situazione sulla riforma delle pensioni in un’intervista a collettiva.it. Il sindacalista evidenzia anche che “le donne sono quelle che hanno subito gli effetti peggiori delle riforme previdenziali degli ultimi 15 anni. Ebbene, a fronte di tutto ciò vengono addirittura ristretti i pochi spazi di uscita anticipata che avevano con Opzione donna, peraltro con forti penalizzazioni economiche”.

L’AVVERTIMENTO AL GOVERNO

Il Segretario confederale della Cgil mette in guarda anche l’Esecutivo: “Sappiano che se l’idea è quella di riproporci in autunno l’ennesima quota, non lo accetteremo. Si continua a parlare di deroghe parziali e temporanee che non solo confermano la Fornero ma che sono sempre riferite a un target che corrisponde a quello dei lavoratori maschi e con una carriera continua in aziende medio-grandi. Da queste deroghe parziali rimangono sempre fuori i soggetti più fragili: giovani, donne e lavoratori di alcuni settori, come edilizia e agricoltura, che non riusciranno mai a raggiungere 41 anni di contributi necessari per accedere alla pensione. Insomma, i motivi per scendere in piazza sono non solo confermati, ma sempre più rafforzati col passare dei giorni”.

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