RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Interpellata da true-news.it, Elsa Fornero spiega che “non si può parlare come se si avesse una certezza granitica sul futuro delle pensioni perché ogni sviluppo è condizionato, anche nell’ipotesi che le regole restino quelle attuali”. Per l’ex ministra del Lavoro, “la realtà è molto chiara: se i giovani continueranno ad avere salari bassi e saranno chiamati per parte della loro carriera a svolgere attività precarie e ben meno retribuite rispetto a quello della generazione precedente il problema persisterà e, se staranno bene ed in salute, è molto probabile che dovranno lavorare fino a 71 anni”. Dunque, “la realtà dei fatti è che parlare eccessivamente di pensioni significa in larga parte eludere il discorso centrale, che resta quello del lavoro”.
LA CENTRALITÀ DEL LAVORO
In questo senso, aggiunge Fornero, “se il lavoro sarà, in futuro, come negli ultimi vent’anni scarso e poco pagato sarà inutile stupirsi che, a cascata, i problemi del sistema previdenziale si amplieranno”. Dal suo punto di vista, “se tornassimo a essere un Paese normale sotto il profilo dell’occupazione il sistema entrato in vigore totalmente a partire dal 2012, ovvero il regime contributivo, consente flessibilità nell’età di pensionamento. Il sistema e il metodo consentono flessibilità: ma il nodo è tutto nel mercato del lavoro e nella possibilità, ad esempio, di versare i contributi necessari a rappresentare una pensione abbastanza superiore alla minima per l’uscita anticipata”. Per Fornero, “se un Paese è disposto ad accettare che due o tre generazioni siano fatte da lavoratori poveri, non ha senso pensare di volerli trasformare in pensionati ricchi”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.