LE PAROLE DI SGAMBATI
Giovanni Sgambati evidenzia la necessità di “interventi più forti e mirati” per fermare la tragica escalation di morti sul lavoro. “Non è la prima volta che denunciamo che sulla sicurezza sul lavoro non bastano gli strumenti che esistono. Prima di tutto va riconosciuto l’omicidio sul lavoro, così come crediamo che vada instituita una procura speciale sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”, spiega, come riporta Askanews, il Segretario generale della Uil Napoli e Campania. Dal suo punto di vista, “non bastano gli ispettori, serve diffondere una cultura della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, lo possiamo fare insieme sindacati e associazioni datoriali. Inoltre, voglio aggiungere, che anche l’età per certi lavori va cambiata, non si può salire su un’impalcatura a più di sessant’anni. Le pensioni per alcune tipologie di lavoro vanno riviste”. Vedremo se un intervento di riforma delle pensioni in questa direzione arriverà già con la prossima Legge di bilancio, magari tramite una revisione dell’Ape social.
LE PAROLE DI GHIGLIONE
Secondo la Cgil, i dati contenuti nel Rapporto annuale dell’Inps relativi agli importi delle pensioni evidenziano che l’inflazione sta colpendo non solo i ceti meno abbienti, ma anche quanto percepiscono assegni piuttosto alti. Per il sindacato guidato da Maurizio Landini sono necessari interventi di riforma delle pensioni nella Legge di bilancio che portino alla piena rivalutazione delle pensioni e, per i redditi più bassi, un allargamento e rafforzamento della quattordicesima”. Lara Ghiglione, Segretaria confederale della Cgil, evidenzia che “i dati sulla previdenza presenti nel rapporto confermano e rafforzano le nostre proposte sindacali, a partire dalla necessità di introdurre nel sistema maggiore equità e solidarietà, soprattutto all’interno dell’attuale impianto contributivo”. La sindacalista sottolinea anche che “la previdenza rimane un punto centrale che chiediamo di affrontare a questo Governo e sarà una delle tante ragioni della mobilitazione del prossimo 7 ottobre”.
I DATI INPS SU OPZIONE DONNA
Secondo Il Sole 24 Ore, “la strada da percorrere per rendere più flessibile in uscita il sistema pensionistico è quella degli anticipi vincolati al ricalco contributivo dell’assegno”. E “a lasciarlo chiaramente intendere, seppure senza intervenire direttamente nel dibattito in corso, è l’Inps nel rapporto annuale presentato mercoledì. E non a caso gli esperti dell’Istituto fanno riferimento allo strumento di Opzione donna, che consente alle lavoratrici il pensionamento anticipato con appunto il ‘ricalcolo’ del trattamento. E lo schema preso in considerazione nel dossier è quello in vigore nel 2022, prima della stretta scattata con l’ultima legge di bilancio: 58 anni d’età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 di contribuzione. Uno schema che, si legge nel report, negli ultimi anni ha visto notevolmente ridursi l’effetto-penalizzazione strettamente legata al ricalcolo contributivo sull’importo dell’assegno dal 23% del 2013 all’8% del 2022”.
I DATI SULLA FLAT TAX AL 7%
Come noto, con la Legge di bilancio 2019 è stato introdotto un regime agevolato fiscale con flat tax al 7% per i titolari di redditi da pensione estera che decidono di trasferirsi nei piccoli comuni del Sud Italia. Come riporta Il Sole 24 Ore, rispondendo a un’interrogazione della Lega, il Mef ha fatto sapere che nel 2021 la maggior parte dei pensionati che hanno scelto questo regime (in tutto 286, contro i 159 del 2020 e i 61 del 2019) provenivano dal Regno Unito (73). Al secondo posto i tedeschi (60) e al terzo gli americani (35%). “Per quanto riguarda le regioni prescelte, nell’anno di imposta 2021 l’Abruzzo si è posizionato in cima alle preferenze (88 persone), seguito dalla Puglia (58) e dalla Sicilia (45). Al quarto posto la Sardegna (37 persone). Quanto poi ai comuni italiani in cui risultano i maggiori trasferimenti, sono Ceglie Messapica (in provincia di Brindisi) e Penne (in provincia di Pescara): ciascuno ha registrato sette beneficiari”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SAVINO
Intervistata da Fanpage.it,la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino ha ricordato che “le pensioni minime sono un tema che sta caro a Forza Italia in modo particolare, perché il presidente Berlusconi è stato il primo in questo Paese a puntare sul loro aumento. Nella precedente manovra abbiamo già dato copertura per l’aumento per due anni. Dovremo ampliare questo provvedimento, ove possibile, e aumentarle ancora di un po’”. In questo senso ha anche spiegato che “facendo i calcoli, aumentare di un punto percentuale le pensioni – pari circa a 6 euro in più al mese nell’assegno – costa attorno ai 60 milioni di euro”. Riguardo ai giovani, ha evidenziato che “dobbiamo anche pensare a quando loro andranno in pensione. Dovremo raggiungere un patto generazionale su questo”.
LE DICHIARAZIONI DI TAJANI E NEVI
Restando in casa Forza Italia, il Segretario nazionale Antonio Tajani, ai microfoni di Rtl 102.5, ha spiegato che la Legge di bilancio “dovrà fronteggiare un’inflazione molto forte, tutelando il potere d’acquisto di stipendi e pensioni. Noi di Forza Italia ci batteremo per confermare il taglio del cuneo fiscale, la detassazione delle tredicesime e dei premi di produzione, cercando di aumentare le pensioni minime”. Invece, il portavoce degli azzurri, Raffaele Nevi, al Tg1 ha ricordato che “sulla manovra Forza Italia continua a chiedere il massimo sforzo al governo per recuperare più risorse possibili da destinare ad aumentare stipendi e pensioni. Questa è la nostra ricetta e siamo sicuri, che in questo momento, è quello che ci vuole”.
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