LE PAROLE DI CENTRELLA
Secondo Giovanni Centrella, “il Governo ha il dovere di provare a costruire un dialogo proficuo con le parti sociali su fisco e pensioni. Al momento le idee di Palazzo Chigi sono alquanto confuse”. Come riporta primapaginanews.it, il Segretario nazionale della Confederazione Selp evidenzia che “sbaglia chi invoca la piazza e lo sciopero a prescindere. Le difficoltà economiche e sociali meritano risposte responsabili che tengano presente innanzitutto dei costi di bilancio, diversamente gli impegni assunti in campagna elettorale dai partiti rimangono disattesi. La Fornero può essere superata? Quota 41 è possibile attuarla? Opzione donna sarà ripristinata nella sua originale formulazione? Sul salario minimo Palazzo Chigi che propone? Questi interrogativi meritano risposte chiare”. Intanto, dopo il via libera della commissione congiunta Esteri e Finanze, si attende il via libera dell’aula del Senato all’accordo tra Italia e Svizzeri sui frontalieri che comprende anche la tassazione relative alle pensioni.
PENSIONI MEDICI, IL MONITO DELLA FNOMCEO
Uno dei temi di maggiore complicazione all’interno della prossima riforma pensioni sarà proprio il cercare di unire la richiesta tutta Ue di non avere una spesa previdenziale in “deficit” e al contempo di soddisfare tutte le richieste della cittadinanza, tanto in termini di uscita dal lavoro quanto per il ricambio generazionale specie in alcuni settori cruciali per il welfare. Su tutti, il mondo della sanità: «Medici in pensione a 72 anni? Se l’intento è quello di colmare la carenza di personale, è una misura inefficace. La soluzione vera è quella di rendere attraente il sistema». Questa la replica del presidente della Fnomceo – la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – Filippo Anelli.
La proposta di lasciare andare in pensione i medici a 72 anni arriva in uno dei tanti emendamenti presentati al Decreto Milleproroghe e sta suscitando non poche polemiche nel mondo del Ssn: «Se invece l’obiettivo – aggiunge Anelli – è quello di dare una boccata d’ossigeno al sistema, nell’attesa che, tra tre o quattro anni, arrivino i nuovi specialisti e medici di medicina generale che si sono formati grazie all’aumento delle borse, la misura può avere un senso. In ogni caso, meglio un medico ultrasettantenne, ma abilitato e con esperienza, di un medico extracomunitario assunto senza certezza dei suoi titoli, della conoscenza della lingua italiana e non iscritto ai nostri Ordini, o di un altro professionista messo a fare il lavoro del medico». Resta però, conclude il n.1 della Fnomceo, una misura inefficace sia sul fronte pensioni che per il mondo del lavoro: «perché non farebbe che aggravare la situazione; inefficace, perché sarebbe come curare un malato grave con un pannicello caldo; e ingiusta, perché non possiamo chiedere a chi ha già dato tanto ulteriore sacrificio, senza preparare ai giovani un futuro migliore. Occorre una riforma strutturale del sistema, che investa sui medici e sui professionisti, che ne costituiscono la linfa vitale». (agg. di Niccolò Magnani)
LA RICHIESTA DI CAMISA (CONFAPI)
Cristian Camisa, Presidente di Confapi, ha detto di ritenere “fondamentale che la riforma del sistema pensionistico sia strutturale al fine di evitare periodiche modifiche che in passato hanno creato incertezza sia tra i cittadini che tra le imprese”. Come riporta Ansa, dal suo punto di vista“lo Stato deve garantire pensioni minime dignitose, in particolare a quei cittadini che in questa fase hanno subito un forte decremento del loro potere di acquisto. In Italia occorrerebbe legare le politiche previdenziali a quelle della natalità per favorire anche a lungo termine l’equilibrio del sistema”. Intervenendo a Rai Radio1, Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ha invece detto che se sulle pensioni “la strada sarà di fare una riforma strutturale saremo contenti e daremo il nostro contributo se ci verrà chiesto”. Inoltre, ha ricordato che gli industriali non sono “mai stati convinti da interventi spot come Quota 100: sono onerosi, non creano occupazione giovanile e incidono sulle future pensioni delle persone”.
LE PAROLE DI APPENDINO E MAZZELLA
Chiara Appendino e Orfeo Mazzella hanno incontrato una delegazione del Movimento Opzione Donna. In una nota riportata da Ansa, i due esponenti del Movimento 5 Stelle spiegano che si è trattato di “un incontro proficuo e costruttivo, durante il quale abbiamo ascoltato le grandi difficoltà che la norma inserita dal Governo Meloni in legge di Bilancio, che di fatto trasforma tale misura in ‘Discriminazione Donna’, sta provocando a migliaia di lavoratrici che avrebbero voluto uscire anticipatamente dal lavoro ma che ora non potranno farlo”. I due pentastellati ricordano che M5s durante il passaggio parlamentare della Manovra ha “provato a modificare la norma su Opzione Donna, trovando però una chiusura totale del Governo. Non intendiamo arrenderci. Pertanto, presenteremo un emendamento al decreto Milleproroghe per reintrodurre i precedenti requisiti anagrafici (58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per quelle autonome) ed eliminare gli altri vincoli che sono stati introdotti, sanando così questa ingiustizia”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FRACASSI (CGIL)
Secondo Gianna Fracassi, il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni rischia di essere “un incontro che genera altri incontri e non genera soluzioni”. Come riporta collettiva.it, la vicesegretaria generale della Cgil, parlando a Radio Cusano Campus, ha spiegato che “per sostenere famiglie e pensionati ad affrontare il caro vita c’è un grande silenzio, invece servirebbero risorse. Sull’idea di riforma delle pensioni non c’è una risposta”. La sindacalista ha anche evidenziato che “nella Legge di bilancio c’è un peggioramento di Opzione donna, c’è ‘quota 103’ che evita lo scalone ma non è un intervento di riforma, non c’è alcuna risposta per le pensioni di garanzia di giovani e precari e la questione della flessibilità in uscita. Questi sono tavoli pletorici, sono troppo affollati: è evidente che in quelle condizioni non si risolvono le questioni”.
LE PAROLE DI SILVESTRI (M5S) E SCHLEIN (PD)
Intanto Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera, come riporta Ansa, ritiene “giuste le proteste delle donne sulle pensioni. Il Governo ha trasformato una misura importante come opzione donna in ‘discriminazione donna’ poiché ha ridotto drasticamente la platea delle beneficiarie e facendo vere e proprie discriminazioni per coloro che non hanno figli”. Il pentastellato sottolinea che “questo è un Governo che va a prendere i fondi dal taglio delle pensioni, da opzione donna, dai percettori del Reddito di Cittadinanza e che non vuole istituire un salario minimo”. Anche Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, come riporta l’agenzia Dire, ha evidenziato che “al Governo c’è una prima presidente del Consiglio donna che, anziché aiutare tutte le altre donne, le colpisce sulle pensioni e le discrimina a seconda del numero dei figli”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.