E mentre tutti sono in attesa per i due incontri di settembre previsti a Ministero del Lavoro, per poter discutere della bozza di riforma pensioni 2023 che potrebbe essere parzialmente anticipata nella NaDef di settembre, arriva una voce a rompere tutti gli entusiasmi: si tratta di una voce importante, capace di cambiare le aspettative di quanti si sarebbero aspettati per settembre una exit anticipata che fosse in grado di superare la legge Fornero.
Riforma pensioni 2023, Giorgetti: “Impossibile aumentare la spesa previdenziale”
Stiamo parlando del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, colui che più di tutti deve interfacciarsi con il Ministero del Lavoro guidato da Marina Calderone. La sua posizione è chiara e netta: non è possibile “aumentare la spesa previdenziale con questa denatalità”.
Una frase secca ce apre una voragine, perché se da un lato c’erano le proposte e le analisi su quota 41 universale e i suoi relativi effetti sulle fasce anagrafiche dei lavoratori, con grande danno per gli under ’40 e gli over ’50, caratterizzati da una discontinuità contributiva perché più di tutti hanno dovuto pagare il prezzo della precedente crisi economica, quella del 2008.
Riforma pensioni 2023: per Giorgetti con la denatalità non ci sono le prospettive
Le stesse fasce di lavoratori inoltre non sarebbero riuscite ad ottenere un’anticipazione pensionistica, nemmeno con il contributo del governo che avrebbe dovuto lavorare a degli ammortizzatori previdenziali per chi non avrebbe raggiunto i 41 anni di contributi. Non a caso i sindacati, se da un lato chiedevano la exit anticipata, dall’altro chiedevano anche maggiori tutele per le donne e i giovani. E qual è la risposta di Giorgetti? Un no secco, o quali. Pare che non si possa far molto viste le prospettive a lungo termine.
Per adesso non ci sono le prospettive: il sistema previdenziale dunque vivrà momenti bui nel 2035 quando il numero dei lavoratori sarà di 1/3 inferiore a quello dei pensionati. Ma a giudicare dalle ultime proiezioni il sistema non se la passa bene nemmeno adesso.
La NADEF 2022 ha infatti evidenziato una impennata della spesa pensionistica che crescerà del 7,9% nel 2023 , a causa della forte rivalutazione ISTAT degli assegni (parzialmente anticipata già ad ottobre 2022 per i redditi piu bassi.