LA SOLUZIONE DI ODIFREDDI AL PROBLEMA PENSIONI

L’invecchiamento della popolazione mette in crisi il sistema pensionistico a ripartizione e Piergiorgio Odifreddi, intervistato dal Quotidiano Nazionale, di fronte a questa situazione dice: “Sarò brutale: se non si abbatte la popolazione non c’è soluzione. Ci hanno provato in Cina. E in India con la sterilizzazione forzata. Invece sa qual è la strada? Aumentare il tenore di vita nei Paesi poveri. Perché è matematico: più cresce la ricchezza e meno figli si fanno. L’Occidente sazio di consumi eppure vuoto lo prova: si sta estinguendo. Il futuro non invecchia”. Per il famoso matematico “dobbiamo scegliere fra la vita e l’economia, rinunciare radicalmente a tre quarti delle nostre ricchezze e riversarle sulle nazioni povere. Significherebbe tornare a vivere come negli anni ’70, che in tanti rimpiangono. Invece facciamo esattamente il contrario, siamo ancora alle prese con le guerre per il gas dei russi. Il pianeta è uno solo, è necessaria una visione globale. Mi rendo conto che la Fornero faceva meno paura”.



ALLARME CGIA SULLE PENSIONI NEL 2023

Entrati solo da due giorni nel 2023 e con la promessa del Governo Meloni di formulare una strutturata riforma pensioni nei prossimi 12 mesi, restano diversi i punti “complessi” di una previdenza nazionale che soffre ancora molto di una situazione tutt’altro che stabile. Con dati riferiti al 1 gennaio 2022, l’Ufficio Studi della CGIA fa sapere: «Anche se di sole 205 mila unità, a livello nazionale il numero delle pensioni erogate agli italiani (pari a 22 milioni e 759 mila assegni) ha superato la platea costituita dai lavoratori autonomi e dai dipendenti occupati nelle fabbriche, negli uffici e nei negozi (22 milioni 554 mila addetti)».



La situazione più squilibrata è nettamente nel Sud Italia: se infatti al Centro Nord (con eccezioni di Umbria, Marche e Liguria) i lavoratori attivi superano le pensioni erogate da Inps, nel mezzogiorno lo scenario si ribalta. Addirittura, gli assegni pensionistici superano di un milione e 244 mila unità gli stipendi dei lavoratori del Sud: «In linea di massima, comunque, le ragioni di questo divario tra lavoratori e numero di pensioni vanno ricercate nella forte denatalità che, da almeno 30 anni, sta caratterizzando il nostro Paese. Il calo demografico, infatti, ha concorso a ridurre la popolazione in età lavorativa e ad aumentare l’incidenza degli over 65 sulla popolazione complessiva», sottolinea l’Ufficio Studi della CGIA. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI CALDERONE

Marina Elvira Calderone, intervistata dalla Stampa, ricorda che il 19 gennaio ci sarà un incontro tra Governo e sindacati per parlare di riforma delle pensioni. “È necessario rendere più organica tutta la disciplina per dare certezze ai lavoratori che hanno il diritto di sapere in modo chiaro quali sono i requisiti per andare in pensione e a quali condizioni, eventualmente, possono anticipare il pensionamento”, spiega il ministro del Lavoro, secondo cui, “oltre al primo pilastro pensionistico, è necessario intervenire per rendere più agevole il coordinamento con il secondo pilastro, con la previdenza complementare, su cui è importante investire anche in termini di semplificazione normativa e procedurale”. Riguardo a Opzione donna, Calderone spiega che con la Legge di bilancio “si è operato con disponibilità ristrette, anche se è importante ricordare che per chi ha maturato i requisiti entro il 2021 Opzione donna conserva l’impianto originario. Il 2023 partirà con l’impegno di lavorare anche su questo fronte”.

L’IMPATTO DELL’INFLAZIONE

Carlo Sivieri evidenzia che c’è “una crisi di liquidità che spinge gli anziani verso una situazione di fragilità”. Come riporta estense.com, per il Presidente di Anpa Emilia Romagna, l’associazione dei pensionati di Confagricoltura, bisogna tenere conto che “in Italia gli anziani percettori di trattamento pensionistico sono più di 16 milioni e la situazione di molti di loro, incluso quelli agricoli, diventa sempre più insostenibile. Negli ultimi anni, infatti, l’inflazione ha eroso tra il 4 ed il 7 per cento del potere d’acquisto delle pensioni agricole.  Aumentare l’importo delle pensioni è un atto doveroso per permettere una vita più dignitosa a chi ha lavorato per tanti anni. Senza azioni dirette a salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni, con la crescita dei costi di luce, gas, generi alimentari, si mette in pericolo la coesione sociale spingendo molti pensionati a scivolare nella povertà”. Tra l’altro, non va dimenticato che “circa il 10% degli over 65 non è autosufficiente”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DE BERTOLDI

Andrea de Bertoldi, membro della commissione Finanze della Camera e coordinatore della Consulta dei parlamentari commercialisti, come riporta Ansa, è rimasto colpito dal dato fornito “dalla vicepresidente dell’Adepp, l’Associazione degli Enti previdenziali privati, Tiziana Stallone, secondo cui le Casse nel 2021 hanno pagato 700 milioni di tasse, mentre hanno potuto stanziare una somma ben inferiore per il welfare dei professionisti loro iscritti, pari a 550 milioni. Il tema della doppia tassazione degli Enti di primo pilastro pensionistico, che sono soggetti al prelievo del 26% sui rendimenti finanziari, al pari degli investitori in borsa privati, quindi pure della speculazione, è un ‘vulnus’ da affrontare quanto prima”.

LA NECESSITÀ DI AGEVOLARE LA PRESSIONE FISCALE

Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, “sarebbe, infatti, necessario alleggerire la pressione fiscale sulle Casse, permettendo loro di usare i risparmi per migliorare ulteriormente le prestazioni assistenziali destinate ai loro iscritti”. De Bertoldi ritiene “anche che la tassazione delle casse andrebbe resa meno elevata, allorquando il sistema previdenziale dei liberi professionisti intendesse investire nelle Pmi nazionali cioè nell’economia reale del Paese. È uno dei pilastri della mia proposta politica, per far confluire parte della grande liquidità e risparmio dei nostri connazionali nelle imprese italiane. Insomma, anche le Casse di previdenza dei liberi professionisti siano parte di un progetto che potrebbe garantire al nostro Paese un volano di sviluppo anche più importante dei fondi europei del Pnrr”.

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