RIFORMA PENSIONI, GLI EFFETTI DELLA SENTENZA SUL TFS

La sentenza della Corte Costituzionale sul Tfs/Tfs dei dipendenti pubblici rischia di avere effetti importanti sui conti pubblici. Secondo l’Inps, infatti, per il solo 2023 andrebbero versati agli ex lavoratori del pubblico impiego circa 13,9 miliardi di euro. Una cifra importante che avrebbe impatti anche rispetto alle prospettive di nuove misure di riforma delle pensioni, stante anche il previsto aumento degli assegni in essere tramite l’indicizzazione all’inflazione per il 2024. I sindacati, intanto, come riporta Repubblica, esprimono soddisfazione per la sentenza e la Uil chiede “un risarcimento per le migliaia di lavoratrici e lavoratori pubblici che ancora, a distanza variabile dai 2 ai 7 anni, stanno aspettando di ricevere il loro salario differito”.



LE RICHIESTE DEI SINDACATI

La Flp chiede a Governo e Parlamento di prendere le misure necessarie “a rimuovere l’inaccettabile penalizzazione, tanto più che la Consulta ha censurato anche l’iniziativa degli anticipi onerosi del Tfs, operato dagli Istituti di credito, che di fatto lucravano sui ritardi dello Stato a riconoscere quello che è a tutti gli effetti un salario differito”. Infatti, va ricordato che è possibile ottenere un anticipo del Tfs tramite un prestito bancario, che ovviamente ha un costo. La Fp-Cisl, tramite il Segretario generale Maurizio Petriccioli, chiede invece che “si apra un confronto nel merito tra sindacati e parlamentari”. Vedremo a questo punto quali saranno le scelte della politica per ottemperare alla sentenza della Consulta e gestirne tutte le conseguenze pratiche.



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