RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DI INAS-CISL
In un articolo pubblicato su Il Dubbio, il patronato Inas-Cisl spiega che ci sono “57 modi per andare in pensione nel 2023″ e “possiamo riassumerli per macro categorie: – Soggetti assicurati al 31 dicembre 1995, definiti vecchi iscritti – Soggetti assicurati a partire dal 1° gennaio 1996 definiti nuovi iscritti – Lavoratori iscritti nella Gestione Separata e nelle Casse di Previdenza per liberi professionisti”. Va anche ricordato che “fermo restando i requisiti generali, limitatamente ad alcune categorie di lavoratori, esistono delle deroghe che consentono comunque di accedere a pensione con dei requisiti pensionistici più vantaggiosi”. Il patronato spiega anche che “i lavoratori che hanno svolto lavori diversi, per i quali sono stati accreditati contributi in più gestioni previdenziali” possono “unificare i vari contributi attraverso la totalizzazione, la ricongiunzione, il cumulo ed il computo nella Gestione separata”.
COME SOMMARE I CONTRIBUTI
Tali istituti, “pur avendo la stessa finalità, mantengono caratteristiche diverse: con la ricongiunzione avviene un vero e proprio spostamento dei contributi da un fondo all’altro e questa operazione generalmente ha dei costi molto alti, soprattutto se i soggetti interessati sono liberi professionisti. L’onere varia in base al numero dei contributi posseduti alla data della domanda, al sesso e dalle retribuzioni percepite dal lavoratore. Per coloro invece che non sono disposti a sostenere oneri, la totalizzazione, il cumulo e il computo in Gestione Separata sono un buon compromesso perché consentono di sommare virtualmente periodi versati in più fondi per ottenere un’unica pensione, senza dover sostenere alcuna spesa. La scelta, quindi, non ricade soltanto su quale tipologia pensionistica preferire, ma anche su quale sistema di calcolo utilizzare, se effettuare, per esempio un sistema misto o l’opzione al contributivo”.
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