LE DICHIARAZIONI DI CAVALLARO

Francesco Cavallaro, come riporta impresaitaliana.net, evidenzia come in tema di riforma delle pensioni “la materia della flessibilità in uscita debba essere disciplinata con misure volte a mantenere in equilibrio il sistema, salvaguardando la solidarietà intergenerazionale”. Per questo, “guardiamo con interesse ad ogni proposta che preveda sgravi o incentivi alle imprese in presenza di forme di pensionamento anticipato a cui si accompagnino piani straordinari di assunzioni, specie se rivolti a giovani e donne”. Secondo il Segretario generale della Cisal, “è sbagliato incentivare la flessibilità in uscita se non vi è certezza che alla stessa faccia seguito un saldo attivo tra occupati e pensionati: non a caso ai tavoli di confronto attivati col Governo presso l’Osservatorio per la spesa pensionistica, abbiamo già formulato proposte che legano le uscite pensionistiche, specialmente quelle anticipate, a politiche che favoriscano nuove assunzioni. Sgravi fiscali o incentivi di qualsivoglia natura devono essere legati al mantenimento di tale ‘saldo attivo’ nel ricambio generazionale”.



LE (NUOVE) IPOTESI DELLA RIFORMA PENSIONI

Nel novero delle ipotesi prese in considerazione dai vari tecnici dei Ministeri in vista della Manovra 2023-2024 è l’inserimento nel pacchetto sulla riforma pensioni di novità importanti per “ovviare” alla mancanza di una vera nuova legge attesa per la durata della Legislatura. E così torna d’attualità la proposta del Ministro delle Imprese Adolfo Urso sulla staffetta generazionale: «la misura permette per due anni al pensionato di formare un giovane sotto i 35 anni, assunto con contratto a tempo indeterminato».



Non è però l’unica ipotesi formulata per entrare nel pacchetto pensioni in Manovra: come spiega il “Sole 24 ore”, l’alternativa riguarda un “part time” di due o tre anni (come avviene in alcuni Paesi scandinavi) «per chi sta per uscire dal lavoro. Una norma che, però, se i contributi di entrambi i lavoratori fossero a carico dello Stato, potrebbe risultare molto onerosa». Il confronto sulla riforma pensioni prosegue e allora prende sempre più piede l’allargamento dell’Opzione Donna eliminando alcuni paletti inseriti nella Manovra dello scorso anno: verrebbe tolto il paletto dei figli per le lavoratrici che usufruiscono dell’agevolazione (che resterebbero caregiver, invalide e licenziate o lavoratrici di aziende in crisi). (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI MELONI

Ospite di Porta a Porta, Giorgia Meloni ha spiegato che “redditi più bassi, famiglia, sanità, pensioni sono le priorità” della manovra che il Governo metterà a punto nelle prossime settimane. La presidente del Consiglio ha anche detto: “Non abbiamo tolto soldi alla sanità, bisogna fare attenzione al parametro di riferimento, se sono gli anni del covid è evidente che in quegli anni la spesa è schizzata. Ho detto e ritengo che la sanità debba essere uno dei grandi interventi della legge di bilancio, non è detto che la soluzione sia mettere soldi nei fondi, c’è un tema di come quei soldi vanno spesi”. Intanto ha preso il via la consultazione straordinaria della Cgil presso lavoratori e pensionati per discutere in vista della manifestazione nazionale del 7 ottobre, ma che, come spiegato da Barbara Nicolai, Segretaria generale della Cgil di Ascoli Piceno, “va anche oltre, portando al Governo delle proposte chiare sui salari, sui diritti per tutti, sul fisco, sulle pensioni, per l’abolizione della precarietà”.

LA POSIZIONE DEL PD

“Non risposte concrete nella lotta all’inflazione e alla precarietà, niente sostegni a chi non riesce ad arrivare a fine mese e nemmeno le risorse necessarie per la sanità pubblica, per adeguare le pensioni, per combattere il lavoro sotto pagato per dare respiro al sistema produttivo. Meloni e soci proveranno a coprire la totale assenza di una proposta necessaria al Paese continuando a insultarci”, spiega, come riporta Adnkronos, Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata del Pd. “Con gli attacchi all’opposizione che oggi ha fatto, di certo possono cercare un nemico ma non possono dare una risposta e portare il pane a casa degli italiani a cui manca, non possono aumentare i salari, le pensioni, non possono bloccare la battaglia che stiamo facendo sul salario minimo così come non sono riusciti ad evitare il rincaro della benzina”, ha sottolineato invece la Segretaria del Pd Elly Schlein, come riporta Italpress, commentando le parole di Giorgia Meloni all’assemblea di FdI.

RIFORMA PENSIONI, IL NODO DELLE INDICIZZAZIONI

In tema di previdenza, come sottolinea Il Mattino, il caso più spinoso da affrontare nella Legge di bilancio “riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici, con l’inflazione acquisita che nel 2023 è già al 5,7%, mentre va considerata anche la differenza tra quella riconosciuta l’anno scorso (il 7,3% per i trattamenti fino a quattro volte il minimo) e l’inflazione reale”. Se si lasciasse invariato lo schema di blocco parziale delle indicizzazioni varato lo scorso anno, sarebbero necessari più di 13 miliardi di euro. Ed è per questo che si è ipotizzato un nuovo intervento di rimodulazione degli importi che sia meno oneroso per lo Stato. Contro il quale già hanno levato le loro proteste i sindacati e le associazioni dei pensionati.

IL TEMA CALDO DELLE PENSIONI MINIME

Il quotidiano napoletano spiega anche che un altro tema caldo in vista della manovra è “l’aumento delle pensioni minime, attualmente fissate a quota 600 euro L’obiettivo di legislatura, sostenuto con forza in particolare da Silvio Berlusconi, sono i mille euro al mese. Anche in questo caso c’è un problema di ristrettezza finanziaria, ma Forza Italia è determinata a spostare l’asticella più in alto già dal prossimo anno, verso quota 700 o almeno intorno ai 650-670. Ovviamente la battaglia identitaria del partito guidato da Antonio Tajani dovrà fare i conti con la linea della prudenza di bilancio, impostata da Giancarlo Giorgetti con l’imprimatur di Giorgia Meloni”. Sarà, quindi, interessante vedere se nella maggioranza ci saranno delle spaccature su questo tema.

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