RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI CAZZOLA
In un articolo pubblicato sul Foglio, Giuliano Cazzola evidenzia che dai dati sul sistema pensionistico emerge che il “principale problema sembra essere quello di impedire l’applicazione della riforma Fornero, a prescindere dai problemi di finanza pubblica e della destabilizzazione determinata dai trend demografici. L’Italia rimane il paese dell’anticipo. Per quanto riguarda gli stock nel Fondo dei dipendenti privati i trattamenti di anzianità sono il 34% del totale a fronte del 26% di vecchiaia; nelle Gestioni dei lavoratori autonomi il 27% a fronte del 37%; in quelle del pubblico impiego il 48% contro il 17%. Nei primi sei mesi dell’anno in corso (le rilevazioni sono del 2 luglio) per ogni 100 pensioni di vecchiaia ne sono state erogate 132 anticipate per quanto si riferisce al lavoro dipendente privato e 271 nel caso del pubblico impiego”.
I DATI SUGLI ANTICIPI
Complessivamente, aggiunge l’ex deputato, “tendendo conto di tutte le gestioni il rapporto scende a 116 anticipate su 100 di vecchiaia”. Per Cazzola “è interessante osservare i dati relativi all’età media alla decorrenza delle pensioni liquidate per categoria, anno di decorrenza e sesso”. Infatti, “se per i lavoratori e le lavoratrici dei settori privati la decorrenza media del trattamento di vecchiaia si colloca di poco al di sopra dei 67 anni, nel caso dell’anzianità (in cui sono comprese il maggior numero delle pensione erogate nel caso dei lavoratori maschi) siamo a livelli stabili (come negli anni scorsi) intorno ai 61 anni sia per gli uomini che per le donne. Ciò conferma un dato di fatto. Le coorti che vanno in pensione in questa fase hanno più convenienza ad avvalersi del pensionamento anticipato ordinario”, perché “sono in condizione di maturare il requisito contributivo a una età inferiore a quella prevista nelle Quote”.
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