LE PAROLE DI TAJANI
Come riporta Italpress, ospite della trasmissione “Cinque minuti” in onda su Rai 1, Antonio Tajani ha detto: “Non sono il successore di Berlusconi. Non mi spaventa combattere una grande battaglia per continuare a lavorare e realizzare i sogni che Berlusconi aveva a cominciare dall’aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese, abbassare le tasse, tagliare il cuneo fiscale, fare le grandi infrastrutture”. “Continuare il lavoro di Berlusconi incoraggia non soltanto me ma tutti noi”, ha aggiunto il ministro degli Esteri. E secondo fanpage, l’anno prossimo il Governo Meloni, magari proprio su spinta di Forza Italia, potrebbe portare le pensioni minime per gli over 75 a 700 euro al mese. In questo modo ci si avvicinerebbe ancora di più al traguardo dei 1.000 euro al mese che Silvio Berlusconi aveva indicato come obiettivo di legislatura. Si tratterà anche di capire come reperire le risorse necessarie a un’operazione di questo tipo.
FONDI PENSIONE, LA POSSIBILITÀ DI BYPASSARE L’OBBLIGO DI RENDITA
Nel dibattito che prosegue sulla previdenza complementare, Libero Giunta, responsabile Finanza di Cometa, il fondo dei metalmeccanici, come riporta Repubblica, evidenzia che “finora le pensioni di base sono state relativamente alte, ma entro pochi anni arriveranno i nuovi pensionati col solo contributivo e sarà più chiara la necessità di avere un’integrazione”. Il quotidiano romano ricorda anche che c’è la possibilità di bypassare il vincolo parziale della rendita. Infatti, “quando il 70% del montante dà luogo a una rendita inferiore all’assegno sociale mensile (oggi 503,27 euro) si può chiedere il capitale. Ciò accade, secondo calcoli attuariali, quando il capitale accumulato è sotto i 93.464 euro. Una cifra abbastanza alta da raggiungere (oggi il montante medio dei fondi pensione negoziali è di 16.530 euro)”. Non va poi dimenticato che “in anni recenti è stata introdotta la Rita, una forma fiscalmente agevolata di restituzione del capitale in quattro rate, che ha la forma giuridica di una rendita”.
LE PAROLE DI AMATULLI
Il Segretario generale della Fnp-Cisl della Basilicata, Giuseppe Amatulli, ritiene che occorra “aprire una nuova stagione di dialogo sociale tra Governo e parti sociali e un dialogo costruttivo per affrontare e risolvere le problematiche che riguardano le pensionate e i pensionati”. In particolare, secondo il sindacalista, come riporta sassilive.it, “è necessario un intervento significativo per garantire una maggiore equità del sistema fiscale, oggi in gran parte caricato sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati. Bisogna ridurre la pressione fiscale sulle fasce più deboli della popolazione, come i pensionati con redditi bassi o medio-bassi, al fine di garantire loro un livello di sostegno adeguato e dignitoso e rendere più efficaci i meccanismi di controllo e di contrasto dell’evasione fiscale che è una vera e propria tassa occulta sui redditi fissi”. Secondo Amatulli, inoltre, è urgente un patto intergenerazionale sulle pensioni “per una riforma della previdenza che sia equa, inclusiva e basata su criteri solidaristici”.
LE PAROLE DI MAMMOLITI
Alla direzione nazionale del Partito democratico di lunedì ha partecipato anche il consigliere regionale calabrese Raffale Mammoliti che, come riporta ildispaccio.it, ha spiegato che sono stati “tantissimi i punti individuati dalla relazione della Segretaria, dal Pnrr, al piano casa, all’autonomia differenziata, alle politiche industriali, alla sanità, all’emergenza climatica. Saranno tenute iniziative per informare sui contenuti dei temi indicati ma soprattutto per far conoscere le proposte del Partito Democratico” e che “solo attraverso azioni concrete si può ridare slancio ad un nuovo Pd di sinistra, riformista e di governo condividendo il percorso di lavoro indicato dalla Segretaria che contribuisce a definire una linea politica chiara dopo tantissimi anni di governo del Paese senza aver vinto le elezioni e il varo di tantissimi provvedimenti targati Pd che hanno lacerato i rapporti con il nostro popolo come la riforma delle pensioni, dell’art. 18, delle province e della legge elettorale”.
RIFORMA PENSIONI, I DATI INPS
In un articolo pubblicato su Sanità 24, Claudio Testuzza spiega che “a più di sei mesi dalla loro entrata in vigore, due delle misure previdenziali più rilevanti introdotte dalla Legge di Bilancio per l’anno 2023, ovvero il pensionamento flessibile ‘Quota 103‘ e Opzione donna, per motivi diversi non sembrano riscuotere sufficiente interesse da parte degli assicurati”. Infatti, per quanto riguarda Quota 103, l’ultimo monitoraggio dell’Inps sui flussi di pensionamento relativo al primo trimestre dell’anno evidenzia che “sono stati erogati complessivamente 174.610 trattamenti, segnando una diminuzione del 26,22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di cui meno del 30 % (51.583) sono riconducibili a forme di trattamento anticipato”.
OPZIONE DONNA IMPRATICABILE
Questi dati “indicano che la Quota 103 ha avuto un impatto significativo sulla scelta dei lavoratori di prolungare la loro attività lavorativa, probabilmente a causa dei requisiti più stringenti richiesti per accedere all’uscita anticipata”. Per quanto riguarda Opzione donna, poi, le cose vanno ancora peggio, visto che i dati parlano di sole 151 richieste “nel primo trimestre del 2023, rispetto alle 4.185 dello stesso periodo del 2022. Questa tendenza è ovviamente influenzata dalla stretta introdotta dall’ultima legge di bilancio sulla Opzione donna che di fatto ha reso impraticabile questa opzione”. Testuzza spiega anche che “sul problema delle difficoltà introdotte per questo tipo di uscita anticipata si è fatto carico anche lo stesso Governo che, sembra, stia valutando le restrizioni previste inserendo alcuni correttivi più favorevoli”.
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