LE PAROLE DI SBARRA

Ospite di Rainews24, Luigi Sbarra ha detto di ritenere “importante e significativo che il Governo abbia confermato la disponibilità di avviare un percorso di riforma vera sul sistema pensionistico e previdenziale italiano nella prospettiva di cambiare la legge Fornero. Noi pensiamo che bisogna restituire al sistema pensionistico profili di equità, flessibilità, inclusività e soprattutto di stabilità delle regole”. Secondo il Segretario generale della Cisl, è necessario “cogliere la straordinaria opportunità che abbiamo davanti a noi di impegnare e utilizzare tantissime risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per gestire questa transizione digitale, ecologica, ambientale, energetica, industriale, dobbiamo gestire le tante crisi aziendali aperte nel nostro Paese salvaguardando l’occupazione, tutelando le produzioni e rilanciando un profilo espansivo della politica industriale del Paese. Significa puntare sui grandi settori automotive, chimica, informatica, siderurgia, industria alimentare, e sostenere la rete delle nostre piccole e medie imprese con incentivi per l’innovazione, l’internazionalizzazione e la crescita della dimensione delle nostre aziende”.



CONTI PENSIONI INPS: GLI ASSEGNI, L’IMPORTO MEDIO E…

Nel 2022 sono state erogate 779.791 nuove pensioni in Italia: questo dice Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’Inps nel consueto “punto” ad inizio anno in vista delle prossime novità che dovranno arrivare con la riforma pensioni appena intavolata al Ministero del Lavoro. Resta la forte differenza di genere, problema annoso per la previdenza italiana: importo medio mensile di 1.153 euro generale, con però netta differenza tra quello medio maschile (1.381) e quello femminile (solo 976).



«Il divario è ancora maggiore per i dipendenti con gli uomini che, grazie a carriere più lunghe e a retribuzioni più alte, sono usciti in media con un assegno di vecchiaia quasi doppio delle donne (1.440 contro 754 euro)», sottolinea ancora l’Osservatorio Inps sulle pensioni. Riferito all’anno 2021, anno in cui il totale delle pensioni è stato di 888.972, l’importo medio mensile era di 1.198 euro ma migliore era il “gender gap”: l’importo medio mensile femminile delle pensioni è ammontato infatti 1.015 euro contro i 1.429 euro mensili degli uomini. (agg. di Niccolò Magnani)



PER I DIPENDENTI PUBBLICI POSSIBILE PENSIONE A 70 ANNI

Un emendamento al Decreto Milleproroghe a prima firma Domenico Matera (FdI) prevede, come spiega Il Mattino, “che i dipendenti pubblici che hanno raggiunto 67 anni di età e che non hanno raggiunto i 36 anni di contributi ‘possono, su base volontaria, richiedere che la permanenza in servizio prosegua fino al raggiungimento del settantesimo anno di età’”. Spetterebbe poi “all’amministrazione pubblica presso la quale il dipendente presta servizio accogliere la richiesta”. Questa operazione “sarebbe a costo zero, in quanto non sono previsti ‘nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. Fonti alle prese con questa proposta spiegano che si tratta di una scelta che deriva dalla necessità di coprire alcune esigenze lavorative, considerato che, potenzialmente, quest’anno, attraverso lo strumento di Quota 103, potrebbero andare in pensione anticipata, dalle amministrazioni pubbliche, circa 10 mila lavoratori”.

LA POSIZIONE DELL’INTERSINDACALE MEDICA

Come riporta collettiva.it, l’intersindacale medica ritiene l’ipotesi, contenuta in un emendamento al Decreto milleproroghe, di innalzare l’età pensionabile per i medici “una proposta indecente, un colpo di mano in una sede legislativa inappropriata, un regalo a potenti lobbies universitarie, con il pretesto della grave carenza di medici”. Secondo i sindacati, ”la crisi della sanità pubblica non si risolve con l’utilizzo di medici ultrasettantenni o il reintegro dei no vax, che, come armi di distrazione di massa, sono la spia della volontà di non affrontare il problema. Né con il lavoro a cottimo dei medici gettonisti, italiani o stranieri che siano, che mina la sicurezza delle cure, aumentando il rischio clinico e l’esposizione (anche assicurativa) dei medici, dirigenti sanitari e veterinari, e nel contempo mina la sicurezza dei conti, consentendo un uso extra contrattuale di risorse”. Dunque, al Parlamento viene rivolta la richiesta di “bocciare un provvedimento iniquo, che confonde il maquillage con la sostanza, provando a nascondere un altro duro colpo alla sanità pubblica”.

RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DELL’USB PENSIONATI

Anche l’Usb Pensionati esprime un commento sul confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, evidenziando che “si intende far arrivare all’opinione pubblica un messaggio con il quale il solo problema da affrontare è quello del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi, tralasciando l’argomento ben più rilevante dell’importo delle pensioni definito con il calcolo contributivo, che è stato il vero intervento riformatore del governo Dini nel 1995 e del governo Monti nel 2011”. Secondo l’Usb Pensionati, “per qualsiasi vera riforma, forse prima dei requisiti di uscita, i veri nodi da sciogliere sono l’Importo delle pensioni con il relativo sistema di calcolo ed il ruolo dello Stato rispetto alla definitiva affermazione di un modello di tipo assicurativo individuale e privato, che cancellerebbe lo spirito dell’art. 38 della Costituzione italiana”.

LE PAROLE DI SBARRA

Sul confronto avviato tra Governo e sindacati arriva anche un commento di Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, che intervistato dal Messaggero spiega: “Abbiamo apprezzato la disponibilità del governo al confronto. Dobbiamo lavorare insieme alla costruzione di un modello pensionistico che restituisca ad ogni lavoratore il diritto a una pensione dignitosa e a un’uscita più flessibile dal circuito produttivo a partire dal riconoscimento della libertà di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età e di assicurare uscite volontarie dal mercato del lavoro dai 62 anni. Va fatto un passo indietro su Opzione donna, con il ritorno ai requisiti precedenti”. Vedremo se questo passo indietro arriverà con il Decreto Milleproroghe.

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