LE PAROLE DI SBARRA E ALAIA

Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, intervistato da Repubblica spiega che il pacchetto pensioni “è la parte della manovra che ci vede più radicalmente contrari e che va cambiata. Penso alle penalizzazioni su Quota 103, all’incremento da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale dell’importo minimo per la pensione anticipata contributiva, alle restrizioni su Ape sociale e Opzione donna. Bisogna tornare indietro sulla sforbiciata alle rendite pensionistiche su una parte dei dipendenti pubblici. Servono invece misure di flessibilità che conducano al superamento della legge Fornero”. Intanto il Consigliere regionale campano di Italia Viva, Enzo Alaia, come riporta Ansa, evidenzia che “mentre le Regioni italiane sono impegnate a contenere la fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale, il Governo centrale ha pensato di predisporre una manovra finanziaria che taglia le pensioni dei camici bianchi con percentuali che oscillano tra il 5 e il 25%. Una misura, questa, che, se non rivista, determinerà un fuggi fuggi di medici che saranno indotti a collocarsi in pensione prima del tempo”.



LO SCONTRO TRA I MEDICI E IL GOVERNO SULLA RIFORMA PENSIONI

Lo avevano annunciato e a dicembre diverrà realtà lo sciopero dei medici contro la riforma pensioni in Manovra 2024, in particolare modo per quel taglio degli assegni dettato dalla rivalutazione messa in atto dal Governo. Davanti alle mancate modifiche della bozza inviata in Parlamento, Anaao Assomed e Cimo-Fesmed minacciano la protesta nazionale nelle prossime settimane. I sindacati dei sanitari temono un forte esodo dal Sistema Sanitario Nazionale se venisse confermata tale riforma.



«Circa 6mila medici e dirigenti sanitari del Ssn – spiega – hanno già maturato i requisiti pensionistici o li matureranno nel 2024, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi e 67 anni di età. Prevediamo che ci sarà un esodo perché i professionisti che potranno andare in pensione sceglieranno probabilmente di farlo subito, per evitare il pesante taglio alla loro pensione che scatterà dal primo gennaio 2024», scrive Pierino Di Silverio, segretario di Anaao Assomed, «la misura in Manovra porterà ad una riduzione delle pensioni fino a 26mila euro l’anno ed il rischio immediato è quello di una nuova fuga di professionisti dal Ssn che rischia di crollare». (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONI, IL GIUDIZIO DELLA CISL SULLA MANOVRA

Il Comitato esecutivo della Cisl, esaminando la Legge di bilancio, esprime “netta contrarietà sugli elementi peggiorativi introdotti nel sistema pensionistico, con particolare riferimento agli elementi penalizzanti introdotti su Quota 103, sull’incremento dell’importo minimo per l’anticipo della pensione contributiva da 2,8 a 3 l’assegno sociale, sulle restrizioni di accesso ad Ape Sociale e Opzione Donna. Da abolire è il taglio alle rendite pensionistiche retributive dei lavoratori degli enti locali, dei sanitari, degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, degli ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari. Occorre porre in essere misure di flessibilità che conducano al superamento definitivo della Legge Fornero, assicurino una pensione contributiva di garanzia per i giovani, diano risposte di inclusione a donne, madri e lavoratori impegnati in settori usuranti e gravosi, sostengano concretamente la previdenza complementare, garantiscano la piena indicizzazione delle pensioni, estendano la 14ma mensilità pensionistica”.

LE PAROLE DI SACCOMANNO (LEGA)

Come riporta calabria7.it, il Commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno, commentando le misure di riforma delle pensioni contenute nella Legge di bilancio, afferma: “Più di 50mila potenziali pensionati, maggiore flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro e correzione di alcune criticità della legge Fornero. Questi sono i risultati ottenuti grazie alla nuova quota 103, una soluzione che la Lega, insieme al Governo di centrodestra, ha adottato. È confermata la volontà del Governo di superare la Legge Fornero, che non è mai stata contestata né dalla sinistra né dai sindacati. Questa è stata una vera e propria ingiustizia per molti lavoratori che, dopo tanti anni di sacrifici, si sono visti negare la possibilità di andare in pensione. I media di sinistra hanno fornito informazioni errate riguardo a una possibile quota 104, che in realtà non esiste. La Lega esprime totale soddisfazione e ha fiducia che ci saranno ulteriori miglioramenti nei prossimi anni con il Governo di centrodestra, mantenendo gli impegni presi con gli elettori”.

RIFORMA PENSIONI, I DATI SUI DIPENDENTI PUBBLICI PENALIZZATI

Come riportato da Ansa, in base alla Relazione tecnica che accompagna la Legge di bilancio, “le pensioni dei dipendenti pubblici interessate dalla modifica delle aliquote di rendimento sulla parte retributiva dell’assegno sono 31.500 nel 2024, 81.500 nel 2025 e 147.300 nel 2026 per poi crescere velocemente e e superare le 700mila unità dal 2039″. Complessivamente, “i risparmi al netto degli effetti fiscali sono di 11,5 milioni nel 2024, 43,2 nel 2025 e di 96,9 nel 2026 fino ad arrivare a 2,27 miliardi nel 2043”. Sul suo profilo Facebook, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha scritto: “È inaccettabile che nella manovra di bilancio si preveda un meccanismo di ricalcolo che porterà ad una significativa riduzione delle pensioni dei medici. Da eroi della pandemia allo scippo”.

LA MODIFICA DELL’APE SOCIAL

Daniela Sbrollini, Senatrice di Italia Viva, rincara la dose, spiegando che “la manovra colpisce le pensioni di categorie fondamentali come quella dei medici, che è già in difficoltà. È assurdo innescare uno scontro con i camici bianchi: l’ultima cosa che ci serve, in un momento così complicato per la sanità italiana, è uno sciopero”. Senza dimenticare il rischio di “una fuga anticipata verso la pensione di quanti hanno i requisiti per evitare la decurtazione”. Intanto la Cia Toscana evidenzia che con la Legge di bilancio, non solo aumenta di cinque mesi il requisito anagrafico per l’accesso all’Ape social, che passa quindi a 63 anni e 5 mesi, ma “si cancella l’ampliamento delle categorie di lavoratori gravosi riconosciuto nel biennio 2022-2023. Perderanno il diritto a prepensionarsi, pertanto, quelle 23 professioni incluse lo scorso anno”.

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