LE PAROLE DI DE NICOLA E DURIGON
Alessandro De Nicola, Coordinatore della Cgil del distretto ceramico di Modena, commenta le misure di riforma delle pensioni inserite nella Legge di bilancio evidenziando che “il ridimensionamento di Opzione donna e Ape social, l’istituzione di una penalizzazione per chi sceglie la pensione con Quota 103 che di fatto diventa Quota 104 sono estremamente negative. In altre parole viene ripristina la versione originaria della Fornero. Hanno buttato nella spazzatura almeno otto-dieci anni di lotta sindacale”. Intanto, come riporta Ansa, Claudio Durigon ha assicurato che “la revisione degli adeguamenti delle pensioni dei dipendenti pubblici, corretti al ribasso nella manovra, riguarderà tutte le categorie interessate e non solo i medici”. Il sottosegretario al Lavoro, ospite di SkyTg24, ha detto che “si può rivedere questa norma, la stiamo cercando di studiare, nasce da una ratio di imparzialità, sarà su tutti i dipendenti pubblici, non solo sui sanitari”, sottolineando che “dove c’è la necessità di modificare per errori tecnici o per rivedere alcune norme” si potrà “entrare in campo con le modifiche”.
IL GIUDIZIO DI ALBERTO BRAMBILLA SULLA RIFORMA PENSIONI IN MANOVRA
Secondo il presidente di Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, la problematica della riforma pensioni inserita in Manovra 2024 riguarda in primo luogo la mancanza di risorse ampie per poter smuovere concretamente il sistema previdenziale: intervistato dal quotidiano “Il Piccolo”, l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi sottolinea come «i risparmi sono pochi, la vera sfida oggi è riportare più persone al lavoro».
Per Brambilla, ispiratore a suo tempo della riforma pensioni Quota 102, i maggiori vincoli inseriti ora dal Governo sulle pensioni non bastano «per colmare il buco generato dai diversi tagli ai contributi». Raggiunto da “La Stampa” in un’altra recente intervista, l’esperto di previdenza ed ex sottosegretario al Welfare di Roberto Maroni ha contestato l’impianto generale della Manovra: «I tagli alle pensioni? I problemi di sostenibilità della spesa pensionistica sono altrove. Il governo sta ponendo le premesse per un nuovo buco nei conti dell’Inps per 16 miliardi».
LE VALUTAZIONI DELLA CISL
Secondo la Cisl, sul fronte della riforma delle pensioni, nella manovra occorre “rimuovere le penalizzazioni su quota 103 e quelle sulle rendite pensionistiche retributive di insegnanti d’asilo e scuole elementari parificate, lavoratori degli enti locali, operatori sanitari, ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari. Introdurre una pensione di garanzia per i giovani, nuove misure di flessibilità in uscita dal Mdl, rafforzare ed allargare Ape Sociale, risolvere vertenza Opzione Donna. No all’incremento dell’importo minimo per l’anticipo della pensione contributiva a tre volte l’assegno sociale. Piena rivalutazione di tutte le pensioni ed estensione delle 14me mensilità. Sostenere e incentivare l’adesione per la previdenza complementare”. Secondo il Segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, invece, “con le misure previdenziali non solo si sposta il traguardo pensionistico per tutti, ma non ci sono risposte per giovani, donne e per chi è attualmente in pensione”.
RIFORMA PENSIONI, LA POSIZIONE DI CSA-CISAL
Csa-Cisal, come riporta lametino.it, in una nota evidenzia che la misura di riforma delle pensioni contenuta nella Legge di bilancio che riduce le aliquote di rendimento della quota retributiva delle pensioni dei dipendenti pubblici “appare una misura fortemente iniqua e che penalizza in maniera ingiustificata le lavoratrici e i lavoratori degli Enti locali, fra cui la Regione Calabria”. “Questo governo, a livello nazionale, vuole massacrare le nostre pensioni con riduzioni economiche consistenti. Vuole trasformare la pensione retribuita a in contributiva per tutti i lavoratori pubblici assunti prima del 1996, con tagli enormi. Questo passaggio significa, come minimo, una perdita di 200 euro nella pensione. È una cosa inaccettabile”, è invece il duro commento di Cesare Hoffer del sindacato Nursing up della Provincia di Trento riportato da ildolomiti.it. Sulla vicenda Davide Giacalone, in un articolo sulla Ragione, evidenzia che “sarebbe sano che le regole non cambiassero cammin facendo, invece cambiano di continuo”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ZIGNANI
Interpellato da Adnkronos/Labitalia, Giuliano Zignani, presidente del Patronato Ital-Uil, evidenzia che “l’idea di una profonda e strutturale revisione della riforma Fornero continua a non essere praticata. Pertanto, di anno in anno, possono cambiare le condizioni per accedere alla pensione. È ciò che sta accadendo anche quest’anno. La manovra economica varata dal Governo, al momento, sembra aver peggiorato alcuni percorsi. Questo è uno dei motivi che ha indotto la Uil e la Cgil a indire una mobilitazione con sciopero”. “Cogliamo il senso di smarrimento e di incertezza che attanaglia molte persone, a partire da coloro che svolgono lavori gravosi, dalle donne impegnate anche nel lavoro di cura e da coloro che lavorano da oltre 40 anni”.
LE PENALIZZAZIONI DELLA NUOVA QUOTA 103
Ital-Uil evidenzia che “possiamo indubbiamente notare come si sia accentuato il restringimento dei criteri per accedere al pensionamento anticipato e le penalizzazioni che sono state previste nei confronti dei lavoratori e lavoratrici che compiono questa scelta”. Più nel dettaglio, “queste penalizzazioni agiscono sia dal punto di vista del calcolo di pensione, ora per Quota 103 totalmente contributivo, che nei limiti imposti all’importo per il periodo di anticipo pensionistico (importo di pensione non può superare quattro volte il trattamento minimo fino al raggiungimento dell’età della utile per pensione di vecchiaia). Vengono allungate anche le finestre per accedere a Quota 103, sembra infatti che nel 2024 potranno lasciare solo i nati fino ad aprile prossimo. Chi resterà al lavoro potrà invece beneficiare del bonus Maroni”.
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