L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE FINANZARIA PER LE PENSIONI

Ospite della videorubrica del sito del quotidiano Libero “Parlamentari scatenati”, Giulio Centemero ha ricordato che “il sistema pensionistico è passato dal sistema retributivo a quello contributivo. Anche in questo l’educazione finanziaria può venire in soccorso”. “I tempi sono cambiati: dobbiamo autoresponsabilizzarci, pensare a un piano per il nostro futuro, non possiamo aspettarci la gestione completa da parte del pubblico”, ha aggiunto il deputato della Lega, che ha presentato una proposta di legge per l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione finanziaria nella scuola primaria e secondaria. Un provvedimento che “mira ad educare fin dalla scuola primaria i cittadini alla finanza”, ha spiegato Centemero, evidenziando che “un investimento e una scommessa non sono simili e i risparmi degli italiani possono diventare uno strumento utile per il Paese, possono influire sull’economia reale”. E anche aiutare a costruirsi il proprio futuro previdenziale.



ANAP CHIEDE UN NUOVO INTERVENTO DI RIFORMA PENSIONI

Da Udine dove è tornata in presenza la festa dell’Anap Friuli Venezia Giulia, l’associazione dei pensionati di Confartigianato ha esposto quelli che sono i principali problemi legati al settore, invocando l’intervento dello Stato per una riforma pensioni adeguata al contestato di crisi economica importante di questi ultimi anni.



«La perequazione delle pensioni parte da lontano, dal 2011, e siamo ancora a credito. L’attuale livello di tassazione è secondo noi insostenibile», spiega Pierino Chiandussi, presidente di Anap Confartigianato Udine: la situazione delle pensioni, unita a quella della sanità, contribuisce ad una forte problematica per l’immediato futuro, «Mancano medici di base e geriatri, le liste d’attesa sono sempre più lunghe, diverse Rsa non sono adeguate». (agg. di Niccolò Magnani)

LE PAROLE DI DEL CARLO (ANP-CIA)

Nel corso della riunione della Direzione regionale dell’Anp-Cia Marche cui ha partecipato, il Presidente nazionale Alessandro Del Carlo, come riporta etvmarche.it, ha voluto confermare l’impegno dell’associazione “a difesa dei pensionati attraverso proposte precise, affinché il Governo intervenga a sostegno delle fasce più deboli della popolazione”. In questo senso, “i recenti provvedimenti, come l’aumento a 600 euro per gli over 75enni e la riduzione delle bollette vanno nella giusta direzione, ma sono ancora parziali e insufficienti. L’aumento delle pensioni minime, il recupero della perequazione, la riforma dell’opzione donna, la pensione di garanzia per i giovani, il rilancio delle aree interne sono le macro-questioni al centro delle nostre proposte, e insieme le porteremo all’attenzione del Governo”. Intanto, come riporta Ansa, la Cassa dottori commercialisti “ha deciso di incrementare la misura minima dei trattamenti pensionistici di inabilità e la base di calcolo delle pensioni indirette, adeguando la misura minima riconosciuta dall’attuale 70% al 100% dell’importo minimo di pensione (14.468 euro nel 2023)”.



I DATI DI INARCASSA

Come ricorda Norme & Tributi Plus Enti locali & edilizia, inserto del Sole 24 Ore, in base ai dati del report Inarcassa in cifre, “architetti e ingegneri sono andati in pensione l’anno scorso in media a 65,9 anni di età con una anzianità di 37 anni. E con un assegno medio annuo pari a 24.282 euro. Che però rappresentano, appunto, la media tra i 30.303 euro degli ingegneri e i 19. 617 euro annui degli architetti”. Dal report emerge anche che le pensioni di vecchiaia sono “18.853, contro poco meno di duemila pensioni di anzianità (accessibili un tempo anche con 58 anni di età ma ormai in esaurimento perché cancellate dalla riforma)”. Inoltre, “in tutto Inarcassa paga oltre 43mila pensioni (compreso quelle in cumulo, ai superstiti, ecc.) con un onere complessivo che l’anno scorso ha superato per la prima volta gli 800mila euro (+3,79 rispetto al 2021). In crescita però anche il gettito contributivo salito a 1,464 miliardi (+19,8% in un anno)”. Infine, “gli iscritti nel 2022 sono saliti a 175.627, con una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Di questi il 28,8% sono donne”.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Si avvicina la messa a punto della Legge di bilancio e Mauro Marino, in un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, ricorda che ci saranno poche risorse a disposizione per le misure di riforma delle pensioni. “Quindi dopo che dall’istituzione della Legge Fornero, che ha fatto risparmiare all’Erario oltre 100 miliardi, sarà nuovamente il capitolo pensioni quello più penalizzato e quello che ormai è diventato il bancomat dell’azienda Italia. Non ci sarà, pertanto, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, nessuna riforma strutturale, nessuno smantellamento della Legge Fornero, nessuna visione né idea ma soltanto la promessa, molto labile, di un intervento da attuare entro il termine della legislatura”, sottolinea l’esperto previdenziale.

LA MANCANZA DI UNA RIFORMA STRUTTURALE

Dunque, aggiunge Marino, ci saranno le proroghe di misure già in essere come Quota 103, “il rinnovo per un altro anno dell’Ape Sociale forse esteso ad altri lavori gravosi, una fantomatica staffetta generazionale di cui non si conoscono i termini e che interesserà, comunque, poche migliaia di persone ed infine si farà qualcosa su Opzione Donna”. “Onestamente ci si aspettava molto di più ma stiamo scontando una scellerata gestione dei fondi pubblici dei decenni scorsi, anche in materia previdenziale. La speranza è che fin dal prossimo anno ci possa essere un’inversione di tendenza, che l’economia abbia un sussulto e che si possa cominciare ad erodere l’enorme debito pubblico così da attuare una riforma previdenziale strutturale, organica, equa e con la certezza del diritto”.

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