LE PAROLE DI SBARRA
“La Cisl è in mobilitazione da mesi. Ci stiamo preparando a vivere questa grande giornata di mobilitazione il 25 novembre a Roma”, ricorda, come riporta Ansa, il Segretario generale Luigi Sbarra, che auspica “che il Governo torni sui suoi passi su alcune misure in materie di pensioni. Deve ritirarle ed aprire una discussione con il sindacato”. Intanto Carmelo Gullì, Segretario generale dello Spi-Cgil della Calabria, ricorda le ragioni dello sciopero di domani: “Avevano promesso di ‘cancellare la legge Fornero’ e invece l’hanno addirittura peggiorata restringendo le già limitate misure di flessibilità in uscita, tagliando i futuri assegni dei lavoratori del pubblico impiego e la rivalutazione delle pensioni in essere. La legge di Bilancio è arbitraria e non dà risposte ai giovani, alle donne e ai pensionati, spostando il traguardo della pensione per tutti e continuando a fare cassa sulla previdenza”.
IL MINISTRO SCHILLACI SULLA RIFORMA PENSIONI PER I MEDICI
Mentre la Ministra del Lavoro Marina Calderone ha confermato che tra gli emendamenti alla Manovra vi sarà un unico maxi-intervento sulle pensioni dei medici per evitare tutte le penalizzazioni, una ulteriore conferma arriva dal Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Intervenuto a margine del “Healthcare Summit 2023” del Sole24ore, il titolare della sanità racconta ai cronisti di aver appena finito un lungo dialogo con il Ministro dell’Economia Giorgetti. «Lo rivedrò domani insieme alla ministra Calderone. C’è la volontà di risolvere le criticità legate alla norma sulle pensioni perchè credo che sarebbe impensabile che in un momento come questo operatori lascino il Servizio sanitario nazionale. Potrebbe essere il tassello finale di un disastro che noi non vogliamo far sì che avvenga». La modifica finale della riforma pensioni ancora non è stata definita ma, conclude Schillaci, «abbiamo chiesto un impegno per valorizzare l’indennità di specificità per gli operatori sanitari». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CALDERONE
“Se sarà convocato un tavolo sulle pensioni? Noi siamo disponibilissimi su tutto, sull’intero pacchetto che metteremo in campo per rendere ancora più dinamico il mercato del lavoro. Ben volentieri a breve individueremo una serie di impegni. Ma dobbiamo metterci al tavolo tutti con la volontà di ascoltarci reciprocamente e non partire, ancor prima che l’incontro è iniziato, dicendo che non è servito a nulla”. Così Marina Elvira Calderone, come riporta Ansa, a margine di un evento sul lavoro organizzato da Fratelli d’Italia. La ministra del Lavoro aggiunge che “tutti i tavoli sono convocati periodicamente.Poi nell’ambito del confronto tra parti sociali e Governo ci sono delle posizioni che talvolta conducono a norme che possono non piacere a tutti, ma esercitare il potere legislativo è una grandissima responsabilità e farlo ascoltando chi è portatore di interessi legittimi è necessario. Però poi bisogna anche” valutare il fatto che “le norme devono avere un loro equilibrio imprescindibile dal punto di visto della finanza pubblica, altrimenti avremmo poco da parlare di futuro”.
LE PAROLE DI LEONARDI
Elisa Leonardi, come riporta orvietonews.it, evidenzia che “la categoria dei pensionati, come abbiamo più volte sottolineato, è sempre stata vessata dai Governi italiani ma gli ultimi due hanno messo mano in maniera incisiva all’indicizzazione delle pensioni con tagli anche sostanziosi. Per non parlare dei mancati finanziamenti in materia di disabilità o della mancata rivisitazione della Legge Fornero per la flessibilità in uscita dal lavoro, che diventa anche più complicato e spostato in avanti. L’ultimo macroscopico taglio che emerge dalla manovra di bilancio è quello dei 350 milioni per l’attuazione della legge delega sulla disabilità, di cui mancano anche i decreti attuativi. Fondi che, tra gli altri, sarebbero finiti per coprire una parte dei conti del superbonus”. La Segretaria generale della Uilp dell’Umbria rivolge quindi “un appello a tutti i politici e i rappresentanti istituzionali dell’Umbria, in Regione, in Parlamento e in tutte le Istituzioni locali, affinché mettano in atto politiche in grado di sostenere gli anziani e le fasce deboli”.
RIFORMA PENSIONI, IL CONSIGLIO DELLA CORTE DEI CONTI
Nell’audizione parlamentare sulla Legge di bilancio, la Corte dei conti, come riporta Il Sole 24 Ore, ha suggerito al Governo di valutare l’opportunità di “convergere verso un’età di pensionamento anticipato uniforme con l’applicazione, per i “misti”, di appropriate correzioni del trattamento”. In particolare, “bisognerebbe chiedersi se in prospettiva, quando la quota di coloro i quali hanno iniziato a lavorare nel 1996 (contributivi puri) crescerà significativamente e diventerà più stridente lo scarto con il requisito di uscita (67 anni) di coloro che hanno iniziato a lavorare solo un anno prima, non sarebbe opportuno puntare a convergere verso una età di pensionamento anticipato uniforme con l’applicazione, per i ‘misti’, di appropriate correzioni del trattamento”.
LE STIME INPS SUI DIPENDENTI PUBBLICI
Il quotidiano di Confindustria cita anche le stime Inps secondo cui “entro i prossimi dieci anni fino a un terzo dei dipendenti pubblici andrà in pensione“. Infatti, sono “oltre 1,35 milioni i lavoratori della Pa che nel 2022 hanno superato i 55 anni. Si tratta di circa il 36% dei 3,7 milioni di persone che nell’anno ha avuto almeno una giornata retribuita. La forza lavoro invecchia velocemente con appena il 22,1% dei dipendenti che ha meno di 40 anni e appena il 6,75% meno di 30 e nei prossimi anni sarà determinante la politica di assunzioni per evitare che settori centrali a partire dalla scuola e dalla sanità restino a corto di personale. Ad aggravare il problema ci sono i molti casi di rinuncia di candidati ai concorsi pubblici”.
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