Come sappiamo la trattativa sulla riforma pensioni è arrivata ad un punto stagnante, dal momento che il ministro Marina Calderone ha affidato ad un osservatorio apposito il compito di verificare se la bozza di riforma, con ogni probabilità quota 41 per il 2024 (con una proroga di quota 103 come riforma ponte per il 2023).



Riforma pensioni 2023: scontri in Francia, ripicche sindacali in Italia

In un momento in cui in Francia si sono verificati degli scontri in occasione della festa dei lavoratori del 1 maggio, sempre a causa della riforma pensioni voluta da Emmanuel Macron, in Italia si discute sulla mini riforma delle pensioni che è stata introdotta attraverso l’approvazione del decreto lavoro.



Un decreto approvato proprio oggi e che è intervenuto sull’innalzamento delle pensioni minime e sulla proroga del contratto di espansione al 31 dicembre 2026. Maurizio Landini, segretario generale della CGIL ha definito il decreto lavoro “un atto di arroganza”. Infatti i sindacati si auspicavano che il governo avviasse un tavolo di trattative che, del resto, era già stato avviato con il precedente ministro Andrea Orlando ma che è stato poi fermato a causa dell’aggravamento della situazione politica ed economica europea causata dal conflitto internazionale.

Riforma pensioni 2023: col decreto lavoro prorogato il contratto di espansione

È stato proprio per questo che la riforma pensioni 2023 non ha visto la luce e non è stata approvata dal precedente governo Draghi, che invece l’aveva annunciata in occasione delle dichiarazioni in merito alla nota di aggiornamento del Def di settembre 2022.
Questa volta però il governo ha affidato ad un osservatorio ad hoc istituito presso il Ministero del lavoro, il compito di valutare l’impatto di un eventuale riforma pensioni sul sistema previdenziale italiano. In particolare l’analisi del governo potrebbe concentrarsi sull’impatto di quota 41 nei prossimi anni, dal momento che le proiezioni hanno evidenziato che la riforma potrebbe avere un costo molto più elevato di quanto fosse stato previsto inizialmente.



Per il momento dunque si potrebbe procedere ad una riforma ponte, che coinciderà con la proroga di quota 103 attraverso la prossima legge di bilancio 2024, che passerà ai voti entro dicembre di quest’anno.

Intanto col decreto lavoro il governo ha prorogato il contratto di espansione che consente, previo accordo tra le parti, di andare in pensione in forma anticipata di 5 anni.

Allo stesso tempo il lavoratore però percepirà un’indennità mensile pari alla pensione che dovrebbe maturare una volta raggiunta l’età pensionabile. Questa indennità sarà pagato direttamente dall’azienda che, dal canto suo, dovrà assicurare di procedere a nuove assunzioni.
Sono inoltre state innalzate le pensioni minime, così come era stato già annunciato dal governo di centro-destra su spinta di forza Italia e Silvio Berlusconi.

Il governo inoltre ha prorogato di altre dodici mesi contratti a termine che passano dunque a 24 mesi.
Ma della legge strutturale vera e propria ancora non si vede nemmeno una bozza. Cosa deciderà di fare Marina Calderone?