GLI ITALIANI E LE PENSIONI
Da un sondaggio realizzato da Swg per il Tg La7 emerge che “i più preoccupati per la propria pensione sono i 35-44enni e l’81% sono donne”. Il 72% degli intervistati “pensa che il sistema pensionistico italiano sia poco o per niente giusto. Secondi solo ai greci, che per l’86% (intervistati da Prorata) pensano lo stesso del sistema del proprio Paese”. Interessante notare che “l’età media più adeguata per andare in pensione, secondo gli italiani, è 64,7 anni. La pensano diversamente i rispondenti francesi (sondaggio OpinionWay) che vorrebbero smettere di lavorare in media a 61,8 anni”. Va anche detto che “per il 48% dei rispondenti, se dovesse essere innalzata l’età pensionabile, bisognerebbe differenziarla a seconda del tipo di lavoro. Per il 45% sarebbe opportuno programmare la carriera lavorativa prevedendo, al crescere dell’età, il passaggio a mansioni sempre più consone all’età e al proprio stato di salute”. Tutte indicazioni utili in un momento in cui si continua a discutere di riforma delle pensioni.
TAVOLO GOVERNO-SINDACATI SULLA RIFORMA PENSIONI: LE RICHIESTE DI LANDINI
È convocato oggi alle ore 15.45 il tavolo di lavoro tra Governo e sindacati per la riforma pensioni 2023-2024 dopo la “sospensione” del confronto negli ultimi mesi: il Governo Meloni ha convocato presso la Sala Verdi di Palazzo Chigi i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – rispettivamente, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Paolo Capone.
L’agenda è fitta e riguarda riforma pensioni ma non solo: riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, sicurezza sul lavoro. «Ci troviamo di fronte a una crisi di sistema e non è possibile rispondere a essa con politiche di austerità. Pertanto, è necessario far sentire la nostra voce con ancora più forza», attacca il leader della Cgil Maurizio Landini in vista dell’incontro odierno con la Premier Giorgia Meloni. Una riforma pensioni strutturale prima del prossimo anno e non solo tra le richieste Cgil: «In questi cinque mesi il governo è andato avanti su tutto senza mai discutere con nessuno: delega fiscale con la flat tax, decreto lavoro con la liberalizzazione dei contratti a termine e l’estensione dei voucher, i dodici condoni della legge di bilancio».
I CONTROLLI INPS IN CORSO
Come riporta Libero, Pasquale Tridico, negli ultimi suoi giorni di mandato, “si è dovuto occupare di due grane. Ricalcoli pesanti che l’istituto sta portando avanti per sistemare due faccende: l’erogazione maggiorata di alcuni assegni previdenziali sulle pensioni di reversibilità del 2020 e quella di alcuni trattamenti che riguardano diverse famiglie che incassano l’assegno unico. Sintesi: milioni di italiani dovranno mettere mano al portafoglio per restituire all’Inps a distanza di tempo quanto incassato in più per un errore di calcolo dello stesso istituto di previdenza”. Dunque, verranno effettuati dei controlli e “nel caso in cui dalla verifica dovesse risultare una pensione di reversibilità superiore a quella prevista, allora scatta già la prima trattenuta nel cedolino di agosto 2023”, cui seguiranno “trattenute mensili che corrispondono a un quinto dell’importo complessivo dell’assegno erogato con una rateizzazione massima in 60 versamenti”.
PER ANAP PRIORITÀ È INDICIZZAZIONE PENSIONI
Paola Montis, Presidente dell’Anap Sardegna, evidenzia come “l’inflazione e i rincari generalizzati fanno vacillare una delle colonne più robuste del welfare familiare: i pensionati la cui situazione è diventata insostenibile”. “Sappiamo che tantissimi anziani pensionati sardi sono costretti a vivere con un assegno mensile che non raggiunge nemmeno i mille euro significa condizione di povertà, anche secondo i parametri ufficiali. I conti sono oramai ingestibili e la loro situazione rischia di trasformarsi in una bomba sociale”, aggiunge la numero uno regionale dell’Associazione dei pensionati artigiani di Confartigianato. Secondo Montis, è “fondamentale che gli anziani non vedano eroso il proprio potere d’acquisto, quindi l’adeguamento delle pensioni all’inflazione deve essere una priorità e su questo fronte non si possono più chiedere sacrifici ai pensionati, come successo troppo spesso negli anni passati”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BERLOFFA
Al Festival dell’Economia di Trento, come spiega Il Sole 24 Ore, si è tenuto un incontro dal titolo “Sostenibilità sociale, Diversity e Inclusion”, in cui Gabriella Berloffa, docente di Economia politica all’Università di Trento, ha ricordato che “nel 2070 ci saranno 11 milioni di italiani in meno, soprattutto in età lavorativa”. Tenuto conto che già oggi ci sono tre inattivi ogni due occupati, già tra vent’anni si arriverà a cinque inattivi ogni due occupati. E diventerà difficile avere un sistema pensionistico in equilibrio, visto che ci sarebbero meno persone a versare i contributi necessari al pagamento delle pensioni che nel frattempo saranno aumentate di numero a causa dell’invecchiamento della popolazione.
L’ANALISI DI SCHRERER
Diventa, quindi, importante, cercare di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne. Berloffa ha evidenziato che “il Pnrr da questo punto di vista è molto importante. Ci sono le clausole di premialità e di condizionalità a favore delle donne”. Infatti, le imprese che si aggiudicano i bandi legati al Pnrr devono destinare ai giovani under 36 e alle donne almeno il 30% dell’occupazione aggiuntiva creata in esecuzione del contratto. A un altro incontro del Festival, dal titolo “Allarme demografia in Italia”, Stefani Schrerer, professoressa di Sociologia all’Università di Trento, ha invitato a fare “attenzione alle disuguaglianze di coorte anche in termini di spesa pubblica che oggi sostiene la popolazione più anziana, con una quota significativa di spesa concentrata nelle pensioni, e non investe nel futuro”.
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