RIFORMA PENSIONI, I DATI SU OPZIONE DONNA
Come spiega Fabio Nemaz, Segretario organizzativo Uil e Presidente del Comitato regionale Inps del Fvg, dai dati Inps del Friuli-Venezia Giulia risulta che, “dall’inizio del 2023 a oggi non è pervenuta in regione alcuna domanda per ‘Opzione donna’, la misura del governo che permette alle donne di scegliere un pensionamento anticipato in cambio del calcolo della pensione interamente col metodo contributivo”. Come riporta Ansa, la coordinatrice del patronato Uil, Giuseppina Di Prisco, evidenzia che “nel 2022 solo nell’ItalUil regionale le domande per Opzione donna erano 44, si poteva scegliere, con 35 anni di contributi, di andare in pensione a 58 anni d’età se lavoratrici dipendenti o a 59 anni per le autonome. Da quest’anno le regole sono cambiate”.
LE PAROLE DI ZORN (UIL)
Se, però, ancora non sono state presentate domande per la nuova Opzione donna, significa che non ci sono lavoratrici che hanno i necessari requisiti e, “anche se continua a chiamarsi ‘Opzione donna’ di fatto non c’è l’opzione, ma solo lo stare o no dentro i requisiti”, aggiunge Di Prisco. Secondo il Segretario regionale della Uil del Friuli-Venezia Giulia, Matteo Zorn, una legge sulle pensioni deve dare risposte alle esigenze delle donne, ma “le modifiche legislative a Opzione donna non vanno più in questa direzione, penalizzano le lavoratrici e all’iniquità degli obblighi di cura sommano nuove iniquità”. Vedremo se il Governo, come già annunciato nelle scorse settimane, provvederà a cambiare la norma su Opzione donna e in quale modo.
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