LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Pierpaolo Bombardieri evidenzia che nel Def “non c’è nessuna risposta sui temi che abbiamo posto al governo durante questi mesi”, a partire dalle pensioni. Come riporta Ansa, secondo il Segretario generale della Uil “non si parla più di una riforma della legge Fornero, di un intervento sui giovani per una pensione di garanzia che è sparita dall’ordine del giorno, si sono dimenticati persino di Opzione donna bloccando 20mila donne pronte andare in pensione. Non c’è un’idea di come si affronterà il tema della riforma”. Intanto Emilano Fenu, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella commissione Finanze della Camera, intervistato dalla Notizia spiega che il superamento della Legge Fornero “non sarà la sola promessa elettorale a sciogliersi come neve al sole. Seguirà a stretto giro la liquefazione della flat tax per tutti. Un Governo austero alla fine taglia tutto, anche le sue promesse elettorali”.
L’ANALISI DI E SU LANDINI
Ospite di SkyTg24, Maurizio Landini ha spiegato di non conoscere il testo del Def “e non siamo stati coinvolti per discutere, il governo continua a mantenere un approccio verso i sindacati che non è utile né per il governo né per il Paese”. Come riporta Ansa, il Segretario generale della Cgil ha indicato i temi fondamentali su cui occorre un cambiamento: la sanità, il fisco e le pensioni. “Il Governo non ci sta ascoltando. C’è bisogno che ci siano risposte”, in assenza delle quali “maggio non è che l’inizio di una mobilitazione, e non escludiamo alcuna iniziativa tra gli strumenti che il sindacato ha a disposizione”, ha aggiunto il sindacalista, che deve incassare le critiche di Francesco Storace, che su 7colli.it si chiede se ci siano “motivi reali per proclamare scioperi, agitazioni, manifestazioni” e ricorda che nella Legge di bilancio “c’è stato spazio per intervenire positivamente per le pensioni più basse, altro che le chiacchiere che si attribuiscono a Giorgetti. Non una pensione è stata ridotta e semmai sono state alzate meno di quelle basse le medio alte”.
LE PAROLE DI CALDERONE
Marina Calderone ha parlato del Def, spiegando che il taglio del cuneo fiscale previsto “serve a dare ulteriori risposte. Noi abbiamo un impegno di legislatura di portarlo a 5 punti, avevamo già fatto un intervento in manovra di bilancio ma adesso aumentiamo di 1 punto”. “Bisogna guardare al contenimento dei conti pubblici, ma allo stesso tempo lavorare per fare quello che si può sempre sostenendo il mondo del lavoro e i redditi delle famiglie e dei lavoratori”, ha aggiunto. Come riporta Italpress, il ministro del Lavoro ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che “gli interventi dovevano essere contemperati per quelle che erano le disponibilità di bilancio, confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire a un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi un pochino più lunghi. Ho già costituito il nucleo per la spesa previdenziale per portarci avanti con il lavoro”.
L’ANALISI DI ANP-CIA
L’Anp-Cia evidenzia che ci sono voluti più di tre mesi “per capire gli effetti precisi della Legge di bilancio 2023 sulle pensioni. Il risultato conferma un piccolo passo avanti, ma per le minime il problema non è risolto”. Infatti, c’è un “incremento fino a 599,82 euro per gli ultra 75enni e di 572,20 per quelli di età inferiore. Quindi, pensioni minime più alte solo per il 2023 e 2024, del 6,4% per gli ultra 75enni e dell’1,5% per gli altri”. Un aumento del tutto insufficiente “a fronte di un’inflazione che viaggia quasi al 12% su base annua”. L’Associazione nazionale dei pensionati aderente alla Cia sottolinea che “le pensioni minime sono ancora ben lontane dai 780 euro, l’ammontare di quelle di cittadinanza. Inoltre, Anp-Cia “è preoccupata per la tassazione sulle pensioni per le quali non sono previste diminuzioni di sorta, mantenendo complessivamente un carico fiscale fra i più elevati d’Europa”. Infine, “è ancora in bilico la questione ‘Opzione donna’, di cui si conferma la forte penalizzazione, e non ci sono segnali per la pensione di garanzia destinate ai giovani”.
RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DOPO IL DEF
Con l’approvazione del Def è diventato chiaro che la riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 non potrà essere realizzata quest’anno, ma sarà un obiettivo di legislatura. Tuttavia, come spiega Il Sole 24 Ore, “con lo stop atteso a fine anno della sperimentazione annuale di Quota 103 il Governo con la prossima manovra dovrà comunque adottare almeno una nuova misura-ponte. Che potrebbe essere la proroga della stessa possibilità di pensionamento anticipato con 41 anni di versamenti e almeno 62 anni d’età. Una soluzione che non sembra però affascinare troppo la Lega”. Infatti Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, ha detto: “Non ci accontentiamo di una proroga della quota 103, il nostro obiettivo è quello di arrivare a quota 41, e migliorare quello che è stato fatto nella scorsa legge di bilancio”.
IL COSTO DEI VITALIZI ALLA CAMERA
Intanto, analizzando la sentenza del Collegio di appello di Montecitorio presieduto dall’avvocato Andrea Colletti relativa ai vitalizi dei deputati, Il Fatto Quotidiano spiega che essi “solo negli ultimi quarant’anni sono costati alla Camera un occhio della testa e non è un’iperbole: in totale oltre 4 miliardi e mezzo di euro se si sommano, a valori attualizzati, tutti gli importi corrisposti agli ex deputati dall’amministrazione di Montecitorio dal 1981 ad oggi. Un salasso micidiale specie se confrontato con le trattenute subite nello stesso arco temporale dai deputati, a titolo di contributo previdenziale: poco più di 320 milioni di euro, roba da far saltare per aria il bilancio di qualunque istituto previdenziale.
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