RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Mauro Marino evidenzia che “il Governo dopo aver illuso i partiti dell’opposizione, i sindacati e soprattutto le donne sul fatto che avrebbe inserito il ripristino di Opzione Donna nella sua integrità nel decreto ‘milleproroghe’ in scadenza a febbraio adesso promette un nuovo decreto per il mese di aprile che se pur aumenterà il numero di donne a cui sarà possibile accedere al pensionamento molto difficilmente farà tornare la norma alla situazione del 2022. Francamente l’atteggiamento dell’Esecutivo si dimostra incomprensibile accanendosi su un provvedimento il cui costo, poche decine di milioni di euro, è irrisorio se consideriamo che il bilancio annuale dello Stato è superiore ai 1.000 miliardi di euro”.



IL RISCHIO BEFFA PER IL 2023

L’esperto previdenziale, in un articolo su pensionipertutti.it, sottolinea anche che “dopo oltre quattro mesi il Governo non è mai entrato nel merito su come attuare la riforma previdenziale limitandosi ad un generica affermazione di flessibilità in uscita ma senza dire se questa flessibilità comporterà delle penalizzazioni ed eventualmente quali saranno queste penalizzazioni”. Marino spiega, quindi, che “sarebbe tristissimo e poco rispettoso per i milioni di cittadini italiani se questo 2023 si concludesse col ripristino parziale di Opzione Donna e poche misure sulla flessibilità introdotte alla fine dell’anno nella legge di bilancio, l’ennesima beffa su una questione che a parole tutti vogliono risolvere, ma che poi, nei fatti, fa comodo a tutti mantenere nella sua staticità”.



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