LE CONSEGUENZE DELL’EMENDAMENTO SULL’ART. 33

Nel commentare l’emendamento del Governo all’articolo 33 della Legge di bilancio, Valentina Conte su Repubblica spiega che più che mentre promette Quota 41 nella legislatura, l’Esecutivo mette sul piatto Quota 46 per medici e infermieri. Infatti, se volessero azzerare la decurtazione prevista per una pensione anticipata (quindi con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, indipendentemente dall’età), dovrebbero lavorare altri 36 mesi. E considerando le finestre per il pensionamento di fatto dovrebbero lavorare 46 anni. Un ragionamento che sembra però dimenticare l’età dei lavoratori in questione. Infatti, chi raggiungerà i 67 anni di età, e utilizzerà la pensione di vecchiaia, non subirà decurtazioni. Dunque solo chi ha iniziato a versare contributi dopo i 21 anni di età si ritroverebbe a dover raggiungere Quota 46. E si può ipotizzare che non siano molti i medici e gli infermieri che hanno iniziato a lavorare così presto.



LE PAROLE DI DE PALMA

A proposito dell’emendamento che modifica l’articolo 33 della Legge di bilancio, Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up (Sindacato nazionale infermieri) spiega che “non possiamo non riconoscere quanto la nostra battaglia, quella degli infermieri italiani, finalmente combattuta al fianco dei medici, abbia in poco tempo lasciato il segno e fatto breccia nel muro della politica. Apprezziamo il fatto che l’Esecutivo abbia quindi deciso di modificare l’articolo 33 sul possibile taglio delle pensioni, addolcendone l’impatto, significa che la nostra protesta ha prodotto degli effetti, ma approfondendone i contenuti non possiamo esserne ancora soddisfatti. È necessario escludere senza mezzi termini infermieri e medici dall’applicazione della tagliola pensionistica”. Come riporta Radiocor De Palma aggiunge che “continueremo accanto ai medici nella nostra serrata lotta, arrivando se necessario e come annunciato a ulteriori giornate di sciopero nel mese di gennaio”.



L’EMENDAMENTO DEL GOVERNO SULL’ART. 33

Il Governo ha presentato l’emendamento alla Legge di bilancio relativo all’articolo 33. Secondo quanto riporta Ansa, resterebbero escluse da “decurtazioni” le pensioni di vecchiaia e quelle di chi matura i requisiti entro la fine del 2023. Nel caso, invece, delle pensioni anticipate, il ricalcolo resta, ma per medici e infermieri del Ssn via sarà una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. Inoltre, per tutte le pensioni anticipate vengono riviste le finestre di uscita con un posticipo della decorrenza di un mese per chi matura i requisiti nel 2025, di 2 mesi per chi la matura nel 2026, di 4 mesi per chi li matura nel 2027 e di 6 mesi per chi li matura dal 2028. Infine, “i dirigenti medici e sanitari del Ssn nonché gli infermieri possono presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del quarantesimo anno di servizio effettivo e comunque non oltre il settantesimo anno di età”.



LE PAROLE DI SPINELLI (FDI)

Con il dl anticipi, come spiega la Senatrice di Fratelli d’Italia Domenica Spinelli, si interviene anche in materie previdenziali, come le indicizzazioni delle pensioni e un ordine del giorno” che impegna il Governo a valutare il trattamento pensionistico dei transfrontalieri che interessa il territorio di San Marino: lavoratori che potranno essere equiparati a chi lavora a Montecarlo, o in Svizzera”. Intanto, come riporta fremondoweb.com, “i giovani berlusconiani ribadiscono la propria solidarietà ai medici e infermieri scesi in piazza per far sentire la propria contrarietà al ‘prelievo forzoso’ dalle pensioni deciso dal Governo (per coprire i buchi di bilancio lasciati in eredità dai governi precedenti) e stigmatizzano l’impudenza e l’incoerenza di quei politicanti della sinistra che oggi si ergono a paladini della sanità pubblica dopo averla affossata negli anni in cui sono stati al governo del nostro Bel Paese”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ORLANDO

Andrea Orlando evidenzia che il Governo intende tagliare le pensioni del personale medico “di oltre il 10% senza un confronto, senza un avvertimento preventivo e quindi chi si sta facendo i calcoli per andare in pensione alla fine dell’anno viene spinto, se può, ad andarci prima, in un momento in cui abbiamo un vuoto di organico nella sanità. Questa è una vicenda che non fa onore al nostro Paese. Quindi è una scelta non riconoscente e pericolosa per l’assetto della sanità”. In un’intervista a Fanpage.it, l’ex ministro del Lavoro evidenzia che “oggi si interviene sulla gestione separata di alcune categorie, perché inizialmente queste persone – medici, infermieri, maestre d’asilo, lavoratori della giustizia, dipendenti degli enti locali – avevano delle loro casse previdenziali, che poi sono state portate sotto Inps”.

IL PRECEDENTE PERICOLOSO DELL’ART. 33

Il punto, aggiunge il deputato del Partito democratico è che con la manovra “si è deciso che si interviene su queste casse e si rivedono le rendite”. Ma dal suo punto di vista, “con questo intervento si crea un precedente che domani può valere per molti altri lavoratori italiani che, senza nessun confronto e senza nessun tipo di coinvolgimento si possono trovare tagliata la rendita con la quale devono andare in pensione semplicemente scoprendolo da una norma di legge”. Dunque, secondo Orlando, “non c’è solo da essere solidali con questi lavoratori ma c’è anche da difendere le pensioni di tutti i lavoratori italiani. Alla faccia del fatto che questa maggioranza è andata al governo dicendo che voleva cancellare la Fornero: sì volevano cancellarla per peggiorarla”.

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