LE PAROLE DI MOLLICONE
Come riporta Italia Oggi, Federico Mollicone ha annunciato la presentazione di “una risoluzione urgente sulla questione delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo, che sono in ‘estrema difficoltà’ sulla base di una recente sentenza della Cassazione, che dà ragione all’Inps dopo che l’Istituto aveva visto respinti i suoi ricorsi in 22 tribunali italiani”. Il Presidente della commissione Cultura della Camera ha spiegato che “la vicenda riguarda migliaia di lavoratori dello spettacolo che, per un errore di calcolo, hanno visto decurtata la pensione e avevano fatto ricorso sulla quota B”, ovvero i contributi dal primo gennaio 1993 al 31 dicembre 2011. Intanto il segretario di Fim-Cisl Torino Davide Provenzano, commentando con l’agenzia Nova le assunzioni annunciate da Stellantis in Francia e attualmente disattese in Italia, ha detto che “i volumi della 500 bev a Mirafiori sono a limiti tali da far immaginare delle assunzioni dopo 12 anni di cassa integrazione. Capiamo i costi, ma il budget pensioni è molto capiente”.
ATTIVATO L’OSSERVATORIO PER IL POST RIFORMA PENSIONI QUOTA 103
Secondo quanto confermato stamane anche da “Sole 24 ore” è ufficialmente stato attivato l’Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell’impatto della spesa previdenziale e l’analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico: in sostanza, Ministero del Lavoro e MEF collaborano per mettere a tema cosa potrà succedere nella riforma pensioni successiva alla attuale Quota 103. L’Osservatorio sarà composto da 14 membri, oltre al presidente: messo a punto dalla Ministra Calderone dal decreto siglato lo scorso 23 marzo, nel mirino vi è lo studio su quali riforme attuare dopo la Quota 103.
Il Governo punta ancora sulla Quota 41 ma è assai probabile che, qualora passasse la riforma, si debba estendere la Quota 103 (possibilità di uscire con 41 di versamenti e 62 anni d’età) per i primi mesi del 2024: proprio la misura “ponte” sarà uno dei temi chiave monitorati dall’Osservatorio. Come spiegato da Calderone alla Camera, l’Osservatorio dovrà prestare attenzione «ai sistemi di prepensionamento e ricambio generazionale, per verificare la sostenibilità di forme di anticipo pensionistico che non gravino unicamente sulla spesa pubblica ma consentano un ciclo virtuoso fra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori prossimi alla pensione». Non solo, Gli esperti nominati dal ministro del Lavoro dovranno «verificare l’efficacia e la sostenibilità di ulteriori forme di staffetta generazionale», studiando anche l’introduzione di «misure rivolte specificatamente alle piccole e medie imprese con il sostegno della bilateralità», concluse la Ministra del Lavoro. (agg. di Niccolò Magnani)
LA DECISIONE DI CGIL, CISL E UIL
Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di avviare una fase di mobilitazione unitaria nei mesi di aprile e maggio, “con la realizzazione di una generalizzata campagna di Assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e con l’organizzazione di tre manifestazioni interregionali di sabato (Nord, Centro, Sud), da svolgersi a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio)”. In una nota, le confederazioni spiegano che “la mobilitazione intende sostenere le richieste unitarie avanzate da Cgil, Cisl Uil e dalle Categorie nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese”. Tra gli obiettivi di queste richieste c’è, come noto, anche quello di arrivare a una riforma delle pensioni organica. Un tema su cui del resto era stato avviato un tavolo di confronto tra sindacati ed Esecutivo, che non ha però portato a risultati concreti oltre a essere stato di fatto “interrotto” visto che non sono stati programmati più incontri. Tra le richieste di Cgil, Cisl e Uil c’è anche quella di tornare alla versione di Opzione donna vigente lo scorso anno.
LA CONDANNA PER IL FONDO PENSIONI SICILIA
Come riporta Ansa, Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del sindacato Siad-Csa-Cisal evidenziano che “il Tribunale del Lavoro, ancora una volta, ha condannato il fondo pensioni Sicilia per i ritardi con cui eroga la buonuscita ai lavoratori della Regione: un’ingiustizia ai danni dei dipendenti che ha conseguenze nefaste anche per la Pubblica amministrazione che si ritrova a dover pagare interessi e spese legali”. I sindacalisti spiegano che “il giudice ha ribadito che il trattamento di fine rapporto o servizio va corrisposto entro un anno o due, a seconda dell’età anagrafica, dal collocamento a riposo e non, come sostenuto dal Fondo pensioni, dal compimento dei 67 anni di età, comportando peraltro anche un danno all’erario”. A questo punto, “il Siad-Csa-Cisal continuerà ad assistere i lavoratori e i pensionati della Regione per far sì che la buonuscita sia erogata nei tempi previsti e che siano riconosciuti gli interessi sui ritardati pagamenti o il rimborso delle somme pagate alle banche per fruire dell’anticipo del proprio Tfr/Tfs”.
RIFORMA PENSIONI, I DATI INPS
Secondo i dati del Coordinamento generale statistico attuariale dell’Inps riportati dal Sole 24 Ore, sulla base del “coefficiente standardizzato di pensionamento“, gli assegni relativi a prestazioni pensionistiche assistenziali “risultano concentrati in grande quantità in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, rispettivamente con 118, 112, 105 e 101 trattamenti ogni mille abitanti: circa il 70% in più della media nazionale (68,3 nel 2022 mentre nel 2004 era 47,4) e a una distanza abissale dalle Regioni con un tasso di assistenzialismo più basso: Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che presentano un tasso standardizzato, rispettivamente, di 43, 45, 45 e 46 per 1.000 residenti.
LA CRESCITA DEGLI ASSEGNI ASSISTENZIALI
Il quotidiano di Confindustria aggiunge che, “a prescindere dalla distribuzione geografica, i dati dicono anche che l’andatura di questo tipo di pensioni sta tornando ad essere sostenuta dopo 2-3 anni di brusco rallentamento (nel 2020 erano scese al 40,7% del totale), ‘dovuto fondamentalmente – si legge nel dossier Inps – alla situazione pandemica che ha causato rallentamenti negli accertamenti medico-legali per il riconoscimento degli stati di invalidità, cecità e sordità civile’. Nel solo 2022 le nuove prestazioni pensionistiche assistenziali liquidate dall’Inps sono state 627.799: oltre 45mila in più delle 581mila erogate l’anno precedente”. “Sembra insomma ripartita la marcia di avvicinamento verso il picco raggiunto nel 2014 a quota 54,1%. L’età media dei beneficiari di pensioni e assegni sociali è di 75,6 anni mentre quella dei titolari di invalidità civile è di 63,2 anni”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI