SINDACATI PRONTI ALLA NUOVA MANIFESTAZIONE
La scorsa settimana si è tenuto a Potenza l’attivo sindacale di Cgil, Cisl e Uil della Basilicata in vista della manifestazione unitaria sindacale in programma sabato a Napoli. “Ritorniamo in piazza per chiedere investimenti sulla sanità, sulla scuola, sull’università e la ricerca, risorse per una riforma strutturale delle pensioni, insieme a strumenti adeguati per favorire un’occupazione stabile e qualificata”, hanno detto i tre Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli. La scorsa settimana si è tenuto anche un convegno della Cna di Trapani, durante il quale, come riporta giornaleora.it, Giovanni Vassallo, Presidente Cna pensionati Trapani, ha ricordato che al primo posto nella nostra agenda anche la battaglia per l’aumento delle pensioni, specie in relazione al considerevole aumento del costo della vita che si è registrato negli ultimi anni”.
L’ATTACCO DEL M5S AL GOVERNO MELONI SULLA RIFORMA PENSIONI
In merito alla riforma pensioni «Le chiacchiere stanno a zero. Parlano i numeri: se tagli 10 miliardi per il triennio 2023-2025 alla rivalutazione delle pensioni del ceto medio, in un momento in cui l’inflazione è schizzata all’8,3% e con i prezzi che continuano a correre, tu stai facendo cassa sulla pelle dei pensionati»: lo ha detto nella trasmissione Mediaset “Zona Bianca” l’ex capogruppo al Senato del M5s, Ettore Licheri, parlando dei ritardi sulla composizione della nuova legge sulla previdenza.
«Le pensioni rappresentano il capitolo dove si è consumato il peggior tradimento elettorale di questa destra: il Governo aveva promesso di alzare le pensioni minimi, non l’ha fatto affatto. Sono rimaste a 525 euro per gli under 75 ma per gli over 75 gli hanno dato solo qualche spiccioletto fino ai 600 euro e solo per il 2023», ha aggiunto il senatore grillino attaccando ancora l’esecutivo di Centrodestra. «Avevano promesso di confermare e migliorare la riforma pensioni di Opzione Donna ed è stata smantellata con lavoratrici espulse lavoratrici dalla previdenza sociale», conclude Licheri in collegamento con “Zona Bianca”, «Avevano detto di voler abolire la legge Fornero ma è rimasta: l’ex Ministro è contenta perché questo sistema pensioni è uguale al suo». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI DURIGON
Come riporta Italpress, al Salone del Risparmio di Milano è stato presentato l’Osservatorio Silver Economy Censis-Tendercapital 2023, “I longevi e il risparmio: valori e scelte”. All’evento ha partecipato anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, secondo cui “l’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy mette in evidenza il fondamentale ruolo sociale che la generazione dei longevi svolge nel Paese. Occorre, pertanto, adeguare il sistema di welfare alle dinamiche di invecchiamento della popolazione tenendo conto dell’attuale congiuntura economica particolarmente complessa. In questa prospettiva, la riforma del sistema pensionistico rappresenta un presupposto essenziale per tutelare una generazione che ha contribuito in maniera decisiva al progresso della nostra comunità nazionale”. Maurizio Grifoni, presidente Fondo Fon.Te, ha ricordato invece, che occorre “credere e investire nell’educazione, nella formazione, nel lavoro, nell’impresa, nel sociale e nella famiglia. La Previdenza complementare oltre a garantire una pensione migliore dovrà prendersi questo impegno”.
IL NUOVO COEFFICIENTE DI RIVALUTAZIONE TFR
Come riporta Il Sole 24 Ore, “ad aprile il coefficiente di rivalutazione del trattamento di fine rapporto è 0,626904”. Infatti, “l’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istituto nazionale di statistica, con esclusione del prezzo dei tabacchi lavorati, è al valore di 118,4” e “tramite i dati resi noti ieri dall’Istituto di statistica è possibile calcolare il dato del trattamento di fine rapporto, introdotto dalla legge n. 297/82. Il calcolo viene fornito mensilmente per permettere di rivalutare le somme accantonate al 31 dicembre dell’anno precedente, nel caso di cessazione di rapporti di lavoro e/o conteggi in sede di bilanci infrannuali. Secondo quanto stabilito dal codice civile (art. 2120) il trattamento di fine rapporto accantonato al termine di ogni anno deve essere rivalutato mensilmente sommando due elementi: il 75% dell’aumento del costo della vita rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente (colonna rival. 75%) e l’1,50 % annuo, frazionato su base mensile”.
RIFORMA PENSIONI, L’INCENTIVO PER CHI RESTA AL LAVORO
Come ricorda Italia Oggi, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso decreto relativo “all’incentivo per il posticipo del prepensionamento a favore dei dipendenti, pubblici e privati”. Di fatto, quindi, “chi, avendo i requisiti, rinuncia alla ‘pensione anticipata flessibile’, cd quota 103, può intascare, in aumento dello stipendio, la trattenuta contributiva operata dal datore di lavoro in busta paga”. In particolare, “il lavoratore: continua a lavorare invece di mettersi prima a riposo con quota 103; non paga più i contributi in busta paga (in genere pari al 9,19%) e il relativo importo, tolte le tasse, finisce nel netto busta paga. L’incentivo, stabilisce il decreto, perdura fino a quando il lavoratore non si mette in pensione o, comunque, fino a 67 anni d’età”.
L’EFFETTO DEL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE
Va però detto che per usufruire di questo incentivo bisognerà presentare domanda all’Inps e bisognerà, quindi, attendere le relative istruzioni. Interessante, anche notare che, “in caso di riconoscimento di fiscalizzazione dei contributi, l’incentivo è erogato al netto della quota parte di contributi a carico del lavoratore già oggetto di esonero. Caso evidente è il vigente ‘cuneo’ che, appunto, riduce i contributi a carico dei dipendenti con retribuzione lorda fino a 2.692 euro mensili, cioè 35.000 annui: 3% fino al 30 giugno e 7% da luglio a dicembre se la retribuzione non supera 1.923 euro mensili (25.000 annui); 2% fino al 30 giugno e 6% da luglio a dicembre se la retribuzione supera 1.923 ma non 2.692 euro”. Dunque, in questi casi, “il nuovo incentivo potrà al massimo valere il 6,19% fino al 30 giugno e il 2,19% da luglio”.
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