Il governo Meloni, aveva tutte le buone intenzioni per calendarizzare presto una bozza di legge strutturale sulle pensioni, prova ne è il fatto che i due tavoli di lavoro sono stati fissati ad agosto per i primi di settembre. Ma a quanto pare i due incontri non sono serviti a molto e il governo  rimasto a un punto fermo: restano le vecchie proposte a cui l’Inps non ha partecipato. Tuttavia uno studio dell’Ente propone una riduzione dell’assegno sulla base delle aspettative di vita.



Riforma pensioni 2023: cosa prevede il governo

La riforma pensioni 2023 è ormai a un punto morto, mentre c’è chi si sta concentrando sulla possibilità di ridurre l’assegno sulla base delle aspettative di vita così da far quadrare le casse statali almeno entro il 2035, anno in cui il numero dei pensionati supererà quella dei lavoratori.



Mentre il governo Meloni sta pensando a come agire mettendo a punto gli interventi che caratterizzeranno il prossimo anno, il comunicato del 21 settembre 2023 si esprime sulle “ricostruzioni giornalistiche” in materia di pensioni.

L’INPS fa sapere che è “privo di fondamento” il “coinvolgimento diretto dell’Istituto in proposte di riforma delle pensioni.”

Riforma pensioni 2023: l’INPS nega di aver partecipato alle trattative

“L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale intende fornire alcune precisazioni in merito alle recenti ricostruzioni riguardanti un presunto coinvolgimento diretto dell’Istituto in proposte di riforma delle pensioni.
Quanto riportato sulla partecipazione attiva dell’INPS attraverso la formulazione di una proposta di riforma delle pensioni è privo di fondamento.”



Quindi, l’unica proposta indiretta per la riforma pensioni, resta quella di Pasquale Tridico che ha articolato l’ipotesti di rendere strutturale una pensione a due velocità, che potesse da un lato anticipare la pensione con un assegno ridotto e poi corrispondere un assegno pieno una volta raggiunti i 67 anni previsti dalla legge Fornero che, Giorgia Meloni, intende ancora superare.