LE PAROLE DI MELONI

Nelle comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo al via giovedì, Giorgia Meloni, come riporta il sito della Gazzetta del Sud, ha evidenziato: “Noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. Raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome”. Intanto la Fp-Cgil del Friuli-Venezia Giulia, come riporta udinetoday.it, “ha scritto al Presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, per esprimere le sue preoccupazioni sulla capacità operativa dell’Inps e sui carichi insostenibili che quotidianamente gravano sul personale. Ha chiesto inoltre un incontro per illustrare la situazione e per chiedere un impegno diretto dell’amministrazione regionale e del presidente, anche in ragione del suo ruolo nella Conferenza Stato-Regioni, a sollecitare un intervento forte e auspicabilmente risolutivo da parte delle istituzioni centrali”.



LE PAROLE DI PROIETTI

Domenico Proietti non nasconde che “del Tavolo di confronto aperto dal Governo per discutere una riforma strutturale della legge Fornero sulle pensioni, si sono perse le tracce. Dopo la seconda riunione del 13 febbraio il Tavolo si è praticamente eclissato. Per noi, invece, di previdenza è urgente discutere. Innanzitutto, per introdurre una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione tra 62 e 63 anni, che riallinei l’Italia alla media europea. Poi, per definire, oggi, le future pensioni dei giovani, che a causa della precarietà di questi anni rischiano di essere inadeguate, e per eliminare tutte le penalità che riguardano le donne, valorizzando il lavoro di cura ai fini previdenziali, riconoscendo un anno di anticipo d’accesso alla pensione per ogni figlio e ripristinando Opzione Donna nella versione originale”. Per il Segretario confederale della Uil, “infine, bisogna riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare attraverso un nuovo semestre di silenzio assenso e una campagna istituzionale di informazione”.



RIFORMA PENSIONI, INPS PRONTA CON QUOTA 103

Come ricorda Avvenire, “il 1° aprile l’Inps pagherà le prime pensioni maturate con Quota 103. L’Istituto di previdenza ha precisato (circolare 27 del 10 marzo) le condizioni richieste dalla legge per questo pensionamento, che assume la denominazione ufficiale di ‘pensione anticipata flessibile’”. Il quotidiano della Cei evidenzia anche che “Quota 103 non ha cancellato definitivamente i pensionamenti con le precedenti Quote 100 e 102, che restano ancora disponibili con proprie caratteristiche”.

In particolare, Quota 100 “è ancora accessibile per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi che hanno raggiunto 62 anni di età e 38 di contributi entro il 31 dicembre 2021. Anche qui occorre attendere 3/6 mesi dopo la maturazione dei requisiti, ma il tempo ormai trascorso dal 2021 ha assorbito questo originario freno alla pensione”. Invece, per quanto concerne Quota 102, resta “disponibile con 64 anni di età e 38 di contributi, raggiunti entro il 31 dicembre 2022, dai dipendenti e dagli autonomi”.



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