LE PAROLE DI NEVI

Secondo Raffaele Nevi, “è giunto il momento di una riforma strutturale delle pensioni che deve andare di pari passo con una seria politica che stimoli la natalità. Purtroppo il tema della decrescita demografica impatta sul sistema pensionistico perché le pensioni vengono pagate con i contributi dei lavoratori. Autorevoli studi stimano che, se non ci sarà un’inversione di tendenza sulle scelte demografiche per i prossimi 20/30 anni, sarà in discussione la tenuta stessa del nostro sistema sociale e di welfare, compreso il sistema pensionistico”. Come riporta labussolanews.it, secondo il portavoce nazionale di Forza Italia “bisogna stare attenti, ci sono lavori usuranti e abbiamo bisogno di contemperare il tema dell’età pensionabile con tanti altri punti delle riforma che sono, innanzitutto, quello della sostenibilità. Il segreto è di costruire le condizioni affinché ci sia ricambio generazionale con l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. L’età pensionabile deve tenere conto della tendenza demografica e dell’invecchiamento, la questione non va affrontata in modo superficiale mettendo un tetto, più o meno rigido. Abbiamo bisogno di una riforma complessiva”.



LA DOMANDA DI GHIGLIONE (CGIL)

Terminati gli incontri tra sindacati e l’Osservatorio sulla spesa previdenziale del ministero del Lavoro si attende che quest’ultimo consegni una relazione conclusiva a Marina Calderone. Come riporta Il Sole 24 Ore, la Segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione si chiede a questo punto “quale sia l’ostacolo per una convocazione dei sindacati da parte del Governo sulla previdenza. Viene da pensare che non siano in grado di rispettare le promesse elettorali a partire dall’accesso alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”. Intanto, come riporta lo stesso quotidiano di Confindustria, nella legge delega fiscale potrebbe trovare spazio anche una detassazione delle tredicesime riguardante non solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati. Invece Agia-Cia ha evidenziato alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo che “occorrono pensioni più dignitose per gli agricoltori che consentano l’uscita dal settore, unitamente a forze di cooperazione intergenerazionale giovani-anziani con le medesime finalità”.



LE PAROLE DI LANDINI

Maurizio Landini, a margine dell’assemblea organizzata a Napoli dalla Cgil in vista della manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma, come riporta Lapresse ha detto che “oggi i rapporti con il Governo sono pessimi. Ci sono stati incontri, ma finti, in cui non si è mai aperta un trattativa, né sulle pensioni, né sulla salute e sicurezza, né tantomeno sulle questioni del salario. Il governo, che è anche un datore di lavoro, ad oggi non sa quanti soldi si metteranno per rinnovare i contratti di tutti i settori. Dalla sanità alla scuola, sono tre anni che sono scaduti”. Secondo il Segretario generale della Cgil, “in un Paese che ha altri settori privati dove da anni non si rinnovano i contratti, non dare questo segnale vuol dire penalizzare solo i lavoratori e i pensionati, facendo cassa sempre sugli stessi e non intervenendo sulle rendite finanziarie e immobiliari, combattendo seriamente un’evasione fiscale che non ha precedenti”.



LA PREOCCUPAZIONE DI CGIL E CNA PENSIONATI

Come riporta l’edizione senese de La Nazione, Alberto Rossi, Presidente della locale Cna Pensionati, esprime preoccupazione “per quei temi nazionali che vanno a incidere sui pensionati, così come lo siamo per il Paese e per il nostro comparto nazionale e locale. Il nostro sistema sanitario sta andando alla deriva, sempre più oggetto di privatizzazioni. Gli aumenti minimi delle pensioni, dopo oltre 10 anni, sono stati riassorbiti dall’inflazione dell’otto, nove per cento, con alcuni aumenti di natura speculativa”. Restando in Toscana, il Segretario generale regionale della Cgil, Rossano Rossi, evidenzia invece la necessità di “definanziarizzare l’economia, rilanciare i mercati interni, aumentare con meccanismi di indicizzazione salari e pensioni e soprattutto garantire un controllo del pubblico sui settori strategici dell’economia come i settori energetici, le reti infrastrutturali materiali ed immateriali, gli ambiti della sanità e dello stato sociale assieme ai beni comuni, dall’acqua all’energia”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LEONARDI

La segretaria regionale della Uil Pensionati umbra, Elisa Leonardi, spiega che “abbiamo letto nei giorni scorsi che il Governo ha chiesto ad Inps alcune simulazioni per capire dove e quanto prelevare dalle indicizzazioni. Dal taglio della rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte la minima, l’Esecutivo ha già ottenuto 10 miliardi netti nel triennio 2023-2025”. La sindacalista evidenzia, come riporta umbria7.it, che “serve dunque capire quale sia davvero l’obiettivo del Governo, al quale chiediamo di rinunciare a tutte le bandierine sul tema previdenziale, al fine di assicurare flessibilità di accesso alla pensione a 62 anni, ragionare sull’assicurare una pensione ai giovani e far tornare ‘Opzione donna‘ in versione originale, di pari passo con la rivalutazione delle pensioni in essere”.

LA BATTAGLIA UIL SULLE INDICIZZAZIONI

La sindacalista ricorda anche che sono necessari “interventi seri e non ulteriori tagli, e che la Regione e gli enti locali, di pari passo, supportino sempre di più le fasce deboli, smettendo di utilizzarle come bancomat. Come Uil abbiamo avviato le cause pilota contro il taglio della rivalutazione delle pensioni quattro volte superiori al trattamento minimo”. Infatti, il sindacato ha recentemente depositato “diffida all’Inps e adesso procederemo alla seconda fase, con l’invio delle cause ai diversi Fori competenti, con l’obiettivo di arrivare alla Corte costituzionale. Il tutto senza dimenticare, ovviamente, le pensioni più basse per le quali chiediamo l’ampliamento della quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e la riduzione delle tasse”.

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