I DATI INPS
Come riporta Teleborsa, dall’Osservatorio sulle pensioni dell’Inps emerge che gli assegni in vigore al 1° gennaio sono “17.718.685, di cui 13.685.475 (il 77,2%) di natura previdenziale e 4.033.210 (il 22,8%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 231,0 miliardi di euro, di cui 206,6 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 24,4 miliardi da quelle assistenziali”. Dai dati emerge anche che “il 47,9% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati: quella di maggior rilievo è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, che gestisce il 45,2% del complesso delle pensioni erogate e il 58,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,3% delle pensioni, per un importo in pagamento pari al 24,6% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,8% delle prestazioni, con un importo in pagamento pari al 10,6% del totale”. Invece, “nella distribuzione per classi di importo mensile delle pensioni si osserva una forte concentrazione nelle classi basse: il 55,8% delle pensioni ha un importo inferiore a 750,00 euro”.
BOMBARDIERI CRITICA IL GOVERNO: “RIFORMA PENSIONI AD UN PUNTO MORTO”
Sempre dal palco dell’assemblea nazionale della Uilp risuona un altro attacco importante contro il Governo per i ritardi sul confronto della riforma pensioni 2023-2024: è il leader della Uil nazionale, Pierpaolo Bombardieri, a prendere posizione denunciando il ritardo del tavolo ancora non convocato tra Governo e sindacati.
«Il confronto col governo è a un punto morto, abbiamo fatto un incontro tempo fa nel quale avevamo posto due grandi temi: quello dei giovani e quello delle donne per recuperare opzione donna nella versione originaria», spiega Bombardieri a margine dell’evento della Uil pensionati, aggiungendo «Ne abbiamo perso le tracce, forse andremo a “Chi l’ha visto” per vedere se riusciamo a discutere di pensioni». (agg. di Niccolò Magnani)
IL RICORSO ALL’ISOPENSIONE
Come ricorda startmag.it, nel Decreto milleproroghe è prevista anche la proroga fino al 2026 dell’isopensione, che consente alle aziende di prepensionare con 7 anni di anticipo i lavoratori in esubero. E a far ricorso all’isopensione in questi giorni è stata anche Tim. Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, è stato firmato un accordo con i sindacati per 2.000 uscite volontarie quest’anno. In una nota della Uilcom Uil viene evidenzato che “lo strumento potrà essere utilizzato fino a un massimo di 6 anni per gli uomini e 7 anni per le donne. Per tecnici e progettisti fino a 4 anni e mezzo”. Il quotidiano di Confindustria ricorda anche che l’anno scorso Tim aveva fatto ricorso a prepensionamenti volontari per 1.200 lavoratori che avevano già raggiunto il requisito anagrafico per la pensione, oltre che un contratto di espansione per 2.200 persone, “abbinato a formazione e ricambio generazionale, con l’assunzione di giovani”.
UIL PENSIONATI SI SCAGLIA CONTRO IL GOVERNO SUL TEMA RIFORMA
Ex leader della Uil prima di Bombardieri, oggi Carmelo Barbagallo è il segretario generale della Uilp (pensionati) e dal palco dell’Assemblea Nazionale stamane parte il grido di protesta contro il Governo per una riforma pensioni che ancora non c’è. «Siamo il 23,5% della popolazione e vogliamo far sentire la nostra voce. Siamo stufi di essere trattati come un salvadanaio da rompere non appena ce n’è bisogno», attacca Barbagallo secondo quanto riportato dall’Adnkronos.
Le persone anziane, continua l’ex segretario generale Uil, «hanno ancora molto da dire e da dare al nostro Paese. Metteremo in campo le tutti gli strumenti necessari per far sentire la nostra voce, così che il Governo ci possa non solo ascoltare ma anche sentire». Per i prossimi mesi, seguendo la linea già avanzata dalla Cgil di Landini, non sono da escludere scioperi sul tema pensioni: in particolare, la mobilitazione potrebbe arrivare contro «quel taglio della rivalutazione delle pensioni che ha decurtato gli assegni superiori a 4 volte il minimo dal 15% al 68% penalizzando circa 3 milioni e mezzo di pensionati, circa il 28% del totale». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LA CU 2023 DISPONIBILE
Come ricordato da Avvenire, l’Inps ha pubblicato “sul sito internet, a partire dal 16 marzo, le Certificazioni Uniche (CU 2023) dei redditi percepiti nel 2022 da utilizzare per le prossime dichiarazioni fiscali. Contrariamente ad altri anni, il rilascio della Certificazione avviene questa volta con perfetta osservanza dei tempi di legge. I lavoratori, i pensionati, i collaboratori coordinati, i cassintegrati, e gli altri interessati, potranno visualizzare, scaricare e stampare il proprio modello sul portale www.inps.it oppure direttamente dal servizio online ‘Cedolino pensione’. A queste modalità si aggiungono gli smartphone e i tablet sui quali, attraverso i dispositivi Android e Apple iOS, è scaricabile la Certificazione utilizzando le credenziali personali”.
L’UTILITÀ DEL DOCUMENTO
Il quotidiano della Cei spiega anche che “la Cu 2023 offre ai lavoratori dipendenti, agli autonomi e ai collaboratori l’occasione di fare il punto sulla propria situazione pensionistica. Il modello costituisce una valida prova dell’esistenza e della durata del rapporto di lavoro e dei versamenti contributivi come registrati dall’Inps (Gestione Privata e Gestione Pubblica) e da altri enti di previdenza. Una verifica, anche di massima, consente di individuare eventuali irregolarità che di norma sono sanabili entro un termine di cinque anni, oltre i quali scatta la prescrizione che impedisce ogni intervento. A causa del Covid è stato interrotto il decorso della prescrizione per l’intero anno 2021. Di fatto, la prescrizione è ora temporaneamente allungata agli ultimi 6 anni”.
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