Dopo tantissime attese moltissimi annunci da parte del governo meloni, la riforma pensioni 2023 è stata quasi un buco nell’acqua. Infatti il disegno di legge di bilancio 2024 avanzato il 16 ottobre 2023, al lapidariamente decretato la restrizione all’accesso alla exit anticipata così come dichiarato dallo stesso ministro Giorgetti: “Sarà molto più restrittivo l’accesso alla pensione anticipata”.



Riforma pensioni 2023: resta la Fornero e la misura ponte

Va da sé che per il 2024 l’unico spiraglio di aggancio normativo per il governo è la legge Fornero che tutti quanti hanno tentato di abbattere. Questo non sarà pulita, ma resterà affondamento della legge sulle pensioni con una exit all’età di 67 anni e 41 anni di contributi.



Alla legge Fornero così come a tutte le altre proposte di riforma avanzate in questi mesi si potrebbe applicare dei correttivi, così come anche annunciato la stessa Elsa Fornero. Del resto la discontinuità contributiva è un dato di fatto sia per le giovani categorie under 40 che per gli over 50 che hanno dovuto pagare il prezzo di una assenza di politica del lavoro proprio negli anni di crisi economica legati al 2008-2009 che ha generato decine di migliaia di esodati. Ma quella stessa crisi economica ha avuto ripercussioni anche negli anni successivi e quindi il governo Meloni.

La legge di bilancio 2024 si trova dunque in un bilico che non ha consentito di allargare la platea dei beneficiari di una exit pensionistica anticipata che è stata tenuta ben stretta tra le cinghie delle poche risorse disponibili. Infatti l’11 ottobre le camere avevano approvato uno scostamento di bilancio quantificato in 15,7 miliardi, con un deficit al 4,3%. È stato quindi prorogato anche il taglio del cuneo fiscale per quanto concerne le retribuzioni dal lavoro dipendente.



Riforma pensioni 2023: le scelte fatte per prudenza

Si tratta di numeri che vanno a scontrarsi con i due spauracchi per chi guida il paese: il deficit e il debito, vale a dire i due elementi che pesano sulle spalle di tutti i contribuenti italiani e che minano la capacità di manovra dello Stato.

Quindi che cosa accade sul piano previdenziale? Alla legge di bilancio 2024 ha ristretto la cinghia per l’accesso alla pensione anticipata e sono anche scomparse opzione donna e ape sociale, vale a dire i due correttivi che dovevano servire come ammortizzatori sociali e che avrebbero dato uno spiraglio alle donne con una anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 60. Le due misure sarebbero dovute essere rese strutturali così come avrebbe voluto il ministro Andrea Orlando ma, a quanto pare, per una modifica strutturale degli ammortizzatori previdenziali bisognerà sperare sempre in una riforma pensioni 2024.